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Sinner-Dimitrov, 3 motivi per non perdersi la finale di Miami a Pasqua

Matteo Zorzoli

Aggiornato 31/03/2024 alle 11:12 GMT+2

MASTERS MIAMI - Posta in palio altissima per l'azzurro, mix tra spettacolo e tattica e l'occasione per conoscere meglio la seconda giovinezza del bulgaro, talento cresciuto all'ombra dei Big Four: Sinner vs Dimitrov è tutto questo, e non solo. Appuntamento a domenica sera ore 21

Sinner-Dimitrov

Credit Foto Eurosport

Pasqua: pasti luculliani con parenti e amici, riposo, preparazione alla grigliata di Pasquetta e... Sinner-Dimitrov, la finale del Masters 1000 di Miami. Esattamente come l'ultimo atto dell'edizione 2021 del torneo della Florida, prima finale in un grande torneo dell'azzurro, persa contro Hurkacz, il big match contro il bulgaro classe 1991 si svolgerà nel giorno di festa per eccellenza assieme al Natale. Per di più in prime time in Italia (orario d'inizio alle 21). Un'occasione imperdibile per appassionati e non solo per godersi lo spettacolo del grande tennis. Ecco tre motivi per guardare la finalissima di domenica.

1) Sinner, la posta in palio è altissima

Oltre al titolo, che sarebbe il primo a Miami e il secondo a livello 1000, per entrambi, per l'altoatesino c'è anche in palio il gradino n° 2 del mondo. Il trionfo nella cornice dell'Hard Rock Stadium assicurerebbe, infatti, a Sinner il sorpasso su Carlos Alcaraz nelle classifiche di lunedì 1° aprile. Il tutto alla vigilia della stagione sulla terra rossa che si preannuncia bollente.
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2) Il trionfo dell'estetica e della tattica

Sinner vs Dimitrov è anche la migliore sfida che il torneo potesse offrire in questo momento, il mix perfetto tra spettacolo e tattica. Da una parte la regolarità, il cinismo e la potenza dell'azzurro, dall'altra la classe, l'imprevedibilità e la manualità del bulgaro, uno dei pochi interpreti del rovescio a una mano rimasti nel circuito, fondamentale in via di estinzione che rientrerà con lui in topten da lunedì dopo l'uscita di scena qualche settimana fa di Stefanos Tsitsipas.
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3) Ammirare la seconda giovinezza di Dimitrov

Cresciuto all'ombra dei Big Four, Grigor Dimitrov, 33 anni a maggio, ha vinto 9 tornei ed ha anche raggiunto la 3ª posizione del ranking mondiale, nel 2017, in seguito al trionfo nelle ATP Finals. Un curriculum di altissimo livello, ma che, in un'epoca dominata dal quartetto magico Federer-Nadal-Murray-Djokovic, non gli ha permesso di diventare un tennista mainstream, conosciuto dal grande pubblico. Nel corso della sua carriera ha avuto diversi sali e scendi, toccando vette altissime e momenti di crisi, di fatto non riuscendo mai a trovare continuità di rendimento. Da circa un anno sta vivendo una seconda giovinezza che gli ha permesso di togliersi soddisfazioni come il titolo vinto a Brisbane lo scorso gennaio dopo sette anni di digiuno o il ritorno in topten dopo un esilio di sei. Inutile dire che in finale, sulla carta, l'azzurro parte favorito (2-1 i precedenti, l'unica vittoria del bulgaro è arrivata nel 2020 in un Foro Italico semideserto e con un Sinner 18enne), ma il Dimitrov visto negli ultimi 10 giorni, capace di eliminare il re di Indian Wells Carlos Alcaraz, in due comodi set, è un ostacolo da non sottovalutare. Lo sa bene il coach di Jannik.
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