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L'Italbasket chiude all'ottavo posto, sconfitta dalla Slovenia di Luka Doncic

Daniele Fantini

Aggiornato 09/09/2023 alle 13:19 GMT+2

BASKET, MONDIALI - L'Italbasket perde la finalina per il 7°-8° contro la Slovenia, battuta 89-85. Luka Doncic impazza nel bene e nel male con 29 punti, 10 rimbalzi, 8 assist e 9 palle perse, ma la tripla decisiva porta la firma di Jakob Cebasek. Agli Azzurri non bastano i 22 punti di Marco Spissu e i 16 di Simone Fontecchio nella partita d'addio di Gigi Datome.

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Gigi Datome mette fine a una carriera da 323 partite in azzurro in maniera silenziosa. Lo fa a modo suo, con tatto e grazia, da pura comparsa, prima di ricevere l'abbraccio dei compagni e l'applauso del pubblico di Manila. I tifosi hanno gremito la Mall of Asia per Luka Doncic, ma sono comunque consapevoli di trovarsi di fronte a un momento epocale. Quello dell'addio di una grandissima leggenda del basket europeo moderno.
Per una star che saluta, un'altra impazza sul parquet. Doncic si concede soltanto un paio di minuti di riposo all'inizio del secondo quarto, dove l'Italia sembra poter piazzare un break per consolidare il buon approccio alla partita, e prosegue nella sua operazione di accumulo totale e massiccio di statistiche. I 29 punti segnati scavano un abisso con Shai Gilgeous-Alexander, confermandolo, a mani basse, leader della classifica marcatori del Mondiale. Ma i 10 rimbalzi con 8 assist e 9 palle perse lo avvicinano a una quadrupla doppia molto singolare. Che contiene, in sé, il bene e il male di un giocatore tanto forte quanto ancora estremamente controverso.
La Slovenia, priva degli acciaccati Jaka Blazic e Klemen Prepelic, estremizza al massimo livello il suo sistema costruito attorno alla stella dei Dallas Mavericks. E procede sulle sue folate. Fatica nelle battute iniziali, scivolando su un approccio blando alla partita. Ma vola a cavallo dei due periodi centrali, quando Doncic alterna giocate al ferro di pura forza fisica e controllo del corpo a triple frustranti in step-back da otto metri.
L'Italia sprofonda nell'abisso (50-65, -15 al 28') rivedendo i fantasmi della brutta sconfitta dello scorso anno nell'amichevole di Trieste. Ma, quando il minutaggio appesantisce gambe e cervello della star avversaria, piazza un contro-parziale costruito su difesa e transizione che la porta a sognare un'altra grande impresa in rimonta dopo quella già archiviata contro la Serbia. Il +2 afferrato a un minuto dalla sirena con un tap-in di Ricci viene però ferito da una tripla dall'angolo di Jakob Cebasek. E un paio di gestioni poco brillanti di Simone Fontecchio, recuperato dopo il forfait con la Lettonia, condannano le speranze residue.
L'Italbasket saluta la kermesse iridata all'ottavo posto. È il miglior risultato dal 1998, considerando anche le tre mancate qualificazioni del 2002, 2010 e 2014. Ma un risultato che lascia un retrogusto amaro. Per lo sfortunato e fatale incrocio con il Team USA nei quarti di finale. Ma anche per la chiusura incolore del torneo. Segnata, in negativo, da due sconfitte evitabili in volata. Vero che, con i posti per Parigi 2024 già assegnati alle semifinaliste, si giocava per nulla in palio. Ma un'eventuale quinto/sesto posto finale, conquistabilissimo, avrebbe confermato e consolidato quel processo di crescita e sviluppo con cui gli Azzurri dovranno presentarsi, tra poco meno di un anno, alla tagliola del Preolimpico.
Guardando a quelle partite, lo spazio per i giovani resta comunque limitato. Matteo Spagnolo raccoglie il minutaggio maggiore, anche per importanza del momento della partita, mostrando segnali di ripresa sui buoni livelli tenuti nelle gare di avvicinamento (6+3 assist in 15'). Meno brillanti Gabriele Procida e Luca Severini, mentre Momo Diouf si accontenta di un rapido cameo nel primo tempo. Sono ancora i veterani a reggere il carico più pesante. I guizzi di Marco Spissu (22 punti, 6/11 da tre). La solidità all-around di Pippo Ricci (11+6 rimbalzi). I segnali, quasi beffardi, di resurrezione di Achille Polonara (13). L'intelligenza tattica e difensiva di Nicolò Melli, determinante nell'ingabbiare Doncic nel quarto periodo. E qualche spunto del convalescente Simone Fontecchio (16), macchiato, però, da due gravi errori di lettura e gestione nel finale.
L'Italia torna a casa con un bottino in parità (4-4). Costruito con tre successi d'obbligo nelle prime fasi e una sconfitta quasi già scritta alla palla a due con il Team USA. Nel mezzo, il tonfo con la Repubblica Dominicana e l'ennesimo acuto memorabile contro la Serbia. Su e giù, senza la costanza di rendimento vista nelle sette vittorie di agosto. Senza parte dei concetti del sistema di gioco ma, soprattutto, della forza corale che hanno fatto da pilastri del passato recente, a partire dall'epoca di Meo Sacchetti. Tante domande da risolvere nei prossimi mesi. Quando bisognerà andare a caccia di un posto a Parigi.

Italia - Slovenia 85-89, il tabellino

  • Italia: Fontecchio 16, Melli 6, Spissu 22, Polonara 13, Tonut 4; Pajola 3, Spagnolo 6, Datome 1, Diouf, Procida 3, Ricci 11, Severini. All.: Pozzecco.
  • Slovenia: Doncic 29, Hrovat 5, Nikolic 7, B. Prepelic 7, Tobey 12; Cebasek 6, Dragic 10, Dimec 8, Glas 3, Samar 2. N.e.: Blazic, K. Prepelic. All.: Sekulic.
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