Camila Giorgi, il padre: "Quella giudice non era neutrale, ma si è costruito un circo sul nulla"
DaEurosport
Pubblicato 12/05/2021 alle 11:31 GMT+2
INTERNAZIONALI D'ITALIA - Il padre-allenatore della tennista marchigiana, dopo le proteste contro l'arbitro Morgane Lara (che ha chiesto la presenza della sicurezza), dà la sua versione dei fatti al Corriere della Sera: "Dico le cose in faccia, se fosse stato un uomo finiva peggio".
Tra social e web abbiamo visto e rivisto il video dell'arbitro Morgane Lara che con la radio chiedeva che la sicurezza restasse nei paraggi durante il match perso da Camila Giorgi contro la spagnola Sorribes Tormo. Il motivo? "Il papà della Giorgi è arrabbiato con me", frase pronunciata dalla giudice diventata sui social, per opportunismo o difficoltà di traduzione, "il papà della Giorgi è un pazzo". In ogni caso, Sergio Giorgi, che nel frattempo ha lasciato Roma in direzione Parma - è in Emilia che continuerà la stagione dell'azzurra - spiega la sua versione dell'accaduto al Corriere della Sera. Il problema sarebbe stato la sua cattiva fama: "Sì, mi sono lamentato, ma si è creato un circo sul nulla. Finita la partita, per me è finito tutto. Si vedono le immagini televisive con l'arbitro che chiama rinforzi e io, calmissimo, che guardo dall'altra parte".
Il padre-allenatore non ha imputato all’arbitro i motivi della sconfitta della figlia, "che anzi, usciva da due settimane di Covid e si è allenata sì e no due giorni", ma qualche dubbio gli resta: "Ci sono state diverse decisioni strane, ma la ritengo una cosa normale e lo dico in maniera rilassata, non incazzata. Gli esseri umani, e questo è un discorso generale, non sono mai neutrali: era troppo evidente che l’arbitro non fosse neutrale e che, per passare da vittima, abbia fatto quello che tutti avete visto. Ma non ci sto a passare per uno che minaccia: se dovessi dare retta a tutto quello che ho sentito sul mio conto in questi anni...".
Dalla guerra delle Falkland al campo da tennis, una vita in giro per il mondo con Camila, una dei suoi quattro figli. Un'altra, Antonela, tragicamente scomparsa nel 1997 a Parigi in un incidente. Ha fatto arrabbiare Francesca Schiavone a Marsiglia durante una sfida di Fed Cup nel 2016 e anche il presidente della FIT Angelo Binaghi nello stesso anno, tanto da essere definito "un caso da telefono azzurro". Insomma, Sergio Giorgi afferma che si parla solo per i suoi precedenti: "Ma quello che è successo in passato non c’entra niente con l’episodio dell’arbitro. Sì, mi sono lamentato, ma un uomo non si approfitta di una ragazza giovane: fosse stato l’arbitro un uomo probabilmente avrei fatto di peggio, ma non ne farei un dramma di quello che è successo. Vogliamo parlare di quello che succede sui social e di quello che le donne spesso subiscono? Quelli sono atteggiamenti che fanno pena, non quello che avete visto in queste ore. Cosa può fregare alla gente di una protesta durante una partita di tennis? Proprio ieri ho incontrato un arbitro che avevo insultato in America: ci siamo presi un caffè, perché quello che succede durante i match finisce lì".
Una reputazione che sembra costargli cara un po' ovunque: "Tutto quello che faccio sembra sia fatto davvero da un pazzo. Pago forse il fatto di non essermi mai fatto problemi, ma la gente in faccia non mi ha mai detto nulla: se io ho un problema con qualcuno, non mi nascondo".
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