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US Open 2023 - Sinner, Musetti, Berrettini & co, il borsino dei 12 italiani in tabellone

Simone Eterno

Aggiornato 28/08/2023 alle 11:59 GMT+2

US OPEN 2023 - Da Sinner a Musetti passando per Giorgi e Paolini fino a Berrettini, Arnaldi, Cocciaretto e il qualificato Travaglia: il borsino degli 12 italiani presenti in tabellone a Flushing Meadows per questa edizione dello US Open 2023. Momento, risultati, speranze e ambizioni in questa mini guida con tutti gli azzurri al via.

Borsino Italiani: ecco cosa aspettarci dagli azzurri agl Us Open 2023

Credit Foto Eurosport

Undici di diritto nel main draw, più uno (su 18 al via) proveniente dalle qualificazioni. L'Italia si presenta a US Open 2023 con tanti protagonisti. Su tutti, ovviamente, quel Jannik Sinner campione in Canada che però questa volta ha pescato malissimo. Proveranno a dargli una mano Berrettini, Musetti e Arnaldi, che hanno partite potenzialmente alla loro portata per arrivare alla seconda settimana. Più difficile il cammino delle ragazze, le cui speranze nel tabellone femminile sono aggrappate a un exploit della Giorgi o della Paolini, impegnate però entrambe contro giocatrici più forti di loro. Qui sotto il borsino di ogni singolo azzurro nel main draw.

Jannik Sinner

Il titolo in Canada ha finalmente allontanato quella “scimmia” da tempo sulle spalle di Jannik; e il successivo passo falso di Cincinnati con Lajovic non deve lasciare grosse preoccupazioni: una sconfitta che ci può stare. Casomai, un peccato perché con un buon cammino avrebbe potuto prendersi la posizione n°4 del mondo ed evitare agli eventuali quarti uno tra Alcaraz, Djokovic, Medvedev o Rune. E proprio questa cosa alla fine è inciso. Non solo Sinner è finito nel lato di Alcaraz, ma anche in quello di Medvedev. Per vincere il torneo dunque dovrebbe batterli tutti uno dietro l’altro. Di certo c’è che Jannik all’ultimo slam stagionale si presenta in fiducia: forte della semifinale a Wimbledon e del primo 1000 messo in bacheca, cose che gli valgono in sostanza un quasi certo posto a Torino. Dovrà prenderla alla leggera, insomma. Consapevole che a questo giro potrebbe esserci un Everest da scalare. Magari – lui che in montagna ci è nato – avrà più ossigeno di tutti. Chi lo sa...
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Jannik Sinner con il titolo vinto al Masters 1000 di Toronto 2023

Credit Foto Getty Images

Lorenzo Musetti

Anche Musetti si presenta all’ultimo slam stagionale forte di una conferma che lo scorso anno dopo l’expolit di Amburgo l’aveva spinto in alto. Il carrarino, pur senza i 500 punti di Amburgo, è ancora lì tra i migliori del mondo. La buona prova di Toronto e la discreta sconfitta con Medvedev in Canada sono stati un po’ messi in disparte dopo il ko di sette giorni dopo, sempre col russo, a Cincinnati. La partita in Ohio ha mostrato un passetto indietro di Lorenzo, che a questo US Open però si presenta con ambizioni teoriche di seconda settimana. Il sorteggio non è impossibile, così come non lo è quel terzo turno eventuale con Fritz, in questa stagione meno performante rispetto al 2022. Il terzo turno è l’obiettivo minimo.

