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Matteo Berrettini: "Ho pensato di smettere di giocare, vedevo tutto buio. Invidia per Sinner? No, sano agonismo"

Matteo Zorzoli

Aggiornato 22/11/2023 alle 18:56 GMT+1

COPPA DAVIS - Il tennista azzurro, a Malaga in veste di tifoso di Sinner e compagni, mette nel mirino la stagione 2024: "Per fortuna ci sono un sacco di persone che mi vogliono bene e hanno provato in tutti i modi a farmi stare meglio. Ho pensato di smettere perchè vedevo tutto buio, ma ora è tornato il sorriso quando sono in campo. Nuovo coach? A breve ci saranno novità"

Matteo Berrettini (Felice Calabrò)

Credit Foto Eurosport

(dall'inviato a Malaga) Si è aggregato alla squadra italiana di Coppa Davis ufficialmente da tifoso, così come era successo a Bologna ai gironi, ma il Matteo Berrettini che si presenta in conferenza stampa al Martin Carpena, alla vigilia dei quarti di finale contro l'Olanda, è un fiume in piena. Tanti gli argomenti trattati, dal ritorno in campo al cambio di allenatore dopo l'addio con Vincenzo Santopadre fino ai mesi bui vissuti dopo il terribile infortunio subito alla caviglia agli US Open. Purtroppo un déjà-vu.
"Sono sono venuto qui per me e per la squadra per prendere energia positiva allenandomi con i ragazzi e divertendomi sugli spalti. Purtroppo non posso stare in campo, ma credo fortemente nel gruppo. Ho parlato con Filippo Volandri. Erano tutti molto contenti di avermi con loro e quindi ho preso l'aereo e sono venuto qui. La squadra la vedo bene. La vedo con la tensione giusta, la vedo pronta. Poi sappiamo bene ci possono sempre essere un milione di sorprese. Direi anche che Jannik è pure discretamente in forma (ride ndr.), quindi siamo pronti alla battaglia".

Su Sinner

"Ho sempre saputo che Jannik avrebbe fatto tutto questo. E' una cosa che si sente quando giochi con un tennista di alto livello. La sua crescita era un solo una questione di tempo. Le condizioni di Torino, e dei tornei indoor in generale, sono le sue. Lo ha dimostrato fin da piccolino. Dietro Novak sul veloce c'è lui. Non c'è l'invidia. E' una questione di sano agonismo. Lo definisco così come credo lo abbia utilizzato lui negli anni precedenti. Sicuramente mi sarebbe piaciuto essere lì. Mi sarebbe piaciuto essere alle Finals. Più che altro godermele come se le è godute lui. L'episodio di Torino è stato la più grande delusione, ripensandoci, della mia carriera. Avevo fatto una stagione molto molto positiva e non sono riuscito a godermi il pubblico e tutta l'emozione di quel torneo di così speciale. Mi ha impressionato per quanto sia migliorato velocemente e sicuramente un grandissimo stimolo per permettermi sotto e lavorare".

Sul nuovo coach dopo Santopadre

"Sto finalizzando, appena avrò organizzato tutto vi farò sapere. Sto prendendo le ultime decisioni, sto considerando cosa è meglio per il mio futuro. Ci tengo visto che è stato nominato a spendere due parole per per Vincenzo e per quello che abbiamo fatto perché senza di lui sicuramente non sarei qui. Ogni tanto mi riguardo le partite, i video sul telefono, quando ci divertivamo insieme, giocando i Futures e i Challengers in giro per il mondo. Fondamentalmente è un ringraziamento a quello che abbiamo fatto insieme ci tenevo a dirlo perché secondo me al di là dei risultati, queste sono le cose più belle dello Sport.
Se penso a me, giocatore di tennis professionista, penso a me e lui insieme. E quindi alcune mattine mi sveglio e mi viene voglia di sentirlo. Però è stato talmente tanto tutto naturale, è stato un processo a cui siamo arrivati insieme. Ci siamo guardati e abbiamo detto: mi sa che qua non c'è più niente da dare. Quando l'abbiamo fatto avevo i brividi. E' stata una cosa molto molto emozionante e proprio per questo credo che il rapporto diventerà ancora più intenso perchè scindere il personale dal professionale è una cosa che non è molto facile, soprattutto a questi livelli".

Sul recupero

"Il percorso è in fase molto molto buona. Sono contento. Soprattutto perché quando sono in campo sorrido che è una cosa che non mi succedeva purtroppo da parecchi mesi, quindi sono felice. Mi sveglio la mattina felice con la voglia di entrare in campo, di sudare, di mettermi alla prova. Non so cosa mi riserverà il futuro in termini di risultati. In questo momento sembrerà banale, ma mi interessa poco perché ho veramente pensato di prendere scelte un po' più più grosse di questo. Quindi adesso tornare col sorriso in campo è bello".

Sul pensiero di smettere di giocare a tennis

"Smettere è una cosa che si dice spesso quando si è molto giù. Ci ho pensato seriamente una volta perché vedevo tutto buio. Perché il mio pensiero era: 'Ricomincio mi faccio il c*** per tornare e poi tanto risuccederà qualcosa e quindi quel tipo di pensiero mi è balenato. Ho detto: 'Non posso continuare a fare su e giù su e giù così perché veramente poi diventa un'agonia e io un'agonia non voglio che diventi questo sport per quanto io lo ami. Facciamo uno sport che non ci permette di prenderci del tempo quando ne abbiamo bisogno perché hai sempre la sensazione di rincorrere, sempre la sensazione che gli altri stanno giocando e ti superano. E tu sei fermo ai box, perdi punti e ritmo e quindi torni prima di quello che dovresti.
Per fortuna ci sono un sacco di persone che mi vogliono bene e hanno provato in tutti i modi a farmi stare meglio. Poi io sono uno che crede molto nello stare nel buio e quindi c'erano dei giorni che non riuscivo ad alzarmi. Anche se dovevo fare fisioterapia, mi pesava alzarmi dal letto e andare a fare fisioterapia. E quindi mi sono detto: 'Sai che c'è? Va bene così' Va bene, non avere voglia di fare niente. L'importante è capire un pochino il perché e poi cercare di trovare qualcosa che che ti faccia alzare dal letto. E sfidarmi, mi sto chiedendo che cosa posso fare ancora, che cosa cosa c'è davanti a me e mi sono accorto che non è una questione di ranking. Non è una questione di soldi. E' una questione proprio di sfida con me stesso".
La gente dimentica in fretta. Io non dimentico quello che ho fatto. Citando Vincenzo quando ci siamo parlati per l'ultima volta prima di smettere di lavorare insieme. Mi ha detto 'Tu non hai mai saltato una sessione di allenamento. Non hai mai saltato un colpo. Non hai mai staccato la testa da quello che stavi facendo. Io questo lo so".
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