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US Open: Victoria Azarenka elimina Serena Williams e torna in finale dopo 7 anni

Simone Eterno

Aggiornato 11/09/2020 alle 06:26 GMT+2

Sette anni dopo l'ultima finale slam in carriera, proprio qui allo US Open e proprio contro la Williams, Victoria Azarenka ha la sua vendetta: 1-6 6-3 6-3, la bielorussa batte Serena e vola in finale contro Naomi Osaka.

Victoria Azarenka porta le mani al volo dopo la vittoria su Serena Williams che le vale la finale dello US Open 2020 sette anni dopo l'ultima volta

Credit Foto Getty Images

Era stato un classico del tennis contemporaneo femminile. Delle loro 22 sfide prima di oggi però, solo 2 se ne erano giocate negli ultimi 5 anni. Partite combattute. Partite storiche. Partite anche memorabili, come la finale del 2012 e quella del 2013 proprio di questo torneo. Victoria Azarenka però, negli slam, non era mai riuscita a battere Serena Williams: 0-10 il parziale.
La rivincita, il sogno, la vendetta sportiva, chiamatela come vi pare, si è consumata in qualche modo stanotte. Inevitabile, secondo alcuni – bookmakers compresi – perché Serena fin qui si era più che altro trascinata, vivendo del suo peso di palla al servizio e del suo residuo status symbol. Decisamente sudata e guadagna, invece, per come effettivamente si era poi messa in campo. Sì, perché Victoria Azarenka questa partita non l’aveva per nulla incominciata al meglio; Serena Williams, invece, come mai aveva fatto in questo torneo prima di oggi. 6-1, dice il parziale del primo. Parziale dove Serena ha dettato legge al servizio; parziale dove l’Azarenka, proprio al servizio, è stata letteralmente aggredita. Poche prime, troppe seconde all'acqua di rose e una risultante che si scrive da sé: la Williams dentro a tutta.
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Serena vince il braccio di ferro con Azarenka: è il punto più bello del match

Per uscire dal suo “buco”, come la bielorussa l’ha poi definito al termine della partita, Azarenka ha dovuto ritrovare soprattutto il servizio. E quindici dopo quindici, corsa dopo corsa, punto guadagnato dopo punto sudato, il resto è venuto da solo. Già perché la Williams ha rivisto i fantasmi di un 24° slam che resta maledetto; e di fronte a una partita dove l’americana ha probabilmente intuito come sarebbe andata a finire, ha provato a prendersi più rischi. Più tentativi di accelerazione, più soluzioni tanto complicate quanto affrettate. Sono corrisposti però anche più errori. E quando Azarenka ha iniziato a correre, per la Williams c’è stato poco da fare. La bielorussa ha vinto il secondo parziale per 6-3 ed è salita 3-0 anche nel terzo set, lasciando alla Williams un tentativo finale di reazione che per quanto degno di applausi, non ha sortito alcun effetto. A differenza di 8 anni fa, dove Azarenka si trovò a servire per il match, questa volta la bielorussa non ha tremato. Troppo diversa la situazione, troppo differente la trama della partita, troppo più “debole” lo spauracchio Serena.
Azarenka ha chiuso così con una vittoria in rimonta per 1-6 6-3 6-3 che è in fondo la conferma di quanto già detto due settimane fa, su questi campi, dal torneo di Cincinnati: Azarenka e Osaka, in questa fine estate newyorchesi, sono evidentemente le due tenniste più forti. E se per la giapponese si poteva anche pensare, per la bielorussa il discorso legato alla rinascita è completamente differente. A metà torneo però eravamo stati buoni profeti: occhio a Victoria Azarenka. Dovrà prestarne Naomi Osaka. Per quella che sabato, di fatto, sarà la miglior finale possibile del torneo femminile.
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Serena ci prova, Azarenka rimonta e va in finale: gli highlights del match

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