Matteo Berrettini

Se Wimbledon aveva rappresentato la rinascita, l’estate americana arriva per Berrettini come una ricerca di conferme. In Canada si è arreso a Sinner – poi campione, ma a Cincinatti un pizzico di delusione per la caduta contro Auger-Aliassime non si può nascondere, specie visto il momentaccio con cui arrivava a quella partita il canadese. Sintomo che Matteo oltre che il “bel torneo” – leggasi Wimbledon – deve ritrovare continuità, vera benzina, lui lo sa bene, per restare là davanti. Perché avere una Ferrari e non poter fare il pieno è un po’ il paradosso che ancora bisogna risolvere. A New York Matteo troverà subito Humbert, poi un secondo turno teoricamente abbordabile contro Schwartzman o Rinderknech. Anche per lui il terzo turno è l’obiettivo: con Rublev o Monfils ostacoli tosti ma non impossibili. A patto che testa, fisico, voglia e tennis siano quelli di Wimbledon.
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Matteo Berrettini, Toronto 2023

Credit Foto Getty Images

Lorenzo Sonego

Dal Roland Garros in poi l’estate di Lorenzo Sonego non è stata particolarmente brillante in termini di risultati. Poche partite vinte, complici anche avversari fastidiosi come Sinner ad Halle, piuttosto che Berrettini a Wimbledon, Murray a Toronto o Fritz a Cincinnati. Anche vero però che fuori da questi, Sonego ha raccolto poco in tornei di fascia più bassa, siano stati questi Stoccarda, Eastbourne, Gstaad o Umago. Probabilmente Sonego non vive il miglior momento di fiducia e il tabellone non gli dà una mano: al secondo turno dovrebbe ritrovarsi Sinner. Uno che i derby non li perde mai. Non è girata bene a Lorenzo.

Matteo Arnaldi

A New York si presenta per la prima volta forte del miglior momento della sua giovane carriera. Di Matteo Arnaldi abbiamo parlato in dettaglio anche in questa puntata di Schiaffo al Volo, e questo US Open arriva dopo il buon impatto in Canada, dove si è arreso anche lui a una bella partita con Medvedev. A Cincinnati invece lo stop al primo turno di quali con Moutet dopo aver vinto il primo set. Il sorteggio ha detto che in questo torneo si possono sognare cose belle. Esordio con Kubler, poi eventualmente Griekspoor o Fils con un eventuale sguardo al terzo turno con Kokkinakis/Shevchenko/Norrie. Un passo per volta. Ma guardare alla seconda settimana, francamente, non è mica impossibile.
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Matteo Arnaldi, Masters 1000 Toronto 2023

Credit Foto Getty Images

Marco Cecchinato

Entrato in tabellone come ultimo giocatore avente diritto, Cecchinato vive un momento che dalla partita con Shelton a Ginevra in poi l’ha visto in sostanza sempre e solo sconfitto. Da fine maggio a oggi il siciliano ha vinto una sola partita, con Shevchenko, al primo turno di Umago. Ultima di queste, a Winston-Salem con Purcell. Pochino se l’obiettivo è rimanere dentro gli slam; pochissimo per uno come lui che per farlo ha bisogno di risultati sulla terra. A New York dunque si presenta con poca fiducia e con la spada di Damocle di una classifica che brama punti. Al primo turno trova Safiullin. Dura. Se non addirittura proibitiva.

Stefano Travaglia

Due anni e mezzo fa si era issato fino alla posizione numero 60 del mondo, poi Stefano Travaglia è uscito dal giro del tennis “che conta” e non è più riuscito a tornarci. Il main draw di uno slam mancava dall’Australian Open 2022; e più in generale Travaglia era sparito anche dalle qualificazioni. E’ rientrato, con fatica, in quelle di questo US Open 2023 per la prima volta proprio un anno dopo le ultime disputate – e perse – qui nel 2022. E il suo viaggio nel “purgatorio” del tennis è stato ricco d’insidie. Tre partite, nove set. A partire dal supertiebreak del primo turno con Gombos, vinto per 10 punti a 6, passando per la rimonta 2-6 7-6 6-2 su veterano australiano Millman (uno che può raccontare i nipoti che in questo torneo, in carriera, fu in grado di battere Roger Federer sul centrale) e chiudendo con la rimonta di sabato sera su francese Cazaux dopo più di 3 ore di lotta. Un vero viaggio quello di Travaglia, la cui sublimazione è la 15esima apparizione in carriera nel main draw di uno slam, la prima, appunto, a un anno e mezzo da quell’Australian Open 2022. In premio troverà un avversario durissimo ma un campo importante: sul 17 sfiderà il padrone di casa Tommy Paul. Chiedergli qualcosa in più di quando non abbia già fatto, è francamente eccessivo.

