Opinion
TennisIl rovescio della medaglia: Sampras-Agassi e quella rivalità che da Indian Wells divenne mito
DaEurosport
Aggiornato 17/03/2020 alle 11:29 GMT+1
Su Eurosport è nata una nuova rubrica dedicata al tennis. Ogni martedì dedicheremo spazio a un personaggio del circuito o a una storia inedita, attraverso uno sguardo approfondito e attento all'attualità. I protagonisti del sesto appuntamento sono Pete Sampras e Andre Agassi. Buona lettura!
Ci sono nomi che potrebbero scriversi attaccati perché la loro rivalità nel tennis ha segnato un'epoca tanto da farli diventare complementari, alimentando l'uno la leggenda dell'altro: BorgMcEnroe, SamprasAgassi, FedererNadal. Da leggere tutti d'un fiato, uniti per l'eternità. Il tennis giocato ci manca e in questa settimana avremmo dovuto assistere allo spettacolo di Indian Wells, il Principe dei Masters 1000. Partiamo da qui per rivivere una pagina storica di questo torneo, una tappa fondamentale del dualismo tra Pete Sampras e Andre Agassi che dal 1995 non sara più lo stesso ed entrerà nel mito.
Così vicini, così lontani
Entrambi americani ma separati da 3900 chilometri. Il Maryland è la casa natale di Pete, nato a Potomac da padre con origini greche e madre dal sangue spartano. Sampras, a tre anni, nella cantina di casa, trova una racchetta e per gioco inizia a palleggiare contro il muro. Tanti bambini iniziano così ma il suo talento è un'altra cosa. La sua indole è predisposta all'attacco. Il suo servizio, piatto e preciso, raggiunge picchi di velocità che negli Stati Uniti nessun maestro aveva mai avuto il piacere di ammirare. A sedici anni il rovescio, inizialmente bimane, viene trasformato nel colpo a una mano che gli istruttori degli anni '80 amavano tanto imporre. Potente, spietato e silenzioso. Ha la faccia pulita e sfoggia completi Sergio Tacchini sobri ed eleganti. Apparentemente amico di tutti, in realtà, come in futuro verrà descritto, un lupo solitario.
C'è poi un altro ragazzo, nato otto mesi prima di Sampras, che cresce sui campi dell'Accademia di Nick Bollettieri, in Florida. Sembra essere il nuovo predestinato della scuola americana ma ha un piccolo problema: odia il tennis e le regole che lo costringono a rimanere nella struttura di Bollettieri. Agassi se ne infischia delle regole. Il padre è omofobo? Andre si presenta in campo con lo smalto alle unghie. In Accademia si pretende un certo abbigliamento? Eccolo con capelli viola e jeans strappati. È un atleta vestito da chitarrista rock che zompetta sulle leve non lunghissime e lievemente incurvate verso l'interno, colpa di un difetto alla colonna vertebrale chiamato spondilolistesi. Il suo gioco si fonda sull'anticipo: nessuno aveva mai colpito la palla così forte e con una tale rapidità d'esecuzione.
Come nasce il mito
Il primo incontro tra i due è a Roma, agli Internazionali d'Italia. È il 1989 e il tennista di Las Vegas vince 6-2 6-1. Qualche anno più tardi ammetterà un'errata previsione:
Avrei detto che il mio avversario più grande sarebbe stato chiunque, ma non Pete. Giocai contro di lui a Roma nel 1989 e mi dicevo 'quel povero ragazzo non riesce a tenere una palla in campo'
Non poteva immaginare che Pistol Pete sarebbe diventato il suo miglior nemico. Quell'esordio romano diventa il centro di gravità permanente degli anni '90, ma è il 1995 a segnare la svolta. Agli Australian Open Andreino (come lo chiamava Gianni Clerici) vince in rimonta, in quattro set, vendicando la finale degli US Open persa nel 1990 senza troppa storia. A Indian Wells il livello è altissimo e Sampras, che nel 1994 aveva scavato il solco nei confronti del rivale, prevale tre set a zero sotto il sole californiano.
Pete è la tesi, Agassi l'antitesi e viceversa. Come quando Nadal, con il suo gancio mancino, scardina le certezze di Federer sembrando un tennista creato in laboratorio per essere l'anti-svizzero. La sintesi è perfetta perché Sampras, a suon di ace e volée vincenti, macina titoli. Il suo dritto è un prodigio di tecnica ed efficacia e atleticamente solo uno come Agassi può tenergli testa, con quei vincenti da fondocampo che si sposano alla perfezione con il tennis moderno. Nessuno serve meglio di Pete, ma il suo colpo di inizio gioco, opposto ad Andre, risulta spesso vano. Nessuno risponde meglio di Agassi, ma i suoi fondamentali, opposti a Sampras, sembrano essere un gentile assist per una volée perfetta.
