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Inter, Conte e il centrocampo: rebus di difficile soluzione

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Aggiornato 24/10/2020 alle 13:22 GMT+2

In vista della trasferta del Ferraris contro il Genoa, il tecnico nerazzurro s'interroga sul centrocampo, reparto che non ha ancora trovato una quadratura in questo inizio di stagione: la soluzione potrebbe essere rinunciare al 3-5-2?

Brozovic ed Eriksen - Inter - 2020

Credit Foto Getty Images

Antonio Conte ha parlato in conferenza stampa, nel tradizionale appuntamento della vigilia, in vista di Genoa-Inter. In un momento non facile per i nerazzurri, il tecnico è apparso sereno e sorridente come rare volte ci era capitato di vederlo in carriera.
Sicuramente nessuno può imputargli una battuta di spirito o parole come felicità, gioia e fiducia - leit motiv della conferenza - ma la forza di Conte è sempre stata qualcosa di diverso: lo scontro, l'agonismo, la polemica. Questo cambio di strategia a livello comunicativo ha le sue radici nell'incontro di Villa Bellini con la società, ma passando dalla scrivania al campo sembra essersi smarrito anche un altro Conte: quello trasformista.
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La difesa è stata giustamente oggetto di critiche in questo inizio di stagione - dieci gol subiti nelle prime cinque gare non si registravano dai tempi dello sciagurato avvio di Gian Piero Gasperini - ma i problemi di equilibrio dei nerazzurri nascono da un centrocampo che non riesce a dettare il gioco, come aveva fatto l'anno scorso, e che lascia scoperta la retroguardia. Non c'è protezione da parte della mediana che non compensa nemmeno con passaggi filtranti a beneficio delle punte o inserimenti per aumentare l'efficacia offensiva.
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Vidal in Inter-Borussia Monchengladbach, Champions League

Credit Foto Getty Images

Rebus centrocampo

Insomma, la questione riguarda sia gli interpreti che il modulo. A Genova il centrocampo dovrebbe essere così composto: Darmian-Vidal-Brozovic-Perisic-Barella con possibile variante Darmian-Barella-Brozovic-Perisic-Eriksen. L'ex Cagliari è in vantaggio su Nainggolan mentre l'altro ballottaggio è tra Eriksen e Vidal. Brozovic ed Eriksen non sembrano facilmente compatibili per gli equilibri di squadra.
Si potrebbe obiettare che a questo reparto manca un elemento come Kanté. Conte lo ha chiesto con forza ma il suo acquisto non era economicamente sostenibile per i nerazzurri, soprattutto a causa di qualche cessione mancata, e allora il giocatore del Chelsea non è arrivato. Una volta guarito dal Covid-19, potrebbe essere Gagliardini a ricoprire il ruolo di schermo davanti alla difesa, ma anche questa non sembra essere la soluzione al rebus.
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Rinunciare al 3-5-2 può essere la soluzione?

Conte non ha ancora trovato la quadra perché se è vero che Kanté sarebbe servito, il materiale su cui lavorare non è scadente. Si potrebbe mettere in discussione il 3-5-2 di mazzarriana memoria, un modulo che al momento non offre grandi garanzie. Perisic non è un esterno, Kolarov e D'Ambrosio non sono difensori per giocare a tre dunque perché non provare un 4-4-2?
Conte lo faceva a Bari, a Siena e alla Juventus con grande elasticità mentale. A volte si può fare un passo indietro per andare avanti. D'altronde, tutti i grandi allenatori sono stati trasformisti: Guardiola, Klopp, Ancelotti e Conte stesso.
Il tecnico pugliese sembra aver perso quella voglia di osare e di cambiare spartito. Eppure, lui sa meglio di tutti noi che un grande allenatore è quello che si mette anche al servizio dei giocatori. L'Inter 2020-21, al momento, si appoggia troppo a Lukaku e dietro patisce troppo. Quest'Inter felice non somiglia tanto ad Antonio Conte.
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