Elisabetta Cocciaretto

L’estate ha regalato ad Elisabetta il primo titolo WTA 250 della carriera, nel successo a Losanna. Il rovescio della medaglia però resta in quelle condizioni fisiche che la costringono sempre un po’ a giocare col contagocce. Cocciaretto è poi andata a Cincinnati, trovando subito il ko contro l’ex campionessa proprio dello US Open, Sloane Stephens. Sul cemento però a inizio anno aveva fatto vedere discrete cose, con la finale a Hobart e i quarti a Monterray e Merida. Ha pescato Kaia Juvan, slovena proveniente dalle qualificazioni e giocatrice insidiosa in quanto già "in ritmo" con palle e campi. Dovrà prestare attenzione.

Camila Giorgi

Pur non essendo stato un anno ricco di particolari soddisfazioni, il 2023 di Camila fino a oggi recita 21 partite vinte, 16 perse. Il tutto in una stagione costellata dai tanti problemi fisici. Dopo Wimbledon la Giorgi si è presa quella “pausetta” che cercava per ripresentarsi a Montreal e Cincinnati. In Canada discrete cose, col successo su Andreescu e una Kvitova portata al terzo set. Decisamente meno bene a Cincy, dove si è ritirata ancora una volta a metà terzo set con Rebecca Marino. Per lei la discriminante in questo US Open sarà ancora la stessa: come sta? Lo scopriremo subito e su un campo importante: il sorteggio le ha dato Pegula. Dalla vittoria che le diede poi il titolo a Montreal, ci ha perso 5 volte su 5. Ma una cosa è certa: l’americana non sarà contenta di trovarsela subito lì.
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Camila Giorgi

Credit Foto Eurosport

Jasmine Paolini

Tra il gruppo delle azzurre già in tabellone di diritto è la giocatrice sulla quale riporre probabilmente più aspettative. Paolini è reduce dal cammino a Cincinnati che partito dalle qualificazioni l’ha portata fino al miglior risultato della carriera in un WTA 1000, ossia i quarti di finale con la Guaff (poi vincitrice del torneo). Oltre a quello già aveva fatto bene anche a Montreal (dove si era arresa all’altra campionessa, Pegula), nonché la finale di Palermo contro la Zheng. Ha giocato tanto e ha giocato bene Jasmine, che qui però parte con Ostapenko. Evidente come la partita sarà sulle corde della lettone, come sempre. Dovesse riuscire a fare uno scherzetto, il tabellone per lei si farebbe piuttosto succoso.
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Jasmine Paolini

Credit Foto Getty Images

Lucia Bronzetti

Non c’è molto da dire su Lucia Bronzetti se non che dalla finale di Bag Homburg persa con la Siniakova non ha più vinto una partita. Una mini-crisi evidente anche dentro i singoli risultati. Da quella finale il conteggio dice sei partite dove la romagnola ha vinto un solo set, con Erika Andreeva – sorella di Mirra – a Palermo, salvo poi prendersi un netto 6-0 6-2. E’ una piccola crisi – ma evidente – che la trasporta in questo US Open con pochissima fiducia, anche se nell’ultima settimana a Chicago sembra essersi finalmente sbloccata. Il sorteggio dice che partirà con Krejcikova. Se la ceca giocherà senza problemi fisici, è durissima.

Martina Trevisan

Scivolata al numero 63 del mondo, lei che lo scorso maggio era entrata in Top20 (18!), Trevisan ha risentito un po’ dell’inevitabile scossone legato all’uscita dei punti del Roland Garros 2022. Tutto questo si è ritradotto in un’estate piuttosto avara di gioie anche sulla sua “terra rossa”, anche se le ultime settimane sembrano averci restituito una Martina in crescita. Se non altro per il bel cammino a Cincinnati, dove partita dalle qualificazioni ha eliminato la Pera e spaventato poi la fresca campionessa a Montreal Pegula, strappandole un set. Speriamo sia di buon auspicio in ottica US Open dove parte però sfavorita contro una giocatrice potente come Putintseva.
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