Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Calcio, Nations League, le 5 verità di Italia-Spagna: il 6 luglio abbiamo fatto un'impresa, Chiesa commovente

Stefano Silvestri

Aggiornato 07/10/2021 alle 10:32 GMT+2

NATIONS LEAGUE - La gara di San Siro conferma il divario con gli iberici già evidenziato tre mesi fa, a Wembley, nonostante la vittoria ai rigori: quella notte costruimmo un mezzo miracolo. La certezza azzurra è il commovente Chiesa, mentre Luis Enrique viene lanciato dal "vero nove" Ferran Torres e si gode il baby Gavi.

La delusione di Lorenzo Insigne, Nicolò Barella, Italia-Spagna, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Italia-Spagna, prima semifinale della Nations League 2020-2021 andata in scena a San Siro, si è conclusa sul punteggio di 1-2. Per le Furie Rosse a segno Ferran Torres, autore di una doppietta, mentre agli azzurri non basta il gol di Lorenzo Pellegrini. La nostra Nazionale ha giocato in dieci dal 42' a causa dell'espulsione di Bonucci per doppia ammonizione. La Spagna si qualifica alla finalissima: domenica a San Siro affronterà la vincente della seconda semifinale Belgio-Francia in programma giovedì sera all'Allianz Stadium di Torino. L'Italia si dovrà accontentare della finale per il terzo posto. Di seguito le 5 verità che ci ha lasciato la partita.

1) Il 6 luglio abbiamo fatto un mezzo miracolo

D'accordo, l'espulsione di Bonucci ha quasi azzerato le speranze di rimonta dell'Italia. Che però, escludendo un paio di (grossissime) palle gol, anche in precedenza aveva sofferto pesantemente la superiorità avversaria nel palleggio. In sostanza: nonostante il cambio radicale di mentalità portato dall'arrivo di Roberto Mancini, su questo aspetto siamo ancora inferiori agli spagnoli. Ed è un tema che avevamo toccato anche lo scorso 6 luglio, dopo l'esaltante semifinale vinta ai rigori. Una notte magica ma al contempo soffertissima, nella quale era divenuta ben presto netta la sensazione che solo portando la partita oltre i 120 minuti avremmo potuto spuntarla. La dimensione di quell'impresa, o di quel mezzo miracolo, si è compresa a fondo ieri sera.
picture

La delusione di Insigne, Verratti e Jorginho, Italia-Spagna, Getty Images

Credit Foto Getty Images

2) Italia ko dopo 37 partite di fila: vietato fare drammi

“37 partite senza sconfitte? Come dice il mio psicologo, l'Italia è sempre più vicina a perdere”. Ce l'ha gufata per bene, Luis Enrique. Ma sapeva anche lui di aver ragione. Perché la striscia di imbattibilità da record dell'Ital-Mancio era destinata, prima o poi, a esaurirsi. Ed è probabilmente un bene che sia capitato in una competizione secondaria come la Nations League. Abbiamo avuto la meglio dell'Estonia come del Belgio, siamo rimasti imbattuti in casa dell'Inghilterra, abbiamo percorso i gradini della gloria. Soprattutto, abbiamo ritrovato una dignità sotterrata dalla mancata qualificazione ai Mondiali russi. Nessun dramma.
picture

Mancini: "Meglio aver perso questa che all'Europeo"

3) Chiesa commovente: avvio di stagione strepitoso

Sempre lui. Sempre Federico Chiesa. Il vero campione dell'Italia. Anche quando tutto pareva (era?) ormai perduto, l'esterno della Juventus non ha mai smesso di crederci, di lottare, di gettarsi su ogni pallone. E alla fine, dopo aver colpito un palo ma in fuorigioco, proprio lui ha servito su un piatto d'argento a Pellegrini la palla della speranza. L'ennesimo step di crescita di un giocatore che non soltanto ha qualità superiori alla media, ma è capace di trascinarsi sulle spalle un'intera squadra nelle situazioni più complicate. Come contro il Chelsea, con la maglia di una Juve monca e senza punte vere. L'avvio di stagione di Chiesa è stato semplicemente strepitoso, come strepitoso è stato il suo Europeo. In una serata per larghi tratti buia, la luce azzurra nasce dai suoi piedi.

4) Ferran Torres, il "vero nove" della Spagna

E dire che Ferran Torres non sarebbe neppure una prima punta di ruolo. Guardiola ama utilizzarlo in quella posizione, perché si sa che per il Pep il vero centravanti è lo spazio. Poi guardi il ruolino di marcia dell'ex Valencia con la maglia della Spagna e strabuzzi gli occhi: 21 partite, 12 gol. Più di una rete ogni due partite. Tra cui l'indimenticabile tripletta alla Germania di un anno fa, quella che ha permesso agli iberici di qualificarsi alla Final Four. Il giustiziere dell'Italia ha qualità da vendere, ma pure capacità di trovarsi al posto giusto nel momento giusto, come dimostrato in occasione delle due reti segnate nel primo tempo. Non come un falso nove: come un vero nove.
picture

Italia-España.

Credit Foto Getty Images

5) Piacere, Gavi

5 agosto 2004. La carta d'identità non mente: Gavi ha compiuto 17 anni un paio di mesi fa. Un minorenne titolare in una nazionale maggiore non si vede tutti i giorni. E solo questo dato basta per rendersi conto del profilo del talento del Barcellona, una delle poche note liete del terribile avvio di stagione dei catalani. Luis Enrique non si è fatto problemi a convocarlo e men che meno a consegnargli tra le mani una maglia da titolare. E il ragazzino non ha tradito. Zero emozioni, personalità da vendere. Il futuro è tutto suo.
picture

Mancini: "Fischi Donnarumma? Per Milan-PSG ok, ma con l'Italia..."

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Match collegati
Pubblicità
Pubblicità