Serie A, le 5 verità di Milan-Inter: Lautaro-Lukaku al top, solo Conte può perdere lo Scudetto
DaEurosport
Aggiornato 22/02/2021 alle 10:12 GMT+1
SERIE A - I nerazzurri confermano nella maniera più roboante possibile di essere la grande favorita per la conquista del campionato. Con una coppia d'attacco, Lautaro-Lukaku, che ha ben pochi eguali in Europa. Rossoneri in riserva: ora il rischio è quello di subire il contraccolpo psicologico di una sconfitta così pesante.
Milan-Inter, match della ventitreesima giornata della Serie A 2020-2021 andato in scena a San Siro, si è concluso col punteggio di 3-0 a favore dei nerazzurri. Gara arbitrata da Daniele Doveri di Roma. In virtù di questo risultato la formazione di Antonio Conte vola a +4 in classifica su quella di Stefano Pioli. Gara decisa da una doppietta di Lautaro Martinez, il migliore in campo, e dal sigillo del tris di Romelu Lukaku. Di seguito le 5 verità che ci ha lasciato il derby della Madonnina.
Classifiche e risultati
1) Solo l'Inter può perdere lo Scudetto
Lo avevamo già sostenuto dopo la vittoria di una settimana fa contro la Lazio: l'Inter è la grande favorita per la conquista dello Scudetto. Lo era probabilmente quando ancora non ingranava, quando stazionava a -5 dal primo posto, quando i meccanismi contiani non giravano. E lo è a maggior ragione adesso che la classifica le sorride pienamente. Bando alle ciance: l'Inter è più forte del Milan. Più robusta, costruita per vincere subito. Banale, ma è così. Nel derby ne ha dato l'ennesima riprova, stordendo i rivali per gran parte della gara e sapendo soffrire nei momenti giusti. Il risultato finale è emblematico della differenza, tecnica e strutturale, tra le due milanesi. A tratti troppo ampia, troppo evidente. La Juventus è incostante, la Roma non pare poter inserirsi nella lotta per il primo posto, il Milan ha dimostrato i propri limiti. Solo l'Inter può perdere questo Scudetto.
2) Milan, ora il rischio è subire il contraccolpo psicologico
Due sconfitte in tutto il 2020 e già quattro nei primi due mesi del 2021, di cui un paio di fila. Al Milan si è spenta la luce. E la classifica, improvvisamente, è divenuta impietosa: l'Inter ha mangiato 9 punti in poche settimane ai rivali, mettendo la freccia e operando il sorpasso. I limiti rossoneri sono emersi in tutta la loro concretezza in un derby perso male, malissimo. Una contesa a tratti impari nella quale la formazione di Pioli ha provato a rimanere a galla con cuore e impegno. Che però non sono bastati. E ora, occhio al contraccolpo psicologico. Perché il rischio è quello di considerare già buttata una stagione che, in realtà, è ancora vivissima. Tener botta nelle prossime partite, senza farsi risucchiare da un vortice di pessimismo, sarà vitale per mantenere alta l'asticella delle ambizioni. A partire da domenica prossima in casa della Roma: altra sfida da brividi.
3) Lautaro-Lukaku con pochissimi eguali in Europa
Uno porge l'assist, l'altro segna. E viceversa. Lautaro Martinez e Romelu Lukaku, gli ammazza-Milan, non hanno eguali in Italia e ne hanno ben pochi in Europa. Un po' di numeri? Eccoli: in un anno e mezzo il belga ha realizzato 40 reti e l'argentino 27. Ed entrambi hanno spesso beneficiato dell'imbeccata del partner, come accaduto nel derby. Una coppia perfettamente assortita, generosa, altruista. Due che non si fanno mai problemi nell'anteporre gli interessi di squadra a quelli personali. Li chiamano non a caso "Lu-la", perché paiono quasi una cosa sola. Ed è soprattutto grazie a loro se l'Inter può concretamente sperare di riconquistare il campionato dopo un digiuno di 11 anni.
- Lu-La da urlo: solo Muller-Lewandowski nei campionati top 5 meglio di Lukaku e Lautaro (30 gol nel 2020/21)
Gol | Media complessiva | |
Lewa-Muller | 26+10 | 58% |
LUKAKU-LAUTARO | 17+13 | 52,6% |
Kane-Son | 13+13 | 70% |
Mbappé-Kean | 16+10 | 45,6% |
4) Handanovic decisivo: l'Inter se lo tenga stretto
Nella giornata in cui Gigio Donnarumma diventa il più giovane a collezionare la duecentesima presenza in Serie A nell'era dei tre punti, il proscenio se lo prende il collega Samir Handanovic. Perché i grandi protagonisti nerazzurri sono Lautaro e Lukaku, ma una bella fetta di gloria se la prende anche il portierone sloveno, determinante nel rispedire al mittente tutti i tentativi rossoneri al rientro dall'intervallo. Dimenticata la sciocchezza – in collaborazione con Bastoni – della semifinale d'andata di Coppa Italia contro la Juventus. Dimenticate anche altre incertezze stagionali che avevano fatto insorgere il tifo nerazzurro. Il vero Handanovic è questo. E l'Inter deve tenerselo stretto, anche a 36 anni.
5) Kjaer, Kessie, Calhanoglu: i pilastri del Milan sono in riserva
Hanno trascinato il Milan per settimane, per mesi, sempre al top, sempre al massimo dei giri. E ora, semplicemente, non ne hanno più. Da Simon Kjaer ad Hakan Calhanoglu, passando per Franck Kessie, la spina dorsale del Milan si è incrinata. Il danese sta combattendo con problemi fisici di lunga data, l'ivoriano ha perso il sodale partner Bennacer e pure la vitalità di un tempo, il turco sembra non essersi ancora ripreso completamente dalla botta del Covid. Un terzetto a cui si aggiunge Alessio Romagnoli, in bambola contro Lukaku. Il solo Ibra non può bastare. Da loro, e dal loro recupero a pieni livelli, passa la seconda parte di stagione del Milan.
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