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Basket, Eurolega: Il play-centro: l'Olimpia Milano sbanca Berlino con l'unicità di Kyle Hines

Daniele Fantini

Aggiornato 15/01/2021 alle 12:04 GMT+1

Kyle Hines è stato il fattore decisivo nel successo esterno dell'AX Armani Exchange Milano sul campo dell'Alba Berlino. Giocatore unico nel suo genere, ha accompagnato la sua solita solidità difensiva con una partita da playmaker aggiunto in attacco, fungendo da portatore di palla per eludere il pressing e da vero e proprio smistatore per i tiratori in una lunga serie di giocate in short-roll.

Kyle Hines, AX Armani Exchange Milano, Euroleague 2020-21, focus

Credit Foto Imago

A fine partita, il box-score di Kyle Hines segna 5 assist, season-high pareggiato (ne servì altrettanti nella vittoria sul Khimki) e miglior prestazione da due anni a questa parte, quando toccò quota 7, suo massimo in carriera, in uno schiacciante successo sul Buducnost quando ancora vestiva la maglia del CSKA Mosca, poi campione d'Europa. Cinque assist per un centro non è una statistica particolarmente comune, a meno che non siate Magic Johnson o, per restare più sull'attualità, Nikola Jokic. Eppure, quel numero così sorprendente sembra quasi piccolo per la partita giocata da Hines contro l'Alba. Perché, pur svolgendo alla perfezione tutti i compiti di un perfetto centro da Eurolega (difesa, rimbalzi, blocchi, fisicità, intensità), in realtà ci è rimasta negli occhi quella lunghissima serie di giocate da playmaker che lo rendono un giocatore irripetibile nella storia del basket moderno.

Lo short-roll di Kyle Hines, l'arma che ha spaccato la difesa dell'Alba

Senza scomodare i momenti in cui ha funto da portatore di palla aggiunto per battere (e anche in maniera relativamente semplice) il pressing allungato dell'Alba, una situazione che ci siamo ormai abituati a vedere in questa stagione a partire da quella mitica vittoria al Forum contro il Real Madrid in cui stanò Walter Tavares dall'area sostituendosi ai playmaker classici, Hines ha agito da costruttore e creatore di gioco in zone tutte sue, in un modo incontenibile per gli avversari. Per lunghissimi tratti della partita, specialmente nella ripresa e con un picco nella prima metà del secondo tempo, l'Olimpia ha cavalcato essenzialmente una sola situazione offensiva, ma capace di pagare dividendi altissimi: lo short-roll per il centro.
Per i meno avvezzi alla terminologia, si tratta di uno sviluppo del pick'n'roll in cui il centro non viene servito in prossimità del ferro al termine del suo taglio (roll) verso il canestro, ma in una zona intermedia del campo (se siete appassionati di NBA, Draymond Green è un artista del genere con i Golden State Warriors). È facile che si verifichi quando l'esterno non ha la possibilità di attaccare l'area in penetrazione, perché contenuto da uno show molto aggressivo del lungo avversario, esattamente quanto successo sul parquet di Berlino (per rendere l'idea, nel video qui sotto abbiamo raccolto alcune delle azioni più significative, anche se non sempre concluse con un canestro realizzato).
Contro una Milano reduce dal 16/27 dall'arco nel successo su Valencia (59.3%) e capace di ripetersi con un altro 15/30 in Germania, la scelta difensiva dell'Alba è stata forzata: restare il più possibile accoppiata con i tiratori. Questo implica due cose: sacrificare il lungo per contenere il palleggiatore e non eccedere con pre-rotazioni eccessive a centro-area per non sguarnire gli angoli. Se l'esterno, a questo punto, ha la capacità di lettura giusta per far uscire rapidamente il pallone dalle proprie mani servendo il rollante (ma, con Delaney e Rodriguez, Milano ha le spalle ben coperte), ci si ritrova in una situazione di vantaggio che permette enormi possibilità di sviluppo. Certo, occorre, anche qui, il personale adatto, e l'Olimpia ha gli uomini in giusti in Zach LeDay (capace di punire il buco difensivo con i suoi jumper dalla media distanza) e soprattutto Kyle Hines, che può essere azionato ricevendo in movimento con slancio verso canestro (la situazione in cui è più efficace come realizzatore) o, meglio ancora, come sponda per servire i tiratori appostati sul perimetro, sfruttando quella visione di gioco che soltanto un quattro-volte campione d'Europa possiede a questo livello.

L'efficacia e l'efficienza nel tiro pesante: Milano è squadra top in Eurolega

Gli esiti li conosciamo già, quelli apprezzati poche ore fa sul parquet di Berlino. Ma questo non sarebbe stato probabilmente possibile se Milano, come detto, non avesse tenuto quelle percentuali dall'arco e se non stesse viaggiando come miglior squadra d'Europa nel tiro pesante, arma su cui coach Messina ha improntato la stagione sin dalle prime uscite d'agosto in Supercoppa. Il 31/57 delle ultime due gare ha portato l'Olimpia al 42.56% complessivo in campionato, seconda alle spalle del solo Zalgiris Kaunas (43.01%, altra squadra che gode di una qualità di gioco offensivo molto brillante). Milano costruisce buona parte dei propri successi sul tiro pesante senza, però, abusarne: perché, pur essendo quarta per triple segnate a partita (9.79), è soltanto 12esima per tentativi (23.00), segno di una grande efficacia e di una scelta oculata delle conclusioni. L'Olimpia ha ben 6 giocatori oltre il 41% da tre, in cui spicca una strana coppia in vetta alla classifica di specialità, alle spalle del solo, straordinario, Kyle Kuric (61.4%): Gigi Datome (58.5% e 10/14 nelle ultime due vittorie) e Zach LeDay (54.5%). Ma, ormai, bisognerebbe abituarsi a non considerarlo più una sorpresa.
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