Il Pagellone della 25ª giornata: Juventus inceppata, Pioli azzarda il turnover e il Milan crolla, Bologna esaltante

Ogni post giornata analizziamo tutto quello che è successo e proviamo a stilare il Pagellone del turno appena andato in archivio. Nella 25ª giornata di Serie A brilla ancora l'Inter, che sbriga agilmente la pratica Salernitana e aumenta il suo vantaggio su Juventus e Milan, grande delusa di questo turno e che capitola 4-2 a Monza. Sul banco degli imputati sale Stefano Pioli, che sceglie di cambiare per 5/11 la formazione vista contro il Rennes e paga con un ko pesante e che impedisce ai rossoneri l'assalto al secondo posto e il sorpasso sui bianconeri. Bologna e Atalanta sentono aria di Champions, la Roma non molla il treno per l'Europa che conta. Napoli nono da solo e Mazzarri sulla graticola. L'Empoli si sta rialzando, Sassuolo, Frosinone e Lecce risucchiate nella bagarre salvezza.

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1-2 in rimonta all’Olimpico. Il Bologna piega anche la Lazio, la manda a otto punti di distanza in classifica e rimane al quarto posto, appaiato all’Atalanta. 45 punti per i rossoblù – loro nuovo record dopo 25 giornate nell’era dei tre punti a vittoria – e un ritmo davvero esaltante. Questo tipo di successi servono ad aumentare la consapevolezza, a fortificare la mentalità vincente: la squadra di Motta può ambire a un posto nella prossima Champions League e a questo punto inizia a credere davvero nell’impresa. La solita nota di merito è per lo sfavillante Joshua Zirkzee, decisivo con la sua girata, al nono gol in questo campionato. C’è la giusta euforia in terra emiliana per mirare in alto.

Travolta la Salernitana nel venerdì sera di campionato. Un poker che ha portato l’Inter a quota 63 punti e che al termine del weekend ha risvolti ancora più dolci. I passi falsi di Juventus e Milan portano i nerazzurri rispettivamente a +9 e a +11 sulle due dirette inseguitrici, senza considerare la gara da recuperare contro l’Atalanta. La sinfonia della capolista è ammaliante, con un ritmo insostenibile per chiunque. Inzaghi gongola, si gode i suoi ragazzi e prepara la Champions League. Meglio di così...

0-3 per i giallorossi allo Stirpe. Quarta vittoria nelle ultime cinque, che cancella la sconfitta patita contro l’Inter e mantiene i capitolini sesti, a quattro punti dalla zona Champions. Molto bene la Roma di Daniele De Rossi, che ha fatto anche riposare per gran parte del match Dybala, e che sta dando una fisionomia e un atteggiamento ben definiti alla sua squadra. La prodezza di Huijsen, la rete di Azmoun, il rigore di Paredes: tre protagonisti inattesi che si prendono la scena e aumentano l’autostima di una squadra in crescita.

3-0 facile, facile. Sassuolo annichilito, ma contro questa Atalanta era praticamente inevitabile. A spegnere ogni piccola speranza neroverde ci ha pensato Carnesecchi, eccellente nell’ipnotizzare (due volte) Pinamonti dal dischetto. I bergamaschi nell’ultimo mese e mezzo stanno mantenendo l’andatura dell’Inter e non hanno intenzione di fermarsi. La qualità è tante, le soluzioni varie, le possibilità di chiudere in zona Champions concrete. La banda del Gasp viaggia veloce.

Quinto risultato utile consecutivo (due vittorie e tre pareggi). La cura Nicola funziona a meraviglia e l’Empoli stoppa anche la Fiorentina. 1-1 in rimonta, grazie al rigore di Niang, che è diventato il primo giocatore dell’Empoli negli ultimi 25 anni a segnare in entrambe le sue prime presenze in campionato con gli Azzurri. Empoli tosto, solido, cinico, convincente. Il +2 sul terz’ultimo posto rappresenta già un bel traguardo, visto come si erano messe le cose. Strada giusta.

D’Aversa o trova delle soluzioni in fretta, o rischia il posto. Lecce crollato, nelle prestazioni e nella classifica. Il 2-0 netto subito dal Torino fotografa perfettamente la situazione di una squadra che si è progressivamente spenta. Tanta confusione, troppa approssimazione. 24 punti, a +4 sulle terz’ultime. I salentini sono stati risucchiati nella bagarre peggiore. E ora per tirarsi fuori è dura. Inter, Frosinone, Verona, Milan: quattro gare per capire come vivere gli ultimi due mesi di campionato.

La squadra del criticatissimo Allegri non si rialza più. Pareggio con l’Empoli, sconfitta a Milano, ko interno con l’Udinese, 2-2 a Verona. Una Juventus ferita e sofferente, che non riesce a curarsi, a rianimarsi, a risollevare la testa. In poco più di due settimane ogni speranza di rimanere in scia dell’Inter è sparita e ora anche il secondo posto è a serio rischio. I bianconeri devono iniziare a guardarsi dietro, a ritrovare unità e compattezza, e a progettare al tempo stesso il futuro. Sicuramente le ultime quattro prestazioni stridono totalmente con quanto costruito nei mesi precedenti. La Juve ha alzato le mani e si è arresa, soprattutto mentalmente.

Panchina già in bilico per Walter Mazzarri, che sta addirittura peggiorando le medie di Garcia. Pareggio interno con il Genoa, 36 punti in 24 gare giocate per gli Azzurri, nono posto solitario, zona Champions distante nove lunghezze e un doppio impegno con il Barcellona da preparare nel caos più totale. De Laurentiis medita altri cambi, Osimhen pensa al suo futuro, la squadra dello Scudetto non esiste più da tempo. C’è pochissimo da salvare in casa Napoli. Era difficile ipotizzare un campionato di così basso livello per la formazione che lo scorso anno aveva incantato tutti.

Giù, sempre più giù. Anche Dionisi ora rischia seriamente il posto. Sassuolo frastornato, stordito, colpito tre volte dall’Atalanta e ormai raggiunto dal Verona al terz’ultimo posto. L’assenza di Domenico Berardi pesa più del previsto, per una squadra che non ha leader e che soffre in ogni fase di gioco. Un punto conquistato nelle ultime cinque: attenzione ad esagerare, che in questo modo si retrocede.

Non vogliamo essere ripetitivi, ma non ci siamo proprio. Frosinone annichilito anche dalla Roma e in vera crisi, dopo la terza sconfitta di fila. I 52 gol subiti sono tantissimi (peggior difesa del torneo), il ritmo degli ultimi tre mesi è da retrocessione. E infatti dietro si sono avvicinate tutte e ora per Di Francesco la situazione è tutt’altro che serena. La trasferta a Torino con la Juventus arriva nel momento peggiore e occhio: dopo c’è lo scontro diretto con il Lecce.

Si è preso le sue responsabilità nel post-partita Stefano Pioli. Colpe evidenti, per aver esagerato con il turnover, dopo oltretutto un 3-0 rotondo nell’andata dei playoff contro il Rennes. E invece a Monza il tecnico rossonero ha tenuto fuori inizialmente Leao, Pulisic, Giroud, Reijnder, Kjaer. Mezza squadra titolare, dando un messaggio sbagliatissimo a chi andava in campo. I quattro gol incassati da un super Monza (voto 8), l’espulsione di Jovic, il mancato salto al secondo posto: una serata disastrosa allo U-Power Stadium. Marcia interrotta dopo una lunga serie positiva e morale abbassato di quattro tacche. Era forse evitabile?