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Novak Djokovic batte Jannik Sinner 6-3 6-3 e fa record alle ATP Finals: 7° titolo, nessuno come lui

Simone Eterno

Aggiornato 19/11/2023 alle 20:55 GMT+1

TENNIS, ATP FINALS - Sinner non riesce a replicare la vittoria nel girone e subisce una dura lezione da Djokovic in finale: 6-3 6-3 a favore del serbo che vince così il suo 7° titolo alle ATP Finals e stacca Federer dal record condiviso di 6 successi che aveva in questo torneo. Per Sinner una sconfitta netta, contro un avversario che quando conta, come dice la storia, sa andare a un altro livello.

Novak Djokovic et son trophée du Masters 2023

Credit Foto Getty Images

dall'inviato a Torino. L'altro giorno Jannik Sinner, in conferenza stampa, aveva tirato fuori la metafora culinaria. "E' come la pasta al pomodoro - aveva detto - Prima ci metti un po' di sale. Poi magari il pomodorino fresco. Poi il basilico. Si cresce così, un passo alla volta". E così, per restare in tema, la finale delle Nitto ATP Finals 2023 ci dice che per Jannik Sinner - e per tutti gli altri, Carlos Alcaraz compreso - c'è da mangiarne di pastasciutta.
È ancora Novak Djokovic il padrone del tennis. 6-3 6-2 ad Alcaraz in semifinale; 6-3 6-3 oggi a Sinner nell'ultimo atto. Contro il tennis "del futuro", il 36enne campione infinito Djokovic ha imposto la sua dura legge: il più forte, alla fine, vince. Specie quando gli viene concessa una seconda possibilità...
Sì perché se oggi Djokovic ha alzato il 7° titolo in carriera in questo torneo, staccando Federer dal libro dei record, e salendo a 98 titoli complessivi in palmares, è in qualche modo grazie a Sinner. La vittoria dell'altoatesino con Rune l'ha tenuto in corsa. E Djokovic, oggi, non ha perdonato. Un successo che racconta come quando più conti, ancora, in questo 2023, è quasi sempre stato Djokovic a vincere. Così in Australia. Così al Roland Garros. Così a New York. Così a Torino. A Wimbledon è servito un quinto set meraviglioso di Alcaraz per privarlo di un en-plein che altrimenti sarebbe stato semplicemente straordinario. Djokovic ha vinto quattro dei cinque tornei più importanti quest'anno; e non a caso il serbo chiude da n°1 del mondo l'anno: domani, lunedì 20 novembre, inizierà la 400esima settimana da comandante assoluto del tennis. Insomma: Sinner ha perso dal più forte. Si consoli Jannik: il suo destino da più di 10 anni è comune a quello di altri straordinari tennisti come lui.

La partita

Peccato, però, che Jannik, in questa finale, non sia riuscito a tirar fuori la sua versione più brillante. Non è stato il miglior Sinner della settimana. Lo è stato invece per Djokovic. E anche questa è una discriminante che spiega la dimensione in cui vive il serbo e quella a cui ambisce il tennista azzurro. Sinner, sprazzi di buon tennis, li ha fatti vedere solo quando si è trovato spalle al muro. Ovvero quando la partita, nel secondo set, ha rischiato di finire in rullata. Uno dei maggior meriti dell'altoatesino è stato proprio evitare questo. Con quel terzo game in cui dopo tanta fatica finalmente muoveva il punteggio; o in quel settimo game, durato più di un quarto d'ora, in cui Jannik ha cancellato le due palle break che avrebbero portato Nole a servire già sul 6-3 5-2. Non che un game faccia la differenza nel punteggio, ma lo fa nella sostanza. Anche in una giornata no, specialmente col dritto - 18 non forzati per Sinner su 30 complessivi; tanti, troppi - Jannik non ha mollato fino alla fine. Regalando al pubblico una partita comunque combattuta e un finale con pathos.
Per un set e due game, invece, è stato one-man-show. Djokovic ha rifilato a Sinner la stessa medicina che aveva fatto ingurgitare ieri sera al numero 2 del mondo Carlos Alcaraz. Ottimo servizio, ritmo alto, difesa impressionante, punti gratis non pervenuti o quasi. Sinner è andato a schiantarsi qui sopra, ottenendo fino al 6-3, 3-2 e servizio, ad esempio, solo 2 punti in risposta. Troppo, troppo poco per pensare di poter fare partita alla pari. Nel finale, appunto, i meriti di Jannik per averla rimessa in piedi con cuore e orgoglio; e i meriti di Djokovic per aver comunque rispedito al mittente i serissimi tentativi del proprio avversario di cominciare un nuovo match.
Sinner chiude dunque la stagione da n°4 del mondo, con 61 partite vinte (mai nessun italiano così) e con la sensazione di essere lì, con i migliori, pronto a giocarsi i tornei più importanti. Certo, finché Novak Djokovic sarà ancora in giro, però, si dovrà fare i conti prima di tutto con lui. Insomma: la stagione finisce esattamente come era finita anche la precedente. Djokovic a vincere e gli altri a provare a scalfire il suo regno di titanio.
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Djokovic: "Sinner ha futuro luminoso, può vincere uno Slam già nel 2024"

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