Champions League - Inter-Liverpool 0-2, 5 verità: film già visto contro il Real Madrid
Aggiornato 17/02/2022 alle 09:54 GMT+1
CHAMPIONS LEAGUE - L'Inter viene sconfitta a San Siro dal Liverool nell'andata degli ottavi di finale e compromette il cammino nella competizione. Come contro il Real Madrid, i nerazzurri giocano alla pari ma poi vengono puniti: alla squadra di Inzaghi manca concretezza davanti. E le due rose non sono paragonabili.
Inter-Liverpool, match valido per gli ottavi di finale di Champions League disputatosi a San Siro, finisce 2-0 in favore degli uomini di Jurgen Klopp. A segno Firmino e Salah. Di seguito, vediamo le cinque verità che ci ha lasciato la sfida del Meazza.
1) Inter bella ma beffata: film già visto contro il Real Madrid
Un’ottima Inter gioca alla pari contro una big ma alla fine resta a mani vuote. Storia già sentita due volte in questa stagione, nelle precedenti sfide contro una top europea in Champions League: il 15 settembre a San Siro contro il Real Madrid (1-0 con rete di Rodrygo al 90’) e il 7 dicembre al Bernabeu, quando i nerazzurri restarono in partita fino all’espulsione di Barella, arrivata dopo una grande occasione per lo stesso centrocampista. Contro il Liverpool è arrivata una prestazione migliore delle due precedenti, con una delle più belle versioni stagionali dei campioni d’Italia. Ma la storia che si ripete non può essere un caso: se la preparazione delle partite e l’atteggiamento di squadra sono ottimi, c’è qualcosa che manca. I singoli?
2) Inzaghi ha i top player, ma non davanti: manca il vero bomber
Il problema più evidente per l’Inter è stata la poca incisività davanti. I nerazzurri sanno produrre tante occasioni interessanti tramite il collettivo, non a caso hanno portato al gol tanti giocatori diversi in questa stagione. Ma nelle partite importanti – è successo anche nel derby prima del pareggio di Giroud o nella sfida di ottobre contro la Juventus – sta mancando freddezza sotto porta. L’impressione è che manchi il top-player davanti, non altrove (da Perisic a Calhanoglu, da Bastoni a Skriniar). L’Inter costruisce e ha personalità, ma quando serve la stoccata si perde: Lautaro sta vivendo un evidente momento di appannamento, Dzeko fa giocare bene i compagni ma – nonostante i 14 gol in stagione – non è attaccante letale.
3) Differenza di rosa: Klopp ha cambi che Inzaghi non ha
C’è poi un discorso di rosa, aspetto su cui l’Inter è ancora indietro rispetto alle big europee. Contro il Liverpool la prova più lampante: nel momento di maggior difficoltà, Klopp ha inserito giocatori all’altezza dei titolari, se non più forti. Si pensi a Henderson al posto di Elliot, schierato dal primo minuto magari proprio per avere più cambi incisivi a partita in corso. L’entrata in campo di Luis Diaz, uomo da 60 milioni di euro, ha dato freschezza a una manovra che si stava impantanando. Lo stesso Firmino, man of the match, è stato inserito all’intervallo. A maggior ragione nell’epoca dei cinque cambi, le partite vanno preparate anche con uno sguardo alla lunga distanza: l’impressione è che Klopp l’abbia fatto, mentre Inzaghi non ha mai avuto scelta. Escluso Sanchez, gli altri giocatori a disposizione dalla panchina non erano all’altezza.
4) Un applauso a Vidal, guerriero senza Barella
Magari con Barella le cose sarebbero andate meglio, impossibile dirlo. Quel che è certo è che Vidal - alla vigilia considerato tra i possibili punti deboli dell'Inter - non ha sfigurato, tutt'altro: il cileno è stato tra i migliori in campo dei nerazzurri e ha messo a disposizione dei compagni tutta la sua cattiveria agonistica e l'esperienza ad alti livelli. Una piacevole sorpresa per Inzaghi, considerando il rendimento altalenante del centrocampista in questa stagione: quando c'è da mettere in campo la personalità delle grandi occasioni, Vidal risponde presente. Come successo contro lo Sheriff a San Siro dopo il punto conquistato nelle prime due partite del girone.
5) Cosa aspettarsi ad Anfield? Prima c’è un filo da non perdere
Visto il 2-0 di San Siro, cosa potrà succedere nel match di ritorno? All'Inter servirà più di un'impresa - qualcosa di simile a un miracolo - per ribaltare il pesante risultato dell'andata. Ma deve quantomeno crederci, anche per non rischiare una severa lezione ad Anfield nel caso in cui dovesse scendere in campo solo per obbligo di firma. Prima però c'è da rituffarsi sul campionato: la sfida contro il Sassuolo di domenica deve immediatamente diventare il primo pensiero di Inzaghi e dei giocatori. Il rischio che una beffa così possa lasciare sttrasichi c'è, ma compromettere la corsa scudetto sarebbe quantomai deleterio: l'Inter deve reagire immediatamente. La partita contro i neroverdi, dopo una sconfitta contro il Liverpool, diventa ancor più fondamentale.
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