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Matteo Berrettini piega Popyrin in 4 set e va agli ottavi di potenza, fatica e controllo

Fabio Disingrini

Aggiornato 01/09/2019 alle 05:02 GMT+2

A Flushing Meadows, il nostro tennista vince anche il suo match di terzo turno in 4 set: 6-4, 6-4, 6-7 (3), 7-6 (2) ad Alexei Popyrin al termine di una dura battaglia. Sfiderà Rublev che ha liquidato la pratica Kyrgios in soli 3 set: la posta in palio sarà la prima volta ai quarti di finale di uno slam.

Matteo Berrettini batte Alexei Popyrin al terzo turno degli US Open 2019

Credit Foto Getty Images

"Stanco e felice", sono le prime parole di Matteo Berrettini dopo aver vinto un match diventato durissimo contro Popyrin - un ventenne che risale le correnti come pochi coetanei - e noi sempre più convinti che la ripassata di Federer, a Wimbledon, gli abbia fatto proprio bene. Lo diciamo perché oggi il nostro nuovo alfiere è un tennista che prima picchia duro e poi sa trattare i momenti più complicati: l’ha fatto qui a New York con Gasquet, Thompson e Popyrin, tre avversari diversissimi fra loro, tre volte in quattro set cedendo il terzo.
Con Alexei Popyrin - talento australiano di chiare origini russe, gran servizio, ottimo colpitore di dritto, limitato sul rovescio - è pure sembrato facile: due set avanti e altrettanti magnifici colpi (volée smorzata e lob) in fondo al secondo parziale, più due palle break che, annullate da Popyrin, l’avrebbero mandato a servire per il terzo. Lì s’è scatenato il giovane aussie dai dritti inside out e perfino un passante di rovescio, che chiude un tie-break urlato e dominante.
Popyrin ha poi sorpreso Berrettini per tutto il quarto set con la sistematica ricerca della rete fin dal serve and volley, e qui la partita di Matteo s’è fatta proprio complicata fino a quel game in apnea che, sul 5-5, è durato 20 minuti costando il break al settimo tentativo dello scalmanato Popyrin. Tirava aria di quinto e chissà come sarebbe finita: non ce lo chiediamo se su due dei 3 set-point lo sciagurato Alexei ha commesso un doppio fallo, sprecando game e partita perché al tie-break i suoi nervi erano già belli che andati.
Vince Matteo 6-4, 6-4, 6-7 (3), 7-6 (2) dopo oltre 3 ore e mezza di gioco, con palle corte sparse per tutta la partita e a sorti alterne: nel senso che le ha sbagliate quasi tutte ma non le due più importanti. Alla scoperta di Matteo Berrettini, oltre le certezze granitiche di servizio e dritto e un rovescio sempre più misurato in slice, troviamo la volée smorzata di rovescio con passo d’incontro: un colpo che viene da un tennis remoto nelle corde di un giocatore modernissimo.
E ora la sfida a Rublev che ha liquidato la pratica Kyrgios in soli 3 set. (7-6 7-6 6-3).Sarà comunque un match di assoluto spessore verso i quarti di finale degli US Open. Sarebbe la prima volta di Matteo destinato a quei palchi e se non adesso, comunque prestissimo.
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