Tokyo 2020, le Olimpiadi saranno vietate a tifosi e spettatori stranieri: è ufficiale
Aggiornato 24/03/2021 alle 16:27 GMT+1
OLIMPIADI - I prossimi Giochi olimpici, slittati di un anno dopo il rinvio della scorsa estate dovuto alla pandemia di Covid-19, saranno aperti eventualmente solo a un numero limitato di spettatori giapponesi. La chiusura agli spettatori e ai turisti stranieri riguarderà anche i Giochi paralimpici. La decisione è stata resa nota dal comitato organizzatore.
Le Olimpiadi di Tokyo 2020, in programma quest'estate dopo la cancellazione dello scorso anno a causa della pandemia di Covid-19, saranno ufficialmente vietate a tifosi e spettatori stranieri. In occasione di alcuni eventi potrebbe essere prevista la partecipazione di un numero limitato di spettatori giapponesi. Lo ha deciso il comitato organizzatore dei Giochi.
Anche le Paralimpiadi vietate agli stanieri
Nessun turista e appassionato straniero, quindi, potrà recarsi in Giappone a seguire le gare dei Giochi tra il 23 luglio e l'8 agosto 2021, date di inizio e conclusione delle Olimpiadi estive. La decisione è stata il frutto di due riunioni distinte: una ha visto la partecipazione di Seiko Hashimoto (la presidente del comitato organizzatore di Tokyo 2020), Tamayo Marukawa (ministro giapponese dello Sport) e Yuriko Koike (governatrice di Tokyo); successivamente hanno partecipato a un secondo meeting online anche il presidente del Cio Thomas Bach e il presidente del Comitato paralimpico Andrew Parsons. Il divieto di ingresso a spettatori stranieri riguarda anche le Paralimpiadi di Tokyo 2020 in programma dal 24 agosto al 5 settembre.
I motivi della decisione
Alla base della decisione del comitato organizzatore di Tokyo 2020 ci sono ovviamente le preoccupazioni legate alla diffusione del virus e delle sue varianti. I biglietti già acquistati saranno rimborsati. "Dobbiamo prendere decisioni che potrebbero richiedere un sacrificio da parte di tutti e dobbiamo chiedere comprensione - le parole del presidente del Cio, Thomas Bach -. Condividiamo la delusione dei tifosi olimpici di tutto il mondo e, naturalmente, delle famiglie e degli amici degli atleti, che stavano progettando di venire ai Giochi. Mi dispiace davvero. Abbiamo detto fin dall'inizio di questa pandemia che avrebbe comportato dei sacrifici, ma abbiamo anche detto che il primo pensiero è la sicurezza".
"È stata una decisione difficile - aggiunge Andrew Parsons, presidente del Comitato paralimpico - ma che era necessario prendere per garantire la salute e la sicurezza di atleti e spettatori. Superfluo sottolineare che in un mondo ideale avremmo preferito accogliere tifosi da tutto il mondo consentendo a familiari, amici e tifosi di sostenere i loro cari e i loro atleti preferiti. Ma al momento occorre prendere atto che, a causa della pandemia, non viviamo in un mondo ideale".
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