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Haaland: "Voglio la Champions e il pass per i Mondiali 2026. Tra 12 anni spero di essere ancora più bravo di adesso"

Michele Neri

Pubblicato 17/01/2023 alle 16:38 GMT+1

PREMIER LEAGUE - Erling Haaland vuole prendersi tutto. Anche se è ancora a secco di gol nel 2023, al Manchester City sta registrando numeri anomali per chiunque: 21 gol in 17 giornate di Premier League, 27 in tutte le competizioni. In un'intervista a GQ ha parlato del nuovo club, di obiettivi, stile di gioco e non solo. La Champions League e il pass per i Mondiali 2026 i desideri più grandi.

City sotto? Haaland cerca di ribaltare la serata con un colpo dello scorpione

Cyborg, macchina da gol, essere mitologico o "una forza della natura" per utilizzare le parole di Jurgen Klopp. Tanti modi diversi per fare riferimento ad Erling Braut Haaland, che in estate per 60 milioni di euro è passato dal Borussia Dortmund al Manchester City, club in cui ha militato suo padre Alf-Inge dal 2000 al 2003. Il norvegese ha avuto da subito un impatto devastante: 21 gol in 17 presenze di Premier League. Considerando anche le altre competizioni diventano 27 in 24. Pep Guardiola ha rinunciato al suo amato falso nueve, tanto era stato conquistato dal gigante 22enne. E lui ora lo sta ripagando, sebbene nel 2023 sia ancora a secco di reti. "Cercherò di fare tutto ciò che è in mio potere per vincere dei trofei con il Manchester City e proverò a cambiare le carte in tavola", ha ammesso il numero 9 in un'intervista esclusiva a GQ, ed ha aggiunto: "Se tutto andrà come deve andare, il mio obiettivo è vincere la Champions League".

IL PASSAGGIO AL CITY

Facciamo però qualche passo indietro. In estate, come anticipato, Erling Braut Haaland si prende la scena con il trasferimento al Manchester City. E' l'acquisto che sposta maggiormente gli equilibri, seppur non il più costoso. Ma perché proprio i Citizens? "I miei genitori sapevano com’era il Paese ed è stato un valore aggiunto. Anche giocare nella stessa squadra di mio papà è qualcosa di speciale", così ha risposto l'attaccante facendo riferimento al passato da giocatore del papà Alf-Inge a Manchester. Si sta distinguendo anche per la tranquillità, sembra che nulla lo turbi. Tanto che dichiara: "Mi piace sentirmi sotto pressione". Ma non è d'accordo che il City avesse delle lacune dal punto di vista mentale, che lui dovrà colmare: "Onestamente, non mi pare. A volte ci si mette la sorte. Nella partita contro il Real Madrid dell’anno scorso, di fronte al gol di Rodrygo, dove Asensio manca il colpo di testa e la palla colpisce la gamba di Rodrygo finendo in rete, viene veramente da immaginare lassù la presenza di una divinità deputata a decidere su queste cose".
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Erling Haaland con la maglia del Manchester City

Credit Foto Twitter

I MONDIALI E IL PALLONE D'ORO

Nel dialogo con il giornalista di GQ, Erling Braut Haaland ha parlato anche di altri progetti. "La qualificazione ai Mondiali del 2026 è il mio obiettivo principale", afferma, e prosegue: "La mia è una nazione piccola. In ogni caso, alla Coppa del Mondo si vedono Nazionali di piccoli Stati capaci di compiere imprese fantastiche". Al contrario, il Pallone d'Oro non sembra essere nei suoi pensieri: "Penso che a tutti importi, ma non aiuta pensarci. Se tu e la tua squadra state giocando davvero bene, le prestazioni saranno positive, inizierai a vincere trofei e probabilmente finirai nella lista. Un esempio è De Bruyne che si è aggiudicato il terzo posto, a mio avviso ben meritato, tra l’altro. Ad ogni modo, non ha senso concentrarsi su questo tipo di pensieri"

UNA CARRIERA AUSPICABILMENTE LUNGA

Erling Braut Haaland ha solo 22 anni, e con l'imminente ritiro di molti idoli generazionali (Messi, Modric, Ronaldo, ...), è destinato a conquistare il centro del palco e a contenderselo con Kylian Mbappé e pochi altri. L'attaccante del Manchester City ha chiaro di voler segnare un'epoca, vincendo per tanto tempo: "Guarda Benzema, ha 35 anni e credo che sia ancora il migliore. Tra 12 anni spero di essere ancora più bravo di adesso". Il padre Alfie si ritirò a 30 anni per problemi al ginocchio, che non lo lasciavano in pace, ma il 9 del City non è preoccupato per sé: "Non mi faccio scrupoli sul rischio di infortuni: fanno parte del nostro lavoro. Probabilmente mi capiterà ancora in carriera di farmi male. Spero di no, però, non si sa mai cosa può accadere giocando a calcio. È uno sport pericoloso".

LO STILE DI GIOCO

Il gigante invisibile. Così si potrebbe riassumere il suo modo di stare in campo. E' imponente, è impossibile da notare, eppure si muove sempre con astuzia e sorprende difensori e portieri avversari. Sbuca e segna. Ecco come spiega il suo stile di gioco: "Cerco di essere un po’ più sveglio, scaltro e in anticipo rispetto alle persone contro cui gioco. Provo, per esempio, a essere un po’ più reattivo a livello mentale. Perché se trovo la giusta concentrazione, guadagno un secondo, riesco a mettermi nella condizione di concludere e non mi possono bloccare. Loro pensano che io vada da una parte, invece corro dall’altra. Così, alla fine faccio gol. Insomma, qualcosa del genere. È una soluzione a cui ricorro spesso". Ha studiato diversi campioni: "Da Zlatan a Van Persie, da Vardy ad Aguero, a Messi, Negredo, Edin Dzeko, Balotelli...". Eppure è rimasto se stesso: "Continuo a giocare come facevo a 13 anni, quando vivevo nella mia città natale. Corro, scatto e mi muovo nello stesso modo. Basta guardare i filmati su di me a quell’età per accorgersi che non è cambiato nulla".

LE ABITUDINI

Haaland ha capito che per essere sempre più forte deve essere metodico, curare tutti gli aspetti della vita e non dare spazio a ciò che potrebbe alterare gli equilibri, come i social. La sua esultanza in cui medita è diventata iconica. La meditazione ha però davvero un ruolo importante per lui: "Odio lo stress e cerco di non subirne gli effetti. La meditazione serve proprio ad allontanare ogni pensiero snervante. Per me ha sempre funzionato". E così il sonno: "Sono molto attento a preservare il sonno. La cosa più importante nella vita per me è dormire, non solo tante ore, ma anche bene". Infine sulla sua routine non si nasconde: "Non faccio molto in realtà. [...] Mi dedico all'allenamento e la giornata è quasi finita". Insomma, tutte le energie sembrano indirizzate ad un unico scopo: diventare l'attaccante più forte di sempre.
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Erling Haaland, esultanza meditazione, M.City-M.Utd

Credit Foto Getty Images

L'intervista completa è disponibile sul sito ufficiale di GQ
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Haaland tuona dopo soli 10': assist di De Bruyne e 1-0 City!

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