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Giacomo Agostini compie 80 anni: "Ero il campione della gente, non ho sogni da realizzare"

Francesco Friggi

Pubblicato 16/06/2022 alle 10:03 GMT+2

MOTOCICLISMO - Attraverso una bella intervista alla Gazzetta dello Sport, si racconta Giacomo Agostini che proprio oggi compie 80 anni: "Mi guardo e dico che è impossibile che siano così tanti. Vado ancora in moto, e l’altro giorno al Paul Ricard ho toccato i 250 all’ora, mi sento bene".

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Giornata speciale per Giacomo Agostini che compie 80 anni: l'ex pilota è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport e ha ripercorso tutte le tappe della sua incredibile vita ammettendo d'aver raggiunto una bella età ma che comunque non ha nessuna intenzione di smettere di divertirsi. Ad ora, Agostini è il pilota più titolato nella storia del motomondiale avendo vinto 15 campionati mondiali. Di seguito, le parole del motociclista: "Mi vergogno. E da una parte mi mette anche un po’ di tristezza. Perché mi guardo e dico che è impossibile che siano così tanti. Vado ancora in moto, e l’altro giorno al Paul Ricard ho toccato i 250 all’ora, mi sento bene, faccio tante cose come prima, non più con la stessa intensità, ovvio, ma non mi sono mai fermato. Salto, corro, vado in piscina, prendo il badile, zappo... Ho paura della morte. Quando correvo non ci pensavo, a quell’età sei un po’ incosciente, però ti rendi conto del tempo che passa. E di quanta strada hai fatto".
L’altro giorno al Paul Ricard ho toccato i 250 all’ora, mi sento bene.

IL FUTURO

"Sono onesto, sogni da realizzare non ne ho, perché sono convinto di avere avuto molto dalla vita. Questa mia grande passione, questo grande amore che è la moto mi ha dato tutto. Pensa a quanti come me che amavano le corse, hanno cominciato e poi non sono riusciti a fare niente. Io invece ho avuto più di quello che sognavo, non sarei onesto ma un vigliacco se mi lamentassi. Invece sono un uomo felice".

IL GIORNO DA RIVIVERE E I RIVALI DI SEMPRE

"Non ne ho solo uno. Ma se proprio devo, vorrei rivivere l’11 settembre 1966, il giorno del mio primo Mondiale in 500, a Monza. Come rivale non dimenticherò Mike Hailwood, quando al Tourist Trophy del 1967 ruppi la catena a pochissimo dalla fine, perdendo la gara della 500. Ero tristissimo, lui si avvicinò e mi disse il vincitore oggi sei tu e questa sera vieni a fare festa con me”. Mike era un grande, al TT correva e vinceva tutto e io stavo per batterlo. Sentirsi dire parole così fu speciale".

IL CAMPIONE DELLA GENTE

"Mi piace pensare d'essere stato 'il campione della gente'. L’esempio che faccio è quello dei minatori belgi, che il giorno dopo una mia vittoria a Spa portavano il tricolore giù in miniera. Ci sono stato pochi mesi fa a Marcinel, a visitarle, ed è stato un colpo al cuore vedere in che condizioni lavoravano. E morivano".

CHI È AGOSTINI PER UN BAMBINO?

"Non potrei non dire quante gare e Mondiali ho vinto, altrimenti sarei un pirla qualsiasi, ma l’aneddoto fresco fresco di domenica è un altro: perché si è avvicinato questo bambino carinissimo e dopo che io gli ho firmato il capellino mi ha chiesto, “Giacomo, posso farti anche io un autografo?”. E me lo ha fatto".
Si è avvicinato questo bambino carinissimo e dopo che io gli ho firmato il capellino mi ha chiesto, 'Giacomo, posso farti anche io un autografo?'.

LA GRIGLIA IMMAGINARIA CON I PILOTI PIÙ FORTI

"Vorrei avere vicino a me Mike Hailwood, Kenny Roberts, Jarno Saarinen, Valentino Rossi e Marc Marquez. Ma due file non bastano, nella terza metto Phil Read, Jim Redman e... Marco Lucchinelli. Con una griglia così arrivano 400mila persone a vederci".
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