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Inter, cosa abbiamo capito dalla conferenza di Conte e Marotta

Stefano Silvestri

Aggiornato 25/09/2020 alle 21:02 GMT+2

Dalle strategie sul mercato alla situazione di Perisic ed Eriksen, passando per una rosa più ampia rispetto a quella della scorsa stagione: ecco cosa abbiamo capito dalle parole dell'allenatore e dell'amministratore delegato del club nerazzurro.

Antonio Conte, Beppe Marotta, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Può essere considerata la conferenza di ingresso nella nuova stagione, se è vero che l'Inter non è scesa in campo nella prima giornata contro il Benevento, gara rinviata a mercoledì della prossima settimana. A 24 ore dal debutto contro la Fiorentina, Antonio Conte e Beppe Marotta hanno fatto il punto su più di un argomento: mercato in primis, ma anche gestione della rosa e casi Perisic ed Eriksen. Ecco cosa abbiamo capito dalle parole dell'allenatore nerazzurro e del suo amministratore delegato.

1) Un colpo alla Kanté è complicatissimo

"Opportunità di mercato", e poi "nessun grande investimento". Insomma, lo spazio per un ultimo acquisto a sensazione pare proprio non esserci. Nell'era del COVID, l'Inter ha deciso di non abbandonarsi a follie per migliorare ulteriormente una rosa già da scudetto, nonostante le innumerevoli voci di trattative in corso o semplici interessamenti. Il pensiero corre immediatamente a quel N'Golo Kanté che Conte ha già conosciuto - e con il quale ha già vinto - al Chelsea. I nerazzurri hanno pensato a lui, ma è complicato pensare che possano intavolare una trattativa concreta per portarlo a Milano. A meno di una cessione corposa, da una cinquantina di milioni. Che però, e il riferimento a Milan Skriniar non è casuale, andrebbe a scoprire ulteriormente gli altri reparti. La classica coperta corta.

2) Perisic può davvero restare

Nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di scommetterci anche solo un centesimo. Troppo diversi, troppo distanti i mondi (tattici) di Ivan Perisic e Antonio Conte. E invece, man mano che i giorni passano e il fatidico primo lunedì di ottobre si avvicina, le possibilità che il croato rimanga all'Inter aumentano in maniera vertiginosa. Come rivelato da Marotta, "le condizioni per lui e per Nainggolan sono cambiate rispetto a un anno fa, dove c'erano delle linee guida da imporre". Perisic potrebbe mettersi a disposizione nel ruolo di esterno sinistro a tutta fascia, dove - in attesa di Darmian e considerando Kolarov un terzo difensivo a tutti gli effetti - rimangono Young e l'incognita Asamoah. Lo ha già fatto in amichevole e il suo entusiasmo, a fronte di compiti non esattamente semplici da digerire, è piaciuto a Conte. Che ora pare davvero pronto a puntare su di lui.
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Ivan Perisic, Inter 2020

Credit Foto Getty Images

3) Eriksen non è incedibile

"Eriksen valore aggiunto? Lo sono tutti, da lui a Pirola, il più giovane del gruppo". Questo è Antonio Conte. Un personaggio che non si fa troppi problemi nel portare avanti le proprie idee, anche a costo di sacrificare il colpo del mercato invernale. L'arrivo di Arturo Vidal, lui sì apprezzatissimo dall'allenatore, sembra chiudere ulteriormente le porte a Eriksen dopo le tante esclusioni della seconda parte della scorsa stagione. Una situazione piuttosto delicata da gestire, considerando gli sforzi fatti dalla dirigenza per portare a Milano l'ex campione del Tottenham. Che probabilmente resterà, in quanto rappresenta pur sempre un patrimonio da non sperperare, ma che non può essere inserito nella lista degli incedibili.
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Antonio Conte scambia il cinque con Christian Eriksen, Inter, Europa League, Getty Images

Credit Foto Getty Images

4) La rosa di Conte sarà più ampia

Marotta lo ha detto chiaro e tondo: la rosa nerazzurra sarà numericamente più ampia rispetto a quella della scorsa stagione. Quando "capitava che Conte si girasse verso la panchina e non trovasse centrocampisti". Una o due uscite non sono dunque escluse - e, dopo la cessione di Antonio Candreva alla Sampdoria, il pensiero corre immediatamente ad Andrea Ranocchia, ma non si andrà troppo oltre. Sempre facendo combaciare il lato tecnico e quello economico, come più volte ripetuto dall'amministratore delegato.

5) Appianate le divergenze estive

Nessuna incomprensione, solo "normali scambi di vedute", ha precisato Conte. Perché "in ogni famiglia è giusto che ognuno esprima la propria opinione, giusto o sbagliato che sia". Un concetto rafforzato da Marotta, secondo il quale "ci sta che questi confronti siano duri, è nelle dinamiche dello sport. Se non c'è tensione subentra il rilassamento". Tradotto: gli sfoghi dell'allenatore post Atalanta e Siviglia, seguiti da un vertice thriller con Steven Zhang e la dirigenza, sono da considerarsi acqua passata. Non è escluso che tornino a galla alle prime difficoltà, anzi. Ma intanto le due parti hanno scelto a tutti gli effetti di proseguire sulla stessa strada, affrontando insieme le inevitabili difficoltà dei prossimi mesi. Tutto a vantaggio dell'Inter.
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