MotoGP - Bagnaia, Bezzecchi, Marquez, Ducati: la classe regina in vacanza, facciamo un bilancio

MOTOGP – Dopo otto weekend e quindi 16 gare, la MotoGP va in vacanza estiva per cinque settimane. Oltre un mese di stop per i riders della classe regina. E' tempo quindi di stilare un piccolo bilancio di questa prima parte di stagione. Chi ha fatto meglio? Chi può lottare per il mondiale? Quale è stata la sorpresa? E la grande delusione? Cerchiamo di vederci chiaro.

Bagnaia: "Al primo appuntamento con Domizia con l'auto centrai un palo!"

Video credit: Eurosport

Rompete le righe, si va in vacanza. La MotoGP chiude la prima parte di stagione e va in pausa estiva. Ci si ritrova tutti in Inghilterra a Silverstone nel weekend del 6 agosto. Cinque settimane di stop, 35 giorni dove i riders potranno staccare, ricaricare le pile, allenarsi e sperare che in fabbrica gli ingegneri trovino qualche soluzione per migliorare il proprio mezzo nelle zone della moto dove è possibile lavorare.
Dopo che è andato in archivio l'ottavo weekend sui venti previsti, è tempo di tracciare un mini bilancio di questa prima parte di 2023, parlando dei top e dei flop tra piloti e case, per poi passare a parlare di direzione gara, eventi e quant'altro.

Bagnaia la certezza

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Bagnaia, Assen 2023

Credit Foto Getty Images

Sei podi connsecutivi, dieci nelle ultime 12 gare. La stagione di Pecco Bagnaia al momento è di altissimo livello. Come lo scorso anno l'italiano è incappato in qualche alto e basso di troppo, ma a differenza del 2022 praticamente ogni volta che è arrivato al traguardo è andato a podio, portando a casa tanti punti nella generale. "Purtroppo" per lui con 20 weekend in programma e quindi 40 corse tra sprint e gara, i punti a disposizione sono tantissimi e quindi per allungare sulla concorrenza ce ne vuole. Intanto va in vacanza con un bottino di 35 lunghezze di vantaggio sul primo inseguitore. Non male. Il favorito assoluto è lui per il titolo a fine stagione.

Martin arrivato, un po' in ritardo

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Jorge Martin

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Da tanti era dato come primo rivale di GoFree per il titolo. Alla fine sembra sia così, certo è che questo Martinator non ha iniziato al meglio la stagione ma ha dovuto prendersi qualche gara prima di carburare. Poi è arrivato e ora sta mettendo in difficoltà Bagnaia. La cosa importante è che sembra aver messo a posto tutto nella sua testa, non sbaglia più come un tempo ed è sempre ultra competitivo, per cui il pacchetto completo è di altissimo livello. Deve però sperare in qualche errore di Pecco per poter avere chanche di mondiale.

Bezzecchi sorpresa? Mica tanto...

Tra i due litiganti il terzo gode? E' quello che spera il Bez dopo quest'inizio di stagione. Sono tre i successi ottenuti dall'alfiere del team VR46 in questo scorcio di 2023, due gare e una sprint, più altri tre podi. Un bottino mica da ridere per uno che rimane al secondo anno in MotoGP, con un team clienti e una moto della scorsa stagione. Già l'anno scorso aveva fatto vedere cose buone, in questo 2023 c'è stata la consacrazione. A tratti abbiamo visto un Bezzecchi cinque stelle extra lusso, purtroppo per lui manca la costanza di rendimento per poter lottare in grande, ma quella arriverà con una maggiore esperienza. Le sue speranze per il titolo sono ridotte al lumicino, forse l'obiettivo per lui può essere quello di continuare a lottare con i migliori in tutti i Gran Premi provando a togliersi tante soddisfazioni per poi portarsi a casa un contratto, ma soprattutto un pacchetto tecnico migliore per il 2024, dove potrà essere messo tra i favoriti e non più tra gli outsider.
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Marco Bezzecchi esulta dopo la vittoria nella Sprint Race ad Assen

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Comunque vada, Ducati vince il titolo

La moto di Borgo Panigali ci ha messo 15 anni per tornare a vincere un titolo. Il mondiale mancava da Stoner 2007, poi finalmente Pecco ha sfatato il tabù che Dovizioso non era riuscito a fare. Ora che la maledizione è svanita, sembra tutto più semplice e a meno di cataclismi incredibili Ducati festeggerà in qualunque caso il secondo titolo consecutivo, indipendentemente dal fatto che lo vincerà Pecco, Jorge o Marco. Dopo tanti anni di sviluppo la moto è diventata fantastica: un mezzo straordinario, facile da settare e capace di andare forte in ogni tracciato e in qualsiasi situazione. In altre parole la perfezione. Concorrenza a dir poco annientata da parte di un'azienda che, ricordiamolo, vende qualcosa come 60.000 moto nel mondo in un anno, contro le oltre 5 milioni di Yamaha e addirittura i 15 milioni di pezzi Honda.
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Bagnaia e Martin, Sachsenring 2023

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KTM la migliore degli umani

Abbiamo incensato Ducati e i suoi top riders, è tempo anche di parlare dei primi degli umani, e cioè della KTM. La casa austriaca ha fatto un egregio lavoro sul suo mezzo 2023, unico capace di stare al passo della moto di Borgo Panigale in ampi tratti di stagione, soprattutto nelle sprint. Binder è quello che si è distinto al meglio, su un mezzo stratosferico in partenza e ben bilanciato, che però paga ancora dazio rispetto ai rivali nell'usura gomme alla lunga. Comunque il sudafricano e Miller si sono tolti diverse soddisfazioni in questi primi otto Gran Premi, mettendo in difficoltà Bagnaia e compagni. Manca però più di un centesimo ancora per fare l'euro e stare al passo dei rivali. Qualche battaglia la si può vincere, ma alla lunga Ducati rimane nel complesso molto più forte.

