Matteo Berrettini piega Popyrin in 4 set e va agli ottavi di potenza, fatica e controllo
Aggiornato 01/09/2019 alle 05:02 GMT+2
A Flushing Meadows, il nostro tennista vince anche il suo match di terzo turno in 4 set: 6-4, 6-4, 6-7 (3), 7-6 (2) ad Alexei Popyrin al termine di una dura battaglia. Sfiderà Rublev che ha liquidato la pratica Kyrgios in soli 3 set: la posta in palio sarà la prima volta ai quarti di finale di uno slam.
"Stanco e felice", sono le prime parole di Matteo Berrettini dopo aver vinto un match diventato durissimo contro Popyrin - un ventenne che risale le correnti come pochi coetanei - e noi sempre più convinti che la ripassata di Federer, a Wimbledon, gli abbia fatto proprio bene. Lo diciamo perché oggi il nostro nuovo alfiere è un tennista che prima picchia duro e poi sa trattare i momenti più complicati: l’ha fatto qui a New York con Gasquet, Thompson e Popyrin, tre avversari diversissimi fra loro, tre volte in quattro set cedendo il terzo.
Con Alexei Popyrin - talento australiano di chiare origini russe, gran servizio, ottimo colpitore di dritto, limitato sul rovescio - è pure sembrato facile: due set avanti e altrettanti magnifici colpi (volée smorzata e lob) in fondo al secondo parziale, più due palle break che, annullate da Popyrin, l’avrebbero mandato a servire per il terzo. Lì s’è scatenato il giovane aussie dai dritti inside out e perfino un passante di rovescio, che chiude un tie-break urlato e dominante.
Popyrin ha poi sorpreso Berrettini per tutto il quarto set con la sistematica ricerca della rete fin dal serve and volley, e qui la partita di Matteo s’è fatta proprio complicata fino a quel game in apnea che, sul 5-5, è durato 20 minuti costando il break al settimo tentativo dello scalmanato Popyrin. Tirava aria di quinto e chissà come sarebbe finita: non ce lo chiediamo se su due dei 3 set-point lo sciagurato Alexei ha commesso un doppio fallo, sprecando game e partita perché al tie-break i suoi nervi erano già belli che andati.
Vince Matteo 6-4, 6-4, 6-7 (3), 7-6 (2) dopo oltre 3 ore e mezza di gioco, con palle corte sparse per tutta la partita e a sorti alterne: nel senso che le ha sbagliate quasi tutte ma non le due più importanti. Alla scoperta di Matteo Berrettini, oltre le certezze granitiche di servizio e dritto e un rovescio sempre più misurato in slice, troviamo la volée smorzata di rovescio con passo d’incontro: un colpo che viene da un tennis remoto nelle corde di un giocatore modernissimo.
E ora la sfida a Rublev che ha liquidato la pratica Kyrgios in soli 3 set. (7-6 7-6 6-3).Sarà comunque un match di assoluto spessore verso i quarti di finale degli US Open. Sarebbe la prima volta di Matteo destinato a quei palchi e se non adesso, comunque prestissimo.
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