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Tennis, US Open - Da Robert Kennedy alle associazioni, mobilitazione per far giocare Djokovic. Nole: "Dita incrociate"

Simone Eterno

Aggiornato 30/07/2022 alle 14:52 GMT+2

US OPEN - In queste ore tanti appelli al governo americano per permettere a Djokovic l'ingresso nel paese nonostante il suo status di non vaccinato. Da Robert Kennedy ad alcune associazioni. Djokovic ha ringraziato tutti su Instagram: "Mi sto preparando come se dovessi giocare. Speriamo ci sia un posto per me, dita incrociate".

Novak Djokovic (US Open 2021)

Credit Foto Getty Images

Si tratta di una vera e propria mobilitazione. Seppur in piccolo, seppur per un singolo, sono state tante le voci in queste ultime settimane in favore di Novak Djokovic. Il fresco campione di Wimbledon a oggi è infatti ancora fuori dallo US Open. Il suo status di ‘non vaccinato’ non gli permette l’ingresso nel Paese, nonostante le contraddizioni siano ormai evidenti e molteplici. Regolari cittadini americani non vaccinati, ad esempio, potranno assistere al torneo. Così come giocatori non vaccinati potranno competere regolarmente solo in base al passaporto. Tennys Sandgren ad esempio, tennista americano, sarà regolarmente al via del torneo. Una situazione che Djokovic ha comunque accettato, spiegando ancora una volta chiaramente nella sala stampa di Wimbledon, dopo il successo ai Championship, la sua posizione: “Spero ancora sia possibile andarci. Difficile che venga fatta un’eccezione, ma magari potrà cadere questo tipo di restrizione”.
Una restrizione invece che continua a sussistere. E allora sono piovute da più parti richieste di intervento da parte della politica. Nebojsa Jovanovic, presidente di un’associazione che promuove il tennis in Serbia, ha scritto direttamente al presidente americano Joe Biden, appellandosi ad una specifica clausola giuridica nella proclamazione presidenziale di interesse nazionale 10294, secondo la quale sarebbe concesso, ai cittadini stranieri, di ricevere un'esenzione e quindi di poter entrare negli Stati Uniti. “Djokovic non è una minaccia nazionale - era parte del contenuto della lettera fatta pervenire a Biden - È una delle persone più sane al mondo grazie alla sua vita disciplinata e funge da modello e ispirazione per milioni di persone in tutto il mondo. È nell'interesse dell'America che il più grande torneo del mondo ospiti il più grande giocatore del mondo, soprattutto da quando ha appena vinto il suo settimo torneo di Wimbledon a Londra”.
Su questi torni si era espresso anche John McEnroe, sottolineando come fosse interesse dello US Open avere Novak Djokovic al via. Ma anche personaggi impegnati in politica come Robert Kennedy Jr., che in un tweet invitata a far sentire la propria voce verso l’amministrazione Biden.
Una movimentazione che non ha lasciato Djokovic indifferente. Con un messaggio apparso su Instagram, il serbo ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno provato a fare sentire la propria voce, supportandolo a distanza. Un Djokovic apparso in qualche modo ancora ottimista. La frase finale del suo post infatti è abbastanza chiara: “Mi sono allenando come se mi fosse permesso di giocare, mentre aspetto di capire se ci sarà spazio per me per entrare negli Stati Uniti. Dita incrociate”.
Lo US Open prenderà il via al prossimo 29 agosto. Insomma, un mese esatto prima dell’ultimo slam della stagione. Djokovic, dopo il successo a Wimbledon, è tornato a -1 dal record all-time di 22 slam conquistati da Rafael Nadal. Vedremo se, a New York, potranno tornare a sfidarsi sul campo.
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