Nadal in declino: mai così male in avvio di stagione

Rafael Nadal ha abituato i suoi tifosi (e anche i suoi avversari, a dirla tutta) a un rendimento altissimo, che lo consacra come uno dei giocatori più difficili da battere degli ultimi 7-8 anni di tennis. A maggior ragione, quest'anno, l'inizio di stagione del maiorchino stride con quanto fatto negli anni passati; non è solo il gioco a essere peggiorato, ma è proprio la resa generale a stabilire un dato indiscutibile: quest'anno Nadal è in flessione.

IL GIOCO DI RAFA E' PEGGIORATO - Chi è solito vedere il Nadal che corre, che non molla una palla, che sbaglia pochissimo, quest'anno si ritrova di fronte una versione più brutta del suo beniamino, atleticamente meno brillante e soprattutto meno preciso sulle righe del campo, che fino a poco fa erano sue grandissime alleate. Il gioco, ovviamente, si riflette sui risultati e in questo primo trimestre Nadal ha raccolto ben poco: per il momento ha alzato un solo trofeo, quello di Buenos Aires, che vale 250 punti ATP. Ed è proprio sul conteggio dei punti fatti (e non sui punti globali in classifica) che si basa questa valutazione. Anche la classifica, in ogni caso, non sorride: lo spagnolo è tornato a essere il numero 5 del mondo (peggior ranking dal 2013).

MAI UNA "RACE" COSì POVERA - Il conteggio, dunque, si basa sulla Race, ossia sui punti fatti nella singola stagione e non sul punteggio attuale nel ranking ATP. I 250 punti di Buenos Aires si sommano ai 360 dei quarti di finale degli Australian Open più altre quote minori che lo portano a un totale di 1015, ossia al nono posto della classifica che poi porterebbe alle Masters Finals di fine anno. E da questo torneo Nadal sarebbe virtualmente fuori, visto che passano solo i primi otto e che lui è nono, alle spalle di Milos Raonic (1180) nella classifica guidata da Novak Djokovic con 4385 punti e in cui anche Roger Federer è piuttosto indietro (sesto a 1515). Solo nel 2004, al suo esordio da pro in ATP, Nadal aveva fatto peggio: al suo debutto, 11 anni fa, aveva raggranellato solo 470 punti.

MAI COSI' MALE NEMMENO CON GLI INFORTUNI - Dopo il 2004, il suo momento più basso fu nel 2006, quando il mancino di Manacor fu fermato da un infortunio alla mano che lo costrinse a stare fermo fino a metà febbraio, obbligandolo a saltare gli Australian Open: in quell'anno fece 1050, comunque meglio di quest'anno. Anche nel 2013 saltò gli Australian Open, ma quando rientrò partì subito col botto, con una finale e tre vittorie, di cui una fu il Masters 1000 di Indian Wells (saltando poi Miami): in quell'occasione furono 1900 punti. L'anno migliore? Il 2009, quando fu numeroi 1 del mondo fino a giugno; in quel caso i punti furono 3525 comprensivi di vittoria agli Australian Open e a Indian Wells.

L'OCCASIONE DEL RISCATTO E' ORA - Nonostante ciò, nessuno crede che Nadal, a fine anno, possa restare escluso dalle Finals: con Miami si è chiuso il primo ciclo delle superfici dure e si apre la stagione della terra (di cui lo spagnolo aveva avuto un assaggio proprio a Buenos Aires). Nell'ordine Nadal parteciperà a Montecarlo (Masters 1000), Barcellona (500), Madrid (Masters 1000) e Roma (Masters 1000), prima del Roland Garros (Slam, 2000 punti); sono cinque tornei prestigiosissimi, ricchi di punti, sulla sua superficie preferita e soprattutto su quella più confacente alla sua delicatezza a livello articolare ormai comprovata. Difficile che un lottatore come lui possa "steccare" ovunque sul terreno di cui è il dominatre. Recupererà sicuramente terreno, anche per cancellare la macchia di questo trimestre da dimenticare.

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