Passo indietro dell'Aprilia

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Aleix Espargaró (Aprilia)

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Espargarò è stato chiaro: "gli altri sono migliorati più di noi". In questa frase si racchiude al momento tutto il 2023 dell'Aprilia, che per questa stagione ha forgiato un mezzo interessante, con diverse soluzioni tecniche, ma semplicemente Ducati e anche KTM hanno lavorato meglio. I miracoli purtroppo non accadono sempre e quindi la favola Aleix-Ducati nel 2022 non si sta ripetendo. Lo spagnolo ha messo in mostra alcune prestazioni notevoli, ma da inizio anno è solo arrivato un podio, mentre Vinales dopo un buon inizio è letteralmente naufragato. A Noale però stanno lavorando alacremente, purtroppo forse pagano l'addio alle concessioni.

Europa batte Giappone 10 a 0

Ducati straordinaria, ottima KTM, passo indietro per Aprilia che comunque rimane sufficiente, gli altri non pervenuti. E' totalmente cambiato il vento nella classe regina: fino a pochi anni fa erano i giapponesi a dominare, con titoli e vittorie a manetta tra Honda e Yamaha, ora il vuoto più totale. Gli ultimi squilli della casa dei tre diapason ormai risalgono a un anno fa con Quartararo capace di portarla in alto, ma già dal 2021 si era intravisto che Ducati era pronta per superare la concorrenza e porsi come leader tecnico del settore. Negli ultimi tempi poi Yamaha ha sbagliato ogni tipo di scelta, dal fatto di aver mollato un team satellite fino a direzioni tecniche di sviluppo fallimentari. E così la forbice con i rivali si è ampliata sempre di più e ora rimediare, coi ritmi dei giapponesi, diventa dura. Situazione ancora più drammatica, sempre in termini sportivi, è quella della Honda, che invece è da quasi un lustro che annaspa tecnicamente e deve solo ringraziare gli exploit di Marquez per qualche sorriso estemporaneo. Ma ora neanche l'immenso talento del Cabroncito può porre rimedio alle carenze della moto e la RC213V è semplicemente un disastro, impossibile da guidare dai suoi riders. Se anche uno come Marquez alza bandiera bianca...

Salvate il soldato Marquez

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Marc Marquez dopo la caduta durante le qualifiche del Gran Premio di Germania di MotoGP - Mondiale 2023

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Giusto dedicare qualche riga solo a lui. Un campione straordinario, un prodigio assoluto di questa disciplina e dello sport in generale che si ritrova nel peggiore momento della sua carriera, alle prese con un mezzo che può essere considerato quasi pericoloso. Il Cabroncito ce la sta mettendo tutta, ma anche lui non accetta più di rimetterci la salute per cercare di salvare il salvabile in casa Honda. Le ossa rotte non si contano più, come le operazioni. Fin quando è lui che le tenta tutte, andando all-in per vincere, va anche bene, ma se è la moto che ti scaraventa a terra senza motivo per sei volte in un weekend, non è più accettabile. Si è parlato di divorzio anticipato tra Marquez e la Honda a fine della stagione, l'impressione è che si vada avanti ancora, anche perché entrambi non hanno scelta. Certo che è un peccato vedere forse il miglior rider della storia in difficoltà perenne su un mezzo semplicemente non alla sua altezza.

Sprint race promossa, con qualche ma

Dopo aver parlato di rider e case, analizziamo un po' la vera grande novità di questo 2023: la sprint race. Cosa dire di questa corsa (ops, forse non si può usare questo termine) del sabato pomeriggio? In termini di spettacolo e di spunti offerti è sicuramente promossa. Abbiamo visto gare entusiasmanti e combattute, spettacolo quindi all'altezza, con qualche ma. In primis il fatto che si è cambiato totalmente il modo di affrontare il weekend da parte dei piloti, impedendogli di lavorare al meglio sul setup della moto per la gara. Il time attack al venerdì è diventato di vitale importanza, a rimetterci è il lavoro sul passo gara. E poi c'è il tema delle tante cadute e dei tanti infortuni avvenuti. Qualcuno dice che sia legato al fatto che la messa a punto dei mezzi, col nuovo format dei weekend, non è ottimale e quindi i riders cadono maggiormente facendosi male. Altri dicono che mettendo due gare a fine settimana, la possibilità di contatti, e quindi di crash, è raddoppiata e quindi ci si rompe di più. Forse è così, forse l'insieme delle due ragioni o forse solo casualità. Fatto stà che nelle ultime settimane i piloti senza problemi fisici in griglia si contavano sulla dita di una mano.

Direzione gara ai confini del ridicolo

Per ultimo ci troviamo a parlare della Direzione gara, sempre più protagonista, purtroppo. Poche storie, siamo ai limiti del ridicolo. Tra penalità date, drop position, ma soprattutto totale disparità di trattamento tra un weekend e l'altro si rischia di falsare totalmente questo sport. L'ultima clamorosa è quella di Pedro Acosta nell'ultimo weekend. E' meglio tornare a una ventina d'anni fa quando non c'erano regole, tutti lo sapevano e agivano di conseguenza. C'erano contatti duri, spesso sportellate ingiuste ma almeno era tutto lecito. Ora ci sono regole, ma alle volte vengono applicate e altre no, e poi quando vengono applicate alcune volte in maniera maggiore e in altre minore. Non si capisce più nulla. Se la Direzione Gara in F1 lavora meglio di quella della MotoGP abbiamo veramente un problema.
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6 italiani, 1 rookie, 13 campioni del mondo: i piloti del 2023 in 2'

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