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Calcio, MLS: Federico Bernardeschi: "A Toronto mi sento a casa, sono la star con il numero 10"

Daniele Fantini

Pubblicato 27/08/2022 alle 12:35 GMT+2

CALCIO, MLS - Federico Bernardeschi parla delle sue prime settimane di esperienza nel calcio nordamericano in una lunga intervista concessa a Sportweek. "Con la Juventus ho toccato il massimo, avevo bisogno di una nuova esperienza. Qui mi sento già a casa, sono stato presentato come una star e ho riavuto la mia maglia numero 10".

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Nelle 6 partite disputate finora con Toronto, Federico Bernardeschi ha raccolto statistiche di tutto rispetto: quattro gol, un assist, 22 conclusioni tentate, buone per portare la squadra canadese a cambiare marcia dopo una prima metà di stagione molto complicata. Con lui e Lorenzo Insigne, Toronto ha registrato tre vittorie, due pareggi e una sconfitta, e sta provando a risalire la classifica tenendo sempre vivo il sogno della qualificazione ai playoff.
L'ex-giocatore di Fiorentina e Juventus ha parlato della sua nuova esperienza in una lunga intervista concessa a Sportweek. Riportiamo alcuni passaggi significativi.
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Federico Bernardeschi, Toronto FC, MLS, Twitter @TorontoFC

Credit Foto Twitter

Toronto, una nuova casa

"Dopo un mese a Toronto, mi sento come se vivessi qui da anni. Sono rimasto colpito da tutto. Dalla città, al modo di vivere, umano e professionale. La società ha un'organizzazione da top club e Toronto è spettacolare. Non a caso è considerata la New York canadese".

Una star con il 10 sulle spalle

"Sono stato presentato come una star e ho subito percepito un entusiasmo straordinario. L'Europeo ha dato a me e Insigne una popolarità mondiale, e l'accoglienza lo dimostra. Tenevo alla maglia numero 10, ma è stato tutto naturale. Il club me l'ha proposta, e io ho accettato con grandissima soddisfazione. L'ho sempre avuta sin da quando ero ragazzino, tranne alla Juve, me la sento addosso".
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MLS, un campionato attraente e in grande crescita

"Molti giocatori vedono nella MLS un'opportunità e si sono resi conto di quanto il calcio stia crescendo qui. Tanti giocatori della A mi hanno chiamato per informarsi. Mi ha fatto piacere perché la curiosità e sinonimo di intelligenza. Qui ho trovato un'intensità pazzesca, come nelle partite internazionali. Ma per tecnica e tattica siamo indietro rispetto al calcio europeo. Prevedo però una rapida evoluzione nei prossimi 5-6 anni".

Una nuova esperienza dopo aver toccato il top con la Juventus

"Sono sempre stato affascinato dall'America, fin da quando sbarcò Beckham. Avevo buone opportunità in Europa, ma ho fatto questo ragionamento: sopra la Juventus c'è poco per storia e blasone, ho dimostrato di poter stare in un top club, è ora di fare una nuova esperienza. Con l'Europeo si è chiuso un cerchio, avevo fatto il mio percorso e avevo voglia di fare altro".

America vs Europa: la differenza di approccio

"I gol li ho sempre fatti, ma alla Juventus ero più focalizzato sull'obiettivo di squadra. Qui mi sento più libero e leggero, non è una questione di pressione perché quella c'è sempre, ma quando giochi ti senti parte di uno show. C'è un modo diverso di vivere lo sport, ogni match è sentito come una finale di Champions. Sono andato a vedere una partita di baseball, uno spettacolo. Allo stadio portano anche i neonati, mettono le cuffie per il rumore, ma li fanno partecipare alla festa. In Italia siamo indietro".
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