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Serena Williams, "ora che fare": il futuro è breve dopo Wimbledon

Fabio Disingrini

Aggiornato 29/06/2022 alle 14:44 GMT+2

Wimbledon - La classe è innata, la ferocia è la stessa di vent'anni fa - quando vinse il primo dei suoi 7 Championships - l'età no... E la sconfitta di ieri contro Harmony Tan impone a Serena Williams l'"ora che fare" della sua carriera d'infinite imprese e di un 24° Slam che ha smesso d'essere ossessivo, diventato oggi la sua unica missione davvero impossbile.

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Ora che fare. Oggi che gli anni son quasi quarantuno e Serena Williams ha appena perso l’unica partita disputata nell’ultimo. Un match che è già un verdetto su Wimbledon e non rimanda una risposta sul domani. Un domani che già per lei si chiama US Open, dove ventitré anni fa ha vinto il primo dei suoi altrettanti Slam: «Un torneo per me da sempre speciale - ha detto ieri in conferenza stampa -e c’è la motivazione di migliorare la mia condizione per giocarlo».
E se solo ieri avesse fatto quei due punti in più, servendo per il match sul 5-4 del terzo set - 30/15 contro la debuttante francese Harmony Tan, numero 115 del ranking WTA - se solo non avesse perso il suo primo e forse ultimo super-break a Wimbledon da un vantaggio iniziale di 4/0, oggi non sarebbe fuori classifica, oggi avrebbe solo pensato a un’altra danza sul Centre Court.
Christopher Clarey, che ha affiancato l’intera carriera di Serena dalle colonne del New York Times, ha scritto che “Il match di ieri stato più un tributo alla sua forza di volontà che alla sua potenza, perché non è riuscita a dominare con la prima di servizio né con la risposta. Si è fatta invece strada attraverso gli scambi prolungati e in situazioni compromesse, con colpi tagliati e negli angoli, ma compirà 41 anni a settembre e la sua ricerca del record, del 24esimo titolo dello Slam in singolare sembra sempre più inverosimile”.
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Serena Williams vince il primo dei suoi 7 Championships

Credit Foto Getty Images

Ora che fare. «Non so cosa aspettarmi al momento - ha detto Serena - Non sono allenata per partite che durano tre ore» e quella di ieri è stata di 11 minuti in più mentre mancava poco a mezzanotte (italiana), lei salutava senza enfasi d'addio un Centre Court comunque commosso e la sorella Venus - 42 anni, giocherà il doppio misto di Wimbledon con Jamie Murray - le scattava foto col telefono: «Penso di aver giocato abbastanza bene alcuni punti chiave, ma se avessi giocato più partite, non avrei perso quelli decisivi».
Proprio così: la partita di ieri, combattuta con la stessa ferocia sportiva di vent’anni fa, quando ha vinto il primo dei suoi 7 Championships, sarebbe una partita ottima se fosse l’inizio di qualcosa, ma questo “qualcosa”, giocare alla pari, servire per il match, mostrare un buon vigore fisico dopo un anno e due giorni di assenza, chissà se potrà bastare. Chissà che senso avrà.
«Non so se è stata la mia ultima volta a Wimbledon. Non lo so. Chissà da dove sbucherò fuori (sorride, ndr), ma se così sarà, non mi sentirò mai minimamente soddisfatta del mio ultimo match. Ovviamente no, sapete come sono fatta. Assolutamente no, anche se oggi ho dato tutto quel che potevo. Oggi. Forse domani avrei potuto dare di più, ma oggi era tutto. E devo essere in grado di accettare me stessa perché è tutto ciò che posso fare. Perché non posso cambiare il tempo».
Dalla prospettiva britannica di Oliver Brown per il Telegraph, "La leggenda di Serena Williams è intoccabile, ma è giunta l’ora di salutarsi. Le prove che sia il caso di farsi da parte stanno aumentando. Serena ha pur combattuto con ferocia implacabile in una partita destinata a essere ricordate tra quelle epiche notturne al Center Court, ma alla fine per lei questa sconfitta è stata una pillola che non può essere zuccherata. Era la prova di come i suoi formidabili poteri siano svaniti in modo irriconoscibile. C'era del melodramma in abbondanza, quando guardava con rimprovero la sua racchetta, come se in qualche modo l'avesse tradita. A quarant’anni, non avendo giocato per dodici mesi, può essere ancora capace di farsi una risatina in doppio a Eastbourne, non di trovare i suoi vecchi colpi di demolizione su un centrale".
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Wimbledon 2022, Serena Williams

Credit Foto Getty Images

Di contro e contro il suo breve futuro, Serena Williams ha colpito forte e bene, ha esploso certi colpi di rimbalzo come ancora nessun’altra di un circuito avanti almeno tre generazioni. Ha respinto rabbiosa il pensiero della sconfitta. Il notevole "ma" è che Serena, pur perdendo, ha dimostrato che non era una pazzia tornare dopo un anno, senza alcun punto di riferimento, chiedendosi oggi se una sconfitta sportiva possa valere una conquista privata. Forse sì in senso ampio, forse mai se si tratta di Serena Williams. Senza forse e con o senza un futuro breve, la più grande di sempre.
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