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L'NBA guarda al 2025: sarà rivoluzione fra diritti TV e streaming, e due nuove squadre (una a Las Vegas)

Davide Fumagalli

Pubblicato 21/11/2023 alle 18:33 GMT+1

BASKET, NBA - La prossima primavera sarà un periodo molto caldo per Adam Silver che dovrà mettersi tavolo con i colossi ESPN e TNT per trattare il rinnovo dei diritti TV. Pronti ad entrare in scena le case di streaming come Amazon, Netflix e Apple per prendersi una fetta della torta. Questo potrebbe portare anche alla nascita di due nuove squadre dal 2025-26, una quasi sicuramente a Las Vegas.

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Dalla stagione 2025-26 la NBA potrebbe non essere più quella che conosciamo adesso. Infatti, il 2025 è considerato uno spartiacque per due motivi collegati: l'entrata in vigore del nuovo contratto sui diritti TV e la probabile espansione con due nuove franchigie portando il numero a 32, una delle quali quasi certamente a Las Vegas.
Già dalla prossima primavera 2024 inizieranno le grandi manovre, col commissioner Adam Silver che si metterà al tavolo per trattare ufficialmente coi due principali e attuali broadcaster ESPN e TNT. La 2024-25 sarà l'ultima del contratto decennale stipulato nel 2014 e che porta nelle casse della NBA 2.7 miliardi di dollari all'anno, senza dimenticare che scadranno anche i diritti internazionali e molti di quelli locali.
I diritti TV rappresentano la fetta più grossa degli introiti, ben oltre a sponsorizzazioni, vendita dei biglietti e del merchandising. Nel 2021-22 la NBA ha generato oltre 10 milardi di dollari di ricavi e il 30% arrivavano da Disney (ESPN) e da Warner Bros Discovery (TNT). Ecco perchè la trattativa per il rinnovo dei diritti TV è un punto focale perchè influenzerà e non poco i guadagni della Lega di Adam Silver e di conseguenza il valore delle franchigie, quanto le squadre possono spendere e quanto i giocatori potranno incassare in stipendi.

Diritti TV: arrivano i colossi dello streaming

Se nel 2002 la NBA fu all'avanguardia nello spostare molte delle sua partite dalla tv "pubblica" (NBC) a quella via cavo (ESPN/TNT), ora la Lega di Adam Silver è in "ritardo" sul fronte dello streaming e ha bisogno di una nuova rivoluzione per mettersi alla pari di NFL, MLB, NHL e MLS. Prima però la precedenza va alle TV via cavo ESPN e TNT che negli ultimi 10 anni hanno versato quasi 300 miliardi di dollari nelle casse della NBA.
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Stan Van Gundy e Brian Anderson al commento NBA per TNT

Credit Foto Getty Images

A partire dal 9 marzo e per 45 giorni, i due marchi di proprietà di Disney e Warner Bros Discovery avranno la possibilità di trattare in esclusiva con NBA. Secondo alcuni rumors la NBA va a caccia di un accordo triplicato rispetto a quello attuale, circa 7-8 miliardi di dollari l'anno invece che 2.7, una cifra che ESPN e TNT non pagheranno mai, anche perchè sembrano dell'idea di ridurre l'impegno e abbassare i costi, quindi di avere pacchetti di partite più ridotti (ora ne trasmettono circa 165 a livello nazionale).
Ed ecco che qui entrerebbero in scena i colossi dello streaming, con Silver ben felice di coinvolgere nuovi partners e avere risorse fresche e importanti, soprattutto allargare la platea a piattaforme che hanno una base di iscritti sempre più ampia a livello globale e anche di età piuttosto giovane. Lo stesso Silver sa bene che non può dismettere del tutto la TV via cavo perchè ci sono circa 65 milioni di case in America che consumano ancora lo sport in modo tradizionale, viceversa c'è un audience sempre più giovane ed eterogenea che segue la NBA senza registrare un abbonamento vecchio stile.
Tutti i marchi dello streaming sono pronti ad entrare in scena, anche se non è escluso un ritorno della già citata NBC, al fianco della NBA tra il 1990 e il 2002, l'era Michael Jordan in sostanza.
  • Netflix al momento pare defilata e sarebbe più interessata ad un piccolo pacchetto di partite per il mercato internazionale.
  • Apple è un nome importante per tutti gli utenti che raggiunge attraverso i propri devices, e perchè è entrata forte nel mondo dello sport acquisendo i diritti del campionato americano di calcio MLS e affiancandosi alla MLB di baseball con il programma di gare del venerdì, "Friday Night Baseball".
  • Google è storico partner della NBA che fu tra i primi ad aprire il suo canale ufficiale su YouTube nel 2005. La piattaforma è partner attuale, tanti utenti nel mondo si "cibano" di NBA proprio su YouTube, e quindi sarebbe una connessione abbastanza automatica.
  • Amazon, con Prime Video, è il marchio più forte tra quelli in corsa, perchè è entrata nel calcio con la Champions League, perchè è nella NFL con la partita del giovedì, il "Thursday Night Football", e perchè è una piattaforma che vanta già 200 milioni di iscritti nel mondo, una platea già fatta. Amazon è considerata in pole position per prendersi un pacchetto di partite non solo di regular season ma anche di playoff a partire dal 2025.

