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Coppa Italia fra veleni e «grazie»: Inter-Juventus a nervi scoperti per Simone Inzaghi e Massimiliano Allegri

Roberto Beccantini

Pubblicato 24/04/2023 alle 16:58 GMT+2

COPPA ITALIA - Dagli anni Sessanta Inter-Juventus è diventata una polveriera. La puntata attuale garantisce la finale del trofeo che l’Inter, l’11 maggio 2022, strappò proprio agli acerrimi rivali. Per dirla tutta: se Inzaghino si giocherà l’epilogo di Istanbul nel derby di Champions, Max contenderà al Siviglia l’approdo a Budapest, teatro della «bella» di Europa League.

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Rieccole. E proprio il 26 aprile, il giorno in cui, al vecchio Delle Alpi, si consumò il famigerato impatto tra Mark Iuliano e Ronaldo. Per l’arbitro, Piero Ceccarini, niente; per il sottoscritto, rigore; per Sandro Gamba, guru del basket, sfondamento del fenomeno. Vinse Madama, 1-0: ricamo di Alessandro Del Piero. Era la stagione 1997-’98, scudetto alla Juventus della Triade, con l’Inter di Gigi Simoni furibonda e molto altro.
Mercoledì, ore 21, San Siro: ritorno delle semifinali di Coppa Italia. L’1-1 dell’andata, il 4 aprile, era stato suggellato, oltre che dal gol di Juan Cuadrado e, agli sgoccioli degli sgoccioli, dal rigore di Romelu Lukaku, dai cori razzisti nei confronti del belga, per una forma di esultanza che, sinceramente, non mi era parsa provocatoria, e dalla rissa che coinvolse entrambe le squadre. Sul podio, il cazzotto di Cuadrado a Samir Handanovic. Se il colombiano si beccò tre turni di squalifica, il secondo giallo di Davide Massa sarebbe costato a Lukaku la rivincita del Meazza. In crisi di consensi, il presidente Gabriele Gravina l’ha graziato, in via eccezionale, per lanciare un segnale forte contro il razzismo. «Oportet ut scandala eveniant»: speriamo che serva per qualcosa, a qualcuno.
Tutto qui? Macché. In campionato, il 6 novembre, s’impose Madama per 2-0, gol di Adrien Rabiot e Nicolò Fagioli. Per fortuna, gli unici casi da moviola rigarono l’area interista. Nell’ordalia del 19 marzo, viceversa, apriti cielo: 1-0 per l’ex Tiranna, firmato Filip Kostic. A monte dell’azione un paio di mani-comi (Rabiot, Dusan Vlahovic) fecero gridare all’ennesimo scandalo. Anche se, bontà sua, il loggione considerò «meritato» lo scarto. Ceneri bollenti anche stavolta, con assemblea condominiale assai turbolenta e rosso a Danilo D’Ambrosio e Leandro Paredes.
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A ciò si aggiunga l’altalena del meno 15 tornato più 15 (per quanto?), scossa che ha riportato Massimiliano Allegri al terzo posto e spedito Simone Inzaghi addirittura al sesto, fuori dalla zona Champions. E la partita in sé? Calma, ci sto arrivando. Dagli anni Sessanta Inter-Juventus è diventata una polveriera. La puntata attuale garantisce la finale del trofeo che l’Inter, l’11 maggio 2022, strappò proprio agli acerrimi rivali. Per dirla tutta: se Inzaghino si giocherà l’epilogo di Istanbul nel derby di Champions, Max contenderà al Siviglia l’approdo a Budapest, teatro della «bella» di Europa League.
Insomma: agende straripanti. L’Inter delle undici sconfitte è passata dal Luna park del Benfica al perentorio 3-0 di Empoli, con la «Lu-la» nei titoli. Di solito, nelle coppe, esprime il meglio di sé. Governa i cali che la spingono spesso fuori di testa. Nicolò Barella si esalta. Lautaro Martinez ha ritrovato il gol.
Veniva dal tribolato pareggio di Lisbona, nella tana dello Sporting, la Juventus. Il terzo k.o. consecutivo, con il Napoli, le ha succhiato energie fisiche e nervose. L’eclissi di Vlahovic si protrae ormai da troppo tempo per parlare banalmente di goffe macumbe. Il cannoniere è un cursore: Rabiot, 11 reti in totale. C’è poi Angel Di Maria, il concessionario della fantasia: urge stargli più vicino. Federico Chiesa, lui, è ancora alla caccia delle volate perdute. E le pendenze giudiziarie distraggono.
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Sul fronte opposto, uno fra Marcelo Brozovic, Hakan Calhanoglu, fresco di recupero, e Henrix Mkhitaryan immagino che dovrà accomodarsi in panchina. Coppia d’attacco, Lukaku-LauToro.
A parità di reti, da questa edizione i gol in trasferta non valgono più doppio: dunque, zero catene. Sarà l’Inter a cucinare la torta, e la Juventus a pizzicarne le fette. Cancellare la storia è impossibile. E allora, come dicono i croupier: fate il vostro gioco. Un pronostico? L’orgoglio della Juventus non si discute, ma l’Inter mi sembra averne di più.
Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini: www.beckisback.it.
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