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Basket, Europei 2022: Pozzecco: "Sono un coach diverso dagli altri. Amo i miei ragazzi e andrei in guerra per loro"

Daniele Fantini

Pubblicato 13/09/2022 alle 18:14 GMT+2

BASKET, EUROPEI 2022 - Gianmarco Pozzecco presenta il big-match dei quarti di finale tra Italia e Francia insistendo sul fortissimo rapporto emotivo stretto con i suoi giocatori. Il coach dell'Italbasket prosegue con una breve analisi tecnica della Francia e racconta un paio di aneddoti su Giannis Antetokounmpo e sulla stampa del nostro Paese.

Pozzecco, la mia Nazionale: da giocatore a CT una vita in azzurro

Gianmarco Pozzecco è stato un giocatore unico. E il passaggio dal campo alla panchina non poteva avere un esito differente dal creare un coach sui generis. In lui convivono due forze contrarie: una mente cestistica finissima e un'emotività senza limiti. Il Poz è genio e passione. Un connubio fiabesco, che lo rende uno dei personaggi più controversi ma intriganti del panorama cestistico mondiale.
"Da giocatore pensavo che, se fossi diventato un allenatore, avrei voluto essere il coach che ho sempre desiderato - ha dichiarato presentando la partita di mercoledì tra Italia e Francia, valida per i quarti di finale di Eurobasket 2022 -. Di solito gli allenatori non si fidano al 100% dei loro giocatori. Credono che la tattica sia più importante di tutto il resto. Ma io sono diverso. Sono lì per sostenere i giocatori, e voglio farlo vedere. Amo i miei ragazzi. A volte si dice che un giocatore andrebbe in guerra per il suo coach. Ma per me è l'esatto contrario. Sono io che andrei in guerra per loro".
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L'abbraccio tra Gianmarco Pozzecco, Pippo Ricci e Alessandro Pajola, Italia-Croazia, Eurobasket 2022

Credit Foto Ciamillo-Castoria

Una Francia fortissima: come si può battere?

Dopo aver battuto la Serbia di Nikola Jokic e Vasilije Micic, gli Azzurri affrontano la nazionale francese, già ostacolo insormontabile lo scorso anno ai Giochi olimpici di Tokyo (sempre nei quarti di finale). Rudy Gobert ed Evan Fournier sono le stelle di una squadra profondissima, fisica, atletica e di alto livello tecnico.
"Francia e Serbia sono squadre leggermente diverse. La Serbia gioca per gran parte del tempo aprendo il campo con quattro giocatori. La Francia può farlo con Yabusele o M'Baye, ma ha più opzioni. Può giocare anche con un assetto pesante. Ed è più atletica della Serbia. Dovremo giocare la nostra pallacanestro, di grande sacrificio, difesa dura, dovremo correre e attaccare con fiducia. Il nostro piano-partita non cambierà molto. Voglio vedere i miei ragazzi aggressivi e con la mente sgombra".
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Fontecchio e coach Pozzecco in Italia-Francia

Credit Foto Getty Images

L'abbraccio con Giannis e le scuse

Pozzecco ha proseguito tornando sulle immagini che lo hanno visto abbracciare, in preda all'estasi, Giannis Antetokounmpo nel corridoio tra lo spogliatoio e il campo da gioco durante le battute finali della partita contro la Serbia. È stato un gesto spontaneo e genuino, cui Giannis ha risposto con un enorme sorriso.
"Ho chiesto scusa a Giannis. Ma ero felice perché stavamo vincendo, e lui si è messo a ridere. Nella maggior parte dei casi, è impossibile scindere il giocatore dalla persona. Se un ragazzo è spettacolare in campo, di solito lo è anche come persona. Giannis è un esempio perfetto. È una persona fantastica. Me lo sono trovato davanti quando sono uscito dallo spogliatoio. Stavamo battendo la Serbia. A mio parere, è stato probabilmente il punto più alto nella storia del basket italiano moderno perché abbiamo vinto contro la Serbia più forte di sempre".

Il rapporto con la carta stampata

Un'ultima battuta sul trattamento ricevuto dalla stampa sportiva cartacea, restia a concedere spazio in prima pagina al basket nonostante un'impresa straordinaria in questo momento storico.
"L'Italbasket non era in prima pagina il giorno dopo la vittoria sulla Serbia? Bella domanda, posso assumerti come direttore della Gazzetta dello Sport? In Italia tutti amano il calcio. Stiamo lavorando in quella direzione. Vogliamo far vedere all'intero Paese che ci deve seguire. Ma in Italia sono considerato un pagliaccio. E non è facile".
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Pozzecco, la mia Nazionale: da giocatore a CT una vita in azzurro

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