Dovizioso-Ducati, i motivi dell'addio
Aggiornato 17/08/2020 alle 09:01 GMT+2
Weekend incredibile quello di Andrea Dovizioso a Spielberg. Prima annuncia l'addio alla Ducati, 24 ore dopo vince il Gran Premio d'Austria e si rilancia nel mondiale. Ducati ancora una volta si dimostra incapace di gestire e ascoltare i suoi piloti, temporeggiando troppo nel rinnovo col forlivese. Senza un piano B e con la mente libera, ora il forlivese punta a vincere il titolo.
Il quarto atto stagionale della MotoGP 2020 va in archivio con il successo di Andrea Dovizioso. Nell'ormai "sua" Spielberg, il Dovi domina una gara a dir poco pazza, con incidenti, bandiere rosse, due ripartenze, molti lunghi, tanti errori e protagonisti inaspettati.
Vittoria di cuore, per sé stesso
Vale 25 punti questa vittoria, utilissimi per tornare in corsa nel campionato che, con l'assenza di Marc Marquez, fatica ad avere un favorito. Dopo l'exploit di Fabio Quartararo nelle prime gare, El Diablo ha avuto tanti problemi e ha incassato poco nelle altre due, come Maverick Viñales, re assoluto degli alti e bassi. Contando la spaventosa, ma senza conseguenze, caduta di Morbidelli, il Dovi si ritrova addirittura secondo nel mondiale e tra sette giorni ci sarà il secondo atto sempre a Spielberg. L'aggancio alla vetta della generale è tutt'altro che utopia.
Ma questa per il forlivese non può essere una vittoria come tutte le altre. E' un successo diverso, forse ancora più speciale. Solo 24 ore prima aveva annunciato al mondo intero il suo addio alla Ducati. Non proprio una sorpresa, dato il malcontento generale che si respirava negli ultimi tempi.
Abbiamo comunicato a Ducati che Andrea non ha intenzione di continuare per i prossimi anni, ora vuole concentrarsi su questo campionato. Riteniamo che non ci siano le condizioni per poter proseguire. L’intenzione di Andrea è quella di continuare a correre se troverà una proposta adeguata per farlo. Non abbiamo parlato in concreto della proposta economica, quindi il problema non è quello. La decisione l’ha presa il pilota, preferisce fermarsi ed essere sereno, concentrarsi sul campionato e togliersi il disturbo perché sta diventando pressante il discorso del rinnovo. (Simone Battistella, Manager di Dovizioso 15/8/2020 a Sky)
Ma il Dovi è stato di parola, aveva detto che l'annuncio serviva per concentrarsi al meglio sul campionato, senza pensare ad altro. E così è stato. Una vittoria di cuore, per sé stesso, non più per Ducati.
LE 14 VITTORIE DI DOVIZIOSO IN DUCATI
GRAN PREMIO | ANNO |
Sepang | 2016 |
Mugello | 2017 |
Barcellona | 2017 |
Spielberg | 2017 |
Silverstone | 2017 |
Motegi | 2017 |
Sepang | 2017 |
Losail | 2018 |
Brno | 2018 |
Misano | 2018 |
Valencia | 2018 |
Losail | 2019 |
Spielberg | 2019 |
Spielberg | 2020 |
Ducati si conferma incapace di gestire i suoi piloti
Una separazione tutt'altro che indolore, con la squadra di Borgo Panigale che, ancora una volta, viene accusata di poca umanità, incapace di gestire, considerare e trattare in maniera consona i suoi piloti.
Tutto parte da lontano, addirittura dai tempi di Valentino Rossi, che ha sempre dichiarato di essere stato poco ascoltato all'interno del box. Successivamente è arrivato il tempo di Crutchlow, Iannone, Lorenzo, Petrucci. Tutti questi hanno avuto vita abbastanza breve in Ducati, bocciati dopo poco tempo per non essere stati all'altezza del mezzo. Per Dovizioso la musica è diversa, il matrimonio è durato ben 8 anni. Ma dopo 3 stagioni da vice campione del mondo a Borgo Panigale non c'era più grande fiducia che il forlivese potesse far rivincere il mondiale che manca dal 2007. E così ha temporeggiato sul rinnovo di contratto. Dopo mesi di attesa Andrea ha deciso di mollare.
I PILOTI UFFICIALI DUCATI DAL 2011 A OGGI
RIDER | STAGIONI IN DUCATI UFFICIALE |
Andrea Dovizioso | Otto |
Nicky Hayden | Tre |
Jorge Lorenzo | Due |
Andrea Iannone | Due |
Danilo Petrucci | Due |
Valentino Rossi | Due |
Cal Crutchlow | Una |
Perché Ducati si comporta così?
La musica, in fin dei conti, è sempre la stessa e la riassumiamo in poche righe: i vertici Ducati reputano che il mezzo attuale sia vincente e vogliono il rider giusto per portarlo al successo. Ducati si è "semplicemente" stancata di essere vice campione del mondo alle spalle di Marc Marquez. Reputa di avere la moto per battere il Cabroncito, serve il pilota giusto. Iannone è stato bocciato, Por Fuera viene mandato via nel momento in cui inizia a vincere. Petrucci, dopo la vittoria al Mugello, è incappato in qualche risultato negativo che lo hanno messo in lista nera. Ora è arrivato il momento del Dovi. Semplicemente non basta più essere vice campioni, si deve vincere e per loro Dovizioso ha dimostrato di non essere all'altezza del compito.
Quale è la verità?
Il discorso, da un certo punto di vista, fila. Se la casa italiana è certa di avere una moto in grado di vincere e i piloti non portano a casa l'obiettivo, sono i riders a sbagliare e vanno cambiati. Ma la verità che tutto il paddock sa (visto che si è schierato apertamente con i piloti) è l'errata valutazione del mezzo, espressa al meglio dal tweet di Stoner appena uscita la notizia del mancato rinnovo del Dovi.
È solo la mia opinione ma non credo che la Ducati possa permettersi di perdere uno come Andrea Dovizioso. Penso che in un certo momento debbano rendersi conto che è il pilota, non le gallerie del vento, a portare risultati. Quindi bisogna ascoltarli....
Il marchio è tutto e la squadra viene prima del pilota. In Ducati si percepisce unna mancanza di fiducia nei confronti dei loro piiloti. Non è mai il mezzo ad essere difficile da guidare, sono sempre i piloti che non sono in grado di tirare fuori il meglio dalla moto. E' successo con tanti rider, ora è il turno di Andrea.
Nel futuro della squadra c'è Jack Miller, che sicuramente in questi anni ha dimostrato di essere molto veloce. E poi chissà. Bagnaia è in lista, c'è anche Zarco nonostante la mossa killer di domenica. Addirittura in attesa c'è Jorge Lorenzo che non vuole chiudere la sua carriera con il disastro di stagione con Honda. Ducati ci sta pensando, anche perché si è resa conto forse di aver silurato Por Fuera un po' troppo presto.
La vittoria finale sarebbe la grande rivincita per Dovizioso
Quel che è certo è che il Dovi lascia la squadra, stufo di essere trattato in questo modo e dopo 24 ore torna alla vittoria. Senza un piano B Andrea corre solo per la voglia di vincere e per se stesso, per dimostrare di essere un maestoso campione a chi non lo ha mai considerato tale. Non c'è sentimento di vendetta, ma soltanto desiderio di far capire a Ducati l'errore immane di valutazione. Può essere una bella rivincita personale: quanto sarebbe bello trionfare a fine anno e poi lasciare tutto?
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