Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Basket, l'NBA ha fretta: aspettare gennaio può costare 1 miliardo di dollari

Davide Fumagalli

Pubblicato 31/10/2020 alle 10:54 GMT+1

Rinviata di una settimana al 6 novembre la decisione sulla data di inizio della stagione 2020-21: la lega spinge per il 22 dicembre, il fronte dei giocatori per il 18 gennaio. Secondo ESPN attendere l'anno nuovo rischia di aggiungere perdite tra i 500 milioni e il milardo di dollari.

Commissioner of the National Basketball Association (NBA) Adam Silver speaks during a press conference prior to the preseason game between Houston Rockets and Toronto Raptors at Saitama Super Arena on October 08, 2019 in Saitama, Japan

Credit Foto Getty Images

Bisognerà attendere ancora una settimana prima di capire quando inizierà la stagione NBA 2020-21. Infatti lega e associazione giocatori NBPA hanno deciso di posticipare la scadenza del rinnovo del contratto collettivo al prossimo 6 novembre, sostanzialmente perchè non c'è un accordo: da una parte i proprietari e il commisioner Adam Silver che spingono per partire il 22 dicembre, dall'altra un importante fronte di giocatori e stelle che preferirebbero attendere il 18 gennaio 2021, il "Martin Luther King Day", anche perchè un via poco prima di Natale significherebbe dare inizio al training camp l'1 dicembre, appena 6 settimane dopo la fine dell'annata 2019-20.
Secondo ESPN, il timore dell'NBA è che attendere metà gennaio per iniziare la stagione comporterebbe ulteriori perdite rispetto ai 4 miliardi di dollari già stimati: con la pandemia che non accenna a diminuire e senza assicurazioni sulla possibilità di riaprire le arene ai tifosi, posticipare la partenza nell'anno nuovo rischia di costare una cifra di ricavi tra i 500 milioni e il milardo di dollari! Questo rischia di costare parecchio anche agli stessi giocatori, che si vedrebbero privati del 40% del loro salario, destinati a quel fondo di accantonamento previsto dalla NBA per le emergenze: in situazioni normali è del 10%, ma in un periodo di chiara emergenza come questa è destinato a salire.
Il bivio è ben definito: da una parte iniziare il 22 dicembre, giocare una regular season da 72 partite e chiudere la stagione entro fine giugno, dall'altra il via il 18 gennaio e giocare una stagione da 50 partite per finire tassativamente prima delle Olimpiadi perchè le televisioni hanno chiesto espressamente di non entrare in conflitto con i Giochi di Tokyo, considerato che già nell'annata appena concluso si sono registrati ratings TV bassissimi.
Infine c'è il discorso sul riposo dei giocatori: è vero che il periodo di stop tra una stagione e l'altra sarebbe decisamente ridotto rispetto al passato con un inizio il 22 dicembre, ma è altrettanto vero che oltre un quarto dei giocatori con contratto NBA non gioca da metà marzo e che il 70% (330 su 450 stima ESPN) è ferma già dai primi giorni di settembre. Quindi il "problema" del riposo sarebbe relativo ad un numero ristretto di giocatori, quelli che hanno partecipato agli ultimi tre turni di playoff.
picture

Top 10: da Davis a Gallinari, i free agent più importanti

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità