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Inter-Shakhtar Donetsk 2-0, 5 verità: nerazzurri agli ottavi, Inzaghi è riuscito laddove Conte e Spalletti fallirono

Carlo Filippo Vardelli

Aggiornato 25/11/2021 alle 09:54 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE – L'Inter batte lo Shakhtar di De Zerbi e grazie alla vittoria del Real Madrid sullo Sheriff (3-0) torna agli ottavi di finale dopo dieci anni. Dzeko si conferma un fenomeno senza tempo. Inzaghi riesce dove i suoi predecessori avevano fallito.

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Inter-Shakhtar Donetsk, match valido per la 5a giornata del girone D di questa Champions League, è terminato con il punteggio di 2-0 a San Siro. A segno in entrambe le occasioni Edin Dzeko, autentico MVP della serata. Per i nerazzurri, dopo aver racimolato solo un punto nelle prime due partite e un calvario lungo 10 anni, si riaprono le porte degli ottavi di finale. Inoltre, con una vittoria a Madrid la truppa di Inzaghi ci arriverebbe da prima nel girone. Vediamo insieme le 5 verità del match.
L’Inter ha passato la fase a gironi di Champions League per la prima volta dopo 10 anni, dalla stagione 2011/12, quando fu eliminato agli ottavi dal Marsiglia.

1) L’Inter torna tra le top 16: è storia

L’ultima (o forse meglio dire la penultima) volta che l’Inter ha fatto il suo ingresso negli ottavi di Champions League, la Juventus non aveva ancora vinto il primo dei suoi 9 scudetti consecutivi. Era il 2011-2012, in panchina sedeva Claudio Ranieri e il girone era composto da Lille, Trabzonspor e CSKA Mosca. Un salto all'indietro lungo e significativo, anche perché se gli ultimi marcatori nella storia delle gare ad eliminazione diretta sono Pazzini e Milito di acqua sotto i ponti ne è passata veramente parecchia. Più in generale, come ha ribadito anche Beppe Marotta, questo traguardo significa parecchio per il club. Sia a livello di prestigio che a livello economico, i nerazzurri fanno ritorno nel posto in cui meritano di stare.
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Simone Inzaghi e l'Inter festeggiano al termine di Inter-Shakhtar Donetsk - Champions League 2021-22

Credit Foto Getty Images

2) Simone Inzaghi è l’ereditiere giusto

Il tecnico piacentino, in pochissimo tempo, partendo dal lavoro svolto dai suoi predecessori (Antonio Conte-Luciano Spalletti), è riuscito ad impiantare il suo calcio e a raggiungere un traguardo importantissimo. In estate la società gli aveva privato il piacere di lavorare con campioni del calibro di Hakimi e Lukaku, ma lui non ha fatto una piega. Anzi, aveva promesso di riportare l'Inter agli ottavi. Oggi, mattoncino dopo mattoncino, passa a riscuotere gli applausi che si merita, perché la sua squadra è concreta sia in Italia che in Europa.
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Simone Inzaghi, Inter-Shakhtar Donetsk

Credit Foto Getty Images

3) Dzeko è immortale

Edin Dzeko non lo scopriamo di certo in questo 2021, ma quando un giocatore è decisivo si merita sempre la copertina. Anche se lo conoscono già tutti. La doppietta di ieri sera contro lo Shakhtar, oltre a rappresentare una discreta milestone nella storia recente del club, lo ha consacrato come bomber di coppa (50 in carriera) e fatto arrivare in doppia cifra stagionale. Ad inizio anno forse c’erano dei dubbi sul suo tasso di conversione tra occasioni e gol; oggi sono definitivamente spariti. Il cigno di Sarajevo è immortale.

4) De Zerbi rimandato a settembre

In America si chiama rookie-wall. È una sorta di muro immaginario che viene colpito dalle matricole NBA che dopo mesi e mesi ad alto livello subiscono una flessione. Roberto De Zerbi, dopo mesi e mesi sulla cresta dell’onda, sembra aver sbattuto la faccia contro il muro della Champions League. La sua prima stagione europea può essere archiviata con un "ci rivediamo a settembre" , e sicuramente il giudizio non è positivo (un punticino in cinque partite), ma prima di lanciarsi in bocciature conviene aspettare. Questo allenatore arriverà lontano. Ha solo bisogno di tempo.
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5) Sognare non costa niente

L’Inter ha fatto il suo, adesso la pressione è tutta sul Real di Ancelotti. In vista dell'ultima giornata del girone, i nerazzurri hanno un sogno nel cuore: vincere alla CasaBlanca e chiudere il gruppo al primo posto. L’impresa è ardua, ma non impossibile. Se la squadra di Inzaghi riproporrà il ritmo e la faccia tosta mostrata con lo Shakhtar potrà fare partita alla pari, e se riuscirà a fare partita pari allora potrà anche sognare di vincerla. Sicuramente le merengues non possono stare tranquille: i nerazzurri ringhiano.
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