Il momento dell'espansione: Las Vegas e Seattle in pole

Una volta firmato il nuovo (ricchissimo) accordo sui diritti TV, la NBA penserà in modo concreto all'espansione, ad aggiungere altre due franchigie alle 30 già presenti visto che ad oggi non si parla di "relocation", spostamenti in altri mercati. Ovviamente Las Vegas e Seattle sono le due città da tempo in prima fila, ma Adam Silver non ha escluso di coinvolgere in maniera importante Città del Messico, già sede da tempo di una gara di regular season, e due metropoli canadesi come Montreal, nel Quebec, e Vancouver, già casa dei Grizzlies dal 1995 al 2001, prima di spostarsi a Memphis.
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La Climate Pledge Arena di Seattle

Credit Foto Getty Images

Per quanto riguarda Seattle, la città dell'estremo nord-ovest del paese nello stato di Washington è da sempre una delle "capitali" del basket americano, una fucina di talenti, ultimo Paolo Banchero. E lì una franchigia c'è già praticamente ovvero i Sonics visto che il nickname è rimasto alla città quando ci fu lo spostamento ad Oklahoma City. E c'è pure un'arena pronta in ogni momento, la Climate Pledge Arena, un impianto ad impatto zero sull'ambiente che è nato dalla restaurazione della storica Key Arena: ci giocano le Storm della WNBA e i Kraken della NHL, si attendo solo il ritorno dei Sonics.
Chiaro però che il nome più caldo è quello di Las Vegas, non solo per la temperatura nello stato del Nevada. Da anni è la sede di USA Basketball, la NBA ci gioca da tempo la Summer League e ci giocherà la Final Four della prima NBA Cup il 7 e il 9 dicembre, ed è diventato il quartier generale degli Ignite, la franchigia di G-League che accoglie i migliori talenti americani e internazionali in preparazione al Draft. "Sin City", la città del peccato, famosa per il gioco d'azzardo, le scommesse, i casinò, gli spettacoli e le luci, negli ultimi anni è diventata anche una capitale dello sport perchè ha accolto i Raiders della NFL, accoglierà gli Athletics della MLB (entrambe "rubate" a Oakland), e ha fondato i Golden Knights della NHL e le Aces della WNBA, vincitrici degli ultimi 2 titoli, senza contare che è appena andato in scena il primo gran premio di Formula 1.
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La T-Mobile Arena di Las Vegas, sede delle finali di NBA Cup

Credit Foto Getty Images

Las Vegas vuole fare en-plein con la NBA e la NBA vuole andare lì, considerato che c'è già un palazzo pronto come la T-Mobile Arena, ma che in caso se ne costruirebbe un altro, col gruppo Oak View pronto a investire 10 miliardi di dollari. Senza contare che i nomi di spicco pronti ad entrare nella nuova franchigia non mancherebbero, con Shaquille O'Neal e LeBron James che si sono già esposti pubblicamente. Non più questione di "se" ma di "quando" accadrà tutto questo.
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