L'Olimpia Milano non è guarita, a Scafati arriva la terza sconfitta per 77-68

La mini-striscia aperta con le due vittorie su Brindisi e Valencia non supera la settimana di vita. Milano cade in terra campana per la seconda volta consecutiva dopo il ko di Napoli e incassa la terza sconfitta in questo inizio di stagione sporcando il record a 4-3, appena sufficiente per restare aggrappata alla zona playoff. Mentre il mercato resta fermo, con le trattative per inserire una nuova point-guard al posto di Kevin Pangos ancora impantanate nel caos di rumors dallo spessore di un battito d'ali di farfalla, l'Olimpia continua ad affogare nel caos del suo roster mal assemblato, con spremitura vana delle punte di diamante nonostante il doppio impegno di Eurolega in arrivo.

L'Armani perde una partita che non la vede mai in vantaggio. Nemmeno per un singolo possesso. Subito aggredita e messa alla corda dalla vitalità di una Givova che sta trovando grande quadratura con il quarto successo nelle ultime cinque uscite. Perché i demeriti dell'Olimpia vanno di pari passo con la bontà della prestazione proposta dalla squadra di coach Pino Sacripanti: compatta, dura, solida sul piano mentale, sempre pericolosa ed efficace in attacco, ma soprattutto on-fire con i piedi oltre l'arco. Il 12/22 da tre (55%) è il dato-chiave della vittoria, coronato dalla tripla dall'angolo con cui Gerald Robinson lancia i titoli di coda sgretolando l'ultimo tentativo ospite di risorgere dal baratro del -14 toccato al 32' (68-54).

Alessandro Gentile chiude come top-scorer in casa Givova con 15 punti in 23 minuti. Pianta un paio di coltellate delle sue nel finale, con giocate in post-up e in penetrazione di potenza al ferro. Ma Scafati trova interpreti vari e sparsi nel corso della partita. Anche senza una prova brillante di David Logan (6), sfiorito dopo una fiammata nel secondo periodo. A puntellare l'attacco gialloblù c'è l'ottimo avvio di Demetre Rivers (13+7 rimbalzi). La gestione sapiente di Gerald Robinson (10+3 assist). Gli exploit di Riccardo Rossato (13+4 assist), l'uomo che, a suon di triple, forgia il maxi-break con cui la Givova vola sul +13 al rientro dall'intervallo lungo.

Colpita al fianco, Milano traballa. Quasi incredula del punteggio che campeggia sul tabellone. Aumenta pressione, fisicità e intensità difensiva dopo un primo tempo giocato al risparmio. Ma l'interruttore non funziona. La squadra, ormai, ha perso ritmo e fiducia. E i fantasmi delle sconfitte recenti sono ancora lì, pronti a riemergere in superficie di fronte alle difficoltà.

L'attacco, senza un grande equilibratore come Johannes Voigtmann, resta prevedibile e fallace. Il 4/21 dalla distanza è una tagliola letale. Il playmaking scadente, anche dopo i segnali di vita lanciati da Maodo Lo e Diego Flaccadori nella bella vittoria su Valencia. Il momento di Shavon Shields, reduce da una gara senza punti, prosegue in piena palude: finirà a quota 4 con 2/10 dal campo. Mai in partita. Mai realmente messo nelle condizioni di esprimere il suo basket. Alex Poythress segna tanto (15), ma sbaglia altrettanto. E concede tantissimo sotto il proprio ferro. E il ricorso a Nikola Mirotic nel ruolo di Grande Risolutore non può essere l'unica costante cui aggrapparsi. Il montenegrino predica mettendone altri 19 con 9 rimbalzi. Suda per 29 minuti. Ma, ancora una volta, si ritrova isolato in una one-man band al limite dell'imbarazzante.

Prima del prossimo impegno, in programma domenica prossima al Forum nel big-match contro l'Umana Reyer Venezia (ore 18.15, LIVE in chiaro su DMAX e discovery+), Milano dovrà passare per il campo minato di un nuovo doppio turno in Eurolega. Martedì è in calendario la trasferta di Bologna, match-clou della stagione. Giovedì, invece, arriverà l'Efes ad Assago.