Beccantini, Da Sarri a Pirlo: perché la scossa di Agnelli non mi convince

Ha voglia, Andrea Agnelli, di raccontare che la Champions è un "sogno" diventato "obiettivo".

Focus Sarri-Pirlo

Credit Foto Eurosport

Quando si licenziano in rapida sequenza due allenatori che hanno vinto lo scudetto - prima Massimiliano Allegri, bocciato in estetica, poi Maurizio Sarri - doppietta unica al mondo, sorge il sospetto che non si tratti né dell’uno né dell’altro, ma di una vera e propria "ossessione".

Una scelta "oltre"

La scelta di Andrea Pirlo è un azzardo che va oltre, molto oltre, le fiches che la società decise di puntare sul "golpista" di Napoli. C’entra il bilancio, naturalmente: si parla, per il neo-mister, di uno stipendio di "appena" due milioni di euro, tanto per rendere l’idea. E c’entra Cristiano, a maggior ragione: ancorché, fino al Lione, il patteggiamento tattico di Sarri fosse stato considerato uno scaltro modello di compromesso storico. Fu Fabio Paratici (complimenti) a convincerlo a volare dal Marziano per chiedergli se se la sarebbe sentita di giocare centravanti. Cierre gli rispose come Bartleby, lo scrivano di Herman Melville: "Preferirei di no".
Reclutando Sarri, la Juventus non poteva non sapere che razza di domatore avrebbe introdotto a palazzo: sul piano dei metodi e dell’etichetta, il più "anti" in circolazione. In questi casi ci si studia, gli si dà tempo. Le rivoluzioni non sono brezze. Piombato a Liverpool nell’ottobre del 2015, Jurgen Klopp alzò il primo trofeo (la Champions, toh) "solo" nel 2019. L’epilogo attuale rimanda all’alba dei Novanta, al calcio-champagne di Gigi Maifredi che andò a sbattere contro l’iceberg della frivolezza montezemoliana, costò un settimo posto e non durò più di una stagione.
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Juventus, quando Agnelli e Paratici avevano già le idee chiare sul futuro di Andrea Pirlo

Video credit: Eurosport

Da quando Marotta non c'è più...

Inoltre, da quando Beppe Marotta ha lasciato Torino ci sono stati due esoneri in due anni. E sempre dopo campionati vittoriosi. Pura coincidenza? Se poi fosse vero tutto quello che sta uscendo - tra gossip di spogliatoio, mal di pancia da lavagne, musi lunghi della vecchia guardia - Pavel Nedved e la sua Camelot dov’erano? Non discuto gli errori del Comandante, il suo perfezionismo viscerale, la gabbia degli schemi dentro la quale ha stipato e sfinito tutti, pure sé stesso. Gli Arrigo Sacchi, i Sarri sono stati giocatori normali, normalissimi. Per questo hanno cercato nella dottrina l’anormalità del messaggio. Pirlo, viceversa, è stato giocatore anormale e per questo, immagino, cercherà nella normalità il messaggio della dottrina. Lui così silenzioso, così tenebroso, così Zinedine Zidane nel carisma e nei rapporti. Occhio, però: se non gli rinfrescano la rosa, temo che sarà dura anche per Sua Geometria, la cui gavetta è pari a zero.
Il problema è, fra John Elkann e Andrea, chi comanda chi. Se cacci due tecnici nel giro di due estati - due tecnici che, soprattutto, esprimono filosofie opposte, uno la gestione e l’altro la visione - qualcosa non va. Nella squadra o nella testa (loro, dei padroni). Pirlo, il ponte costruito d’urgenza, non potrà che riassumerne una forzata sintesi.

Giocatoristi vs allenatoristi

Siamo di fronte a una mossa-scossa che riporta al centro del villaggio la chiesa dei "giocatoristi" e allontana in periferia il culto degli "allenatoristi". Alludo, fatti i debiti distinguo di risorse e ambizioni, alla parabola di Marco Giampaolo e Sarri, retrocessi da venerati maestri a emeriti imbonitori: e al capezzale, solo i parenti stretti.
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Pirlo, Pogba e Vidal (oltre a Morata): 3/4 dello stellare centrocampo bianconero che insieme a Marchisio portarono la Juventus in finale di Champions

Credit Foto Imago

Chiudo con un paragone. Berlino, 6 giugno 2015, finale di Champions con il Barcellona, centrocampo della Juventus: Pirlo, Claudio Marchisio, Paul Pogba, Arturo Vidal. Sette agosto 2020, ritorno degli ottavi di Champions con il Lione, centrocampo della Juventus: Rodrigo Bentancur, Miralem Pjanic, Adrien Rabiot, Federico Bernardeschi. Con gli stessi dirigenti (meno Marotta). Ecco perché trovo più colpevole lo zampariniano Agnelli del bukowskiano Sarri.
Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini.
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Conte: “Pirlo alla Juventus? Felice per lui, questo vuol dire che sto diventando vecchio”

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