Tennis, Coppa Davis in tre città: c'è anche l'Italia?

Rivoluzioni su rivoluzioni. Dopo la pessima figura offerta al mondo nel 2019 a Madrid - formula cervellotica e soprattutto un programma folle, con gli ultimi match di giornata conclusi ben oltre la mezzanotte mentre i tennisti tornavano in albergo imbufaliti - la Kosmos, partner finanziario dell’Itf nell’organizzazione dalla Coppa Davis, ha avanzato alcune proposte per restituire appeal alla più antica manifestazione sportiva per squadre nazionali.

In primis, il calendario verrà spalmato su 11 giorni anziché una sola settimana e, accanto a Madrid, verranno coinvolte altre due città europee per raggiungere un pubblico ancora più vasto. In ciascuna di queste sedi si disputeranno due gironi e un quarto di finale. Mentre i due gironi restanti, due quarti, le semifinali e la finale resteranno a Madrid.

Tra le città potenzialmente destinate a unirsi alla capitale spagnola - e la decisione finale sarà presa in marzo sulla base delle proposte e delle misure anti-Covid previste - c'è anche Torino. L'Italia ha già presentato un proprio progetto molto forte per affiancarsi nell’organizzazione alle altre due città (la terza potrebbe essere Vienna), e considerando che la Coppa Davis cade pochi giorni dopo la conclusione delle Atp Finals (fine novembre), si potrebbero ereditare le strutture rimaste operative.

Questa soluzione è ancora un'ipotesi, con la Fit che potrebbe prendere in considerazione anche altre opportunità. Comunque, con l'Italia già qualificata alla fase finale, avere la possibilità di disputare l'intero girone di fronte al proprio pubblico (si spera) non sarebbe affatto male.

Intanto, sempre parlando di rivoluzioni, dal 2022 i team partecipanti alla Coppa Davis scenderanno da 18 a 16, in modo da avere quattro gironi da quattro che dovrebbero rendere meno caotica la classifica finale.