Le statistiche complessive
- Cemento: Sampras, 11-9
- Erba: Sampras, 2-0
- Terra: Agassi, 3-2
- Sintetico: Sampras, 5-2
- Match nei Masters Series: Agassi, 5-4
- Finali nei Masters Series: Agassi, 3-2
- Match negli Slam: Sampras, 6-3
- Finali negli Slam: Sampras, 4-1
- Match in Masters Cup: Sampras, 4-2
- Finali in Masters Cup: Sampras, 1-0
- Tutte le finali: Sampras, 9-7
- Totale: Sampras 20-14
Una rivalità diventata leggenda
Dal 1995 niente sarà più come prima. Agassi vince l'89% dei match giocati, la percentuale più alta di tutta la sua carriera; Sampras chiude con l'81%, ma con uno Slam in più, gli US Open (contro chi non occorre dirlo), dopo Wimbledon naturalmente. Il successo di Melbourne non sarà l'unico in finale per Andre che, a Miami, ha la meglio in quella che il New York Times definisce "la finale dei sogni". Il padre ha appena subìto un'operazione al cuore e il Kid di Las Vegas riassume sobriamente la situazione:
Mi aveva fatto il c*** a Indian Wells, per cui promisi a mio padre che gli avrei restituito il favore
La promessa viene mantenuta e Agassi accorcia tanto negli head-to-head (8-7) quanto nel ranking. Da Montreal a New York la sfida diventerà un cult e negli anni la forbice diverrà più ampia, a favore di Sampras. Alcune partite restano nella memoria collettiva. Agli Australian Open, nel 2000, Andre vince 6-4, 3-6, 6-7(0), 7-6(5), 6-1 e il duello leggendario fa da ponte tra il vecchio e il nuovo millennio. I quarti di finale degli US Open 2001, giocati pochi giorni prima dell'attentato alle Torri Gemelle, vedono Sweet Pete imporsi 6-7(7), 7-6(2), 7-6(2), 7-6(5): nessuno dei due riesce a strappare il servizio all'altro.
Tutte le finali tra Sampras e Agassi: 9-7 il bilancio per Pete
ANNO | TORNEO | SUPERFICIE | VINCITORE | PUNTEGGIO |
1990 | US Open | Cemento | Sampras | 6-4 6-3 6-2 |
1992 | Atlanta | Terra rossa | Agassi | 7-5 6-4 |
1994 | Key Biscane | Cemento | Sampras | 5-7 6-3 6-3 |
1995 | Australian Open | Cemento | Agassi | 4-6 6-1 7-6 6-4 |
1995 | Indian Wells | Cemento | Sampras | 7-5 6-3 7-5 |
1995 | Key Biscane | Cemento | Agassi | 3-6 6-2 7-6 |
1995 | Canada | Cemento | Agassi | 3-6 6-2 6-3 |
1995 | US Open | Cemento | Sampras | 6-4 6-3 4-6 7-5 |
1996 | San José | Cemento | Sampras | 6-2 6-3 |
1998 | San José | Cemento | Agassi | 6-2 6-4 |
1999 | Wimbledon | Erba | Sampras | 6-3 6-4 7-5 |
1999 | Los Angeles | Cemento | Sampras | 7-6 7-6 |
1999 | Masters Cup | Cemento | Sampras | 6-1 7-5 6-4 |
2001 | Indian Wells | Cemento | Agassi | 7-6 7-5 6-1 |
2001 | Los Angeles | Cemento | Agassi | 6-4 6-2 |
2002 | US Open | Cemento | Sampras | 6-3 6-4 5-7 6-4 |
Sampras finirà la carriera con 286 settimane da numero 1 del mondo, Agassi con 101. Il primo con 14 Slam e 11 Masters Series (all'epoca così si chiamavano i 1000), il secondo con 8 Slam (tra cui, però, il Career Grand Slam a Pete precluso dal Roland Garros) e 17 Masters Series. Alla fine, tra i due, la spunterà il ragazzo del Maryland con 20 vittorie a 14 tra il 1989 e il 2002. L'ultima non poteva che essere fatta della materia dei sogni. A New York, Sampras si presenta nelle strane vesti di outsider, incapace di vincere un torneo da oltre due anni. Invece, come 12 anni prima, ritrova l'eterno rivale in finale e vince in quattro set combattuti conquistando gli US Open per la quinta volta e il 14esimo e ultimo Slam della carriera. Un trionfo da testa di serie numero 17, come Federer contro Nadal nel 2017 a Melbourne, nel torneo della restaurazione. Anche questa ormai è storia.
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