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Kevin Anderson sfrutta l’occasione della vita: Carreño Busta battuto, è in finale

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Aggiornato 09/09/2017 alle 02:22 GMT+2

Il sudafricano a 31 anni raggiunge per la prima volta l’ultimo atto di uno Slam: lo spagnolo viene rimontato con il punteggio di 4-6 7-5 6-3 6-4 in due ore e 54 minuti.

Kevin Anderson - US Open 2017

Credit Foto Getty Images

Kevin Anderson è il primo tennista sudafricano capace di raggiungere la finale degli US Open dal 1965: un’altra superficie, un’altra epoca, un’altra storia quella del predecessore Cliff Drysdale. La favola del ragazzo di Johannesburg è, invece, la rivincita di un giocatore che è stato top 10 nel 2015 per poi essere frenato dagli infortuni prima del ritorno al successo.
L’avvio del match è complicato per il lungagnone che, dopo aver perso il servizio per tre volte in 87 turni dall’inizio del torneo, se lo fa strappare per due volte in un set e mezzo. Il merito è di Pablo Carreño Busta, semplicemente perfetto per un’ora e venti minuti: la ricerca costante del servizio al corpo, l’aggressività in risposta e la capacità di far decollare il rendimento alla battuta nei momenti chiave sono gli ingredienti essenziali per incanalare la partita sui binari prediletti dall’asturiano. Il break nel settimo game arriva con la complicità del sudafricano, contratto e falloso: il 6-4 certifica così il 16esimo set di fila vinto a New York dalla testa di serie numero 12.
Il secondo parziale con break e contro-break immediato mostra ancora la bravura di Carreño Busta nel togliere il tempo in uscita dal servizio all’avversario per poi sfoggiare dei notevoli passanti. La svolta, però, coincide con il dodicesimo game, quando per la prima volta nel match l’asturiano trema incappando nel primo doppio fallo sul 30 pari: Anderson pareggia subito i conti, s’impone 7-5 e ribalta l’inerzia. Il sudafricano, d'un tratto libero da un peso, comincia a muoversi bene e il resto lo fanno i proiettili scagliati da un’altezza di 203 centimetri.
Un altro doppio fallo è fatale allo spagnolo nel quarto game e da quel momento non si gioca più sul servizio di Anderson: il 6-3 del terzo set precede il decisivo break del 3-2, quando la testa di serie numero 28 lascia partire palla corta, dritto e rovescio evidenziando una varietà di soluzioni invidiabile per una simile statura. Carreño Busta, prima di arrendersi, dà sfogo alle ultime armi e l’ultimo game è il più bello del match: l’asturiano si aggiudica uno scambio da 38 colpi, si difende come un leone e cede solo di fronte alla capacità del sudafricano di alzare il ritmo esaltandosi con una volée di rovescio sulla riga e uno smash a rimbalzo al cardiopalmo.
Kevin Anderson, primo finalista sudafricano agli US Open nell’Era Open, è il tennista più alto di sempre ad arrivare all’ultimo atto di uno Slam: per quasi tutti sarà una vittima sacrificale, a lui il compito di suggellare un vero capolavoro.
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