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Serie A, Juventus: Dybala è tornato ma ora è Agnelli a passargli la palla per il rinnovo

Carlo Filippo Vardelli

Aggiornato 15/12/2020 alle 12:44 GMT+1

SERIE A - Con la sua trademark move, la Joya è tornata al gol in Serie A. Ha trafitto il Genoa sbloccando il punteggio nella trasferta che valeva l’11a giornata del campionato. Un gol liberatorio, a cui hanno fatto seguito delle parole importanti: “Amo la Juve. Le voci incontrollate mettono i tifosi contro di me”. Agnelli ha preparato l'offerta: ora la palla passa a Paulo

Dybala, Andrea Pirlo - Genoa-Juventus - Serie A 2020/2021 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

2017-2018, seconda giornata del campionato di Serie A. Siamo nella stagione in cui la Juve deve difficilmente ricostruire dopo due finali di Champions – perse – in tre anni. È la prima vera stagione dal 2013 dove i bianconeri vedono la morte in faccia. In un campionato che sembra ripercorrere lo stesso motivetto di sempre, il gol di Koulibaly arriva come un meteorite sul capoluogo piemontese: per una settimana il mondo si ferma. Sette giorni dopo nella partita di Milano ritornano gli occhi delle tigre: la Juve rimonta sotto 2-1 e i pianeti ritrovano il proprio allineamento: settimo scudetto juventino.
Il 26 agosto 2017 siamo ancora lontani da tutto ciò e Paulo Dybala, per la prima volta con il 10 sulle spalle, si presenta a Genova con estrema voglia di spaccare il mondo in due. C’è lo stadio pieno, Juric sulla panchina dei rossoblù e la Juve in giallo: sembra un decennio fa. I liguri partono fortissimo ed in 7 minuti ne fanno ben due: un’autorete piuttosto comica di Pjanic e un rigore di Galabinov assegnato con il VAR.
Poi, il 10 bianconero decide di cambiare le cose. Segna di destro a rimorchio sull’assist di Pjanic e batte un rigore perfetto per il 2-2. Ad inizio ripresa Cuadrado marcherà il primo vantaggio bianconero, con un gol estremamente simile a quello segnato contro l’Atletico Madrid nel 2-2 dell’esordio in Champions nel 2019-2020, ma la luce torna immediatamente sul “Diez”. Noventesimo inoltrato, Perin in porta e piede sinistro. Dybala riceve sul mezzo destro - la posizione che predilige - rientra sul mancino e chiude la traiettoria sul primo palo beffando Perin. È il 4-2 che manda in archivio il match.

Fast forward

Siamo nel 2020-21 e di quella Juve 2017-2018 è rimasto giusto qualche sudamericano (Dybala, Alex Sandro, Cuadrado) e poco altro. I bianconeri sono ancora a Genova, ma a differenza di tre anni prima non devono rimontare nessun punteggio. Pirlo ha scelto ancora una volta Dybala, che a differenza di tre anni prima è la brutta copia di sé stesso. Il tecnico crede in lui, sapendo come stimolare un campione, e non a caso è proprio Genova che ripropone una scena è già vista: Perin in porta, il mezzo destro e il piede mancino.
Ecco l’azione: Mattijs de Ligt supera la metà campo e legge i movimenti dei compagni. Wenston McKennie muove gli ingranaggi e indica un passaggio buttandosi nello spazio a destra mentre Dybala, bravo a reagire al compagno, si inserisce alle spalle dell’americano. L'Olandese alza la palla e il 14 bianconero fa il resto: spizza la sfera e permette a Paulo di giocarsi lo stesso 1 contro 1 di tre anni prima. Stessa azione, stesso copione e stesso finale. Dybala entra in area, scarta Bani e chiude di sinistro sul primo palo. Gol! Gioia liberatoria. Anzi, Joya liberatoria. La storia che si ripete. Se nel 2017 aveva esultato praticamente da solo a fine partita, oggi è contornato dai compagni. Pirlo compreso, che si prende l’abbraccio del suo 10. Dopo 162 giorni, Paulo è tornato a segnare. Il risveglio di un campione.
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Pirlo: "Dybala fondamentale. Lo vedo punta o tra le linee"

Con quei tre gol stampati a Perin Paulo diede il via ad una stagione da 26 reti totali: la migliore da quando è a Torino. Con questo gol la Juve spera di aver ritrovato il proprio gioiello. Troppe volte vilipeso e picconato dalle critiche del tifo. Soprattutto in quest’ultima stagione. Conta poco se ha passato 40 giorni di covid-19 e l’anno scorso ha letteralmente trascinato la squadra allo scudetto. La questione rinnovo è sulla bocca di tutti. La notizia sui soldi che Paulo sembra aver richiesto alla società ha smosso le anime di appassionati e non. Una sorta di offesa a chi sta passando un periodaccio, finché non è arrivata la riposta dal diretto interessato ai microfoni di SkySport.
Si è parlato tanto e si dicono cose non vere. Il mio agente è stato a Torino e non è stato chiamato: quindi mi dispiace quando si parla di soldi e di cifre inventate. Io ho un bel rapporto con i tifosi e queste cose vengono dette per metterli contro di me. Io amo questa maglia e voglio restare. Sono molto leale a questo club e la gente lo sa.
Una stoccata diretta. Dritta al petto. Chi voleva una risposta, adesso ce l’ha. Dybala dimostra di tifare Juve più di molti tifosi che lo vorrebbero lontano da Torino, però queste parole d’amore non riescono comunque a fugare tutti i dubbi sul futuro del nativo di Laguna Larga.

Andrea Agnelli e Paul Pogba

Nonostante le dichiarazioni del gioiello argentino non siano a doppio sfondo, la lettura maligna è arrivata puntuale e precisa sul binario di Torino. Pochi giorni fa Paul Pogba, un altro Paolo legato a doppio filo alla Juve, sembra aver dato l'ultimatum al Manchester United: "voglio andarmene", riportato in estrema sintesi. Gli esperti di mercato non ci hanno messo molto a sottolineare con il pennarello indelebile che la Juve proverà a lanciare l’assalto al campione del Mondo, mai realmente dominante come a Torino, ed in questo delicato movimento che andrebbe a muovere valanghe di soldi rientrerebbe in pista anche Paulo Dybala.
La situazione economica della Juve non è tutta rose e fiori e, con Cristiano Ronaldo e de Ligt indubbiamente fuori dal mercato, l’unico bene mobile con del valore in casa Juventus ha il nome e cognome di Paulo Dybala. Dalla sua potenziale cessione potrebbe spuntare quel denaro utile a migliorare la rosa, e a voler essere doppiamente maligni questa insistenza nel farlo giocare potrebbe essere la disperata ricerca di quel valore da cui dipende il futuro del club. La frase "il mio agente non è stato chiamato" ha prestato il fianco alla doppia veduta, e da lì le voci e le supposizioni l'hanno fatta da padrone. Però, dopo quasi 24 ore, le ipotesi hanno lasciato spazio alla realtà, e più precisamente alle parole di Andrea Agnelli che hanno ribaltato la questione. "L'offerta per Paulo c'è. Lui lo sa. Ora dipende tutto da lui: accettare o rifiutare". Tagliente e sintetico quanto serve il presidente ha rimesso la palla nei piedi di Paulo. Però questa volta non servirà una magia, ma una semplice firma.
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Pirlo: "Aspettavamo il gol di Dybala, ora farà meglio"

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