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Dopo Tamberi, anche la Granbassi attacca Schwazer: "Non tiferò per lui"

Daniele Fantini

Pubblicato 04/05/2016 alle 10:45 GMT+2

L’ex fiorettista olimpica si unisce al coro degli azzurri che non vedono di buon occhio il ritorno alle gare di Alex Schwazer: “Se il dettaglio che fa la differenza è la sostanza che ti sei iniettato, allora gli altri hanno tutto il diritto di non rispettare il tuo modo di fare sport”

Margherita Granbassi, 2008 (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

La prima pietra l’aveva lanciata la maratoneta Valeria Straneo, argento ai Mondiali del 2013, poi, qualche giorno fa, Gianmarco Tamberi aveva usato toni pesantissimi: “Schwazer è la vergogna dell’Italia: squalificatelo a vita”. Ora, anche Margherita Granbassi, bronzo olimpico nel fioretto individuale e a squadre a Pechino 2008, attacca duramente il ritorno all’attività del marciatore altoatesino e il suo tentativo di qualificarsi per le Olimpiadi di Rio de Janeiro.
La ex-fiorettista, ritiratasi definitivamente nel 2014, all’età di 34 anni, per i numerosi infortuni sofferti al ginocchio sinistro, ha affidato alla propria pagina Facebook un lungo pensiero sul doping e sul ritorno alle gare degli atleti trovati positivi una volta scontata la squalifica.
Questi i passaggi più significativi: la Granbassi, dopo aver sostenuto le idee di Tamberi, rivela come, per etica personale, non si sentirà in grado di tifare per Schwazer in caso di qualificazione alle Olimpiadi di Rio.
“Lo sfogo di Gianmarco [Tamberi] è comprensibile e la maggior parte degli atleti è dalla sua parte: chi suda, si spacca la schiena, si allena pulito, è umano e giusto nutra rancore verso chi gioca sporco e infanga il nome dello sport che pratica, gettando sospetti su ragazzi puliti (e fidanzate innamorate). Certo, non pensiamo che chi si dopa faccia solo quello e passi il resto delle giornate a trastullarsi, ma ad altissimo livello sono i dettagli a fare la differenza; e se il dettaglio è la sostanza che ti sei iniettato o pappato, beh allora gli altri hanno tutto il diritto di non rispettare il tuo modo di fare sport”.
Mi farà strano vedere la maglia azzurra a cinque cerchi addosso a Schwazer, non ho creduto a molte delle sue parole, ho deplorato il suo atteggiamento, mi sono sentita presa in giro dal ragazzo tutto latte e aria pura... e no, non farò il tifo per lui.
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