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Contador, Aru e Porte sono i big, Uran la delusione; e che grande Italia!

Andrea Tabacco

Aggiornato 18/05/2015 alle 12:46 GMT+2

La prima settimana del Giro d’Italia si è conclusa ed è tempo per i corridori di godere del primo meritatissimo giorno di riposo. In molti lo utilizzeranno per allenarsi in vista della cronometro di sabato prossimo, vero spartiacque per chi vuole davvero vincere la Corsa Rosa 2015

Alberto Contador en tête du Giro

Credit Foto Imago

Il Giro d’Italia 2015 sta mantenendo le attese. Contador è il favorito annunciato, ma Aru e Porte si stanno dimostrando degni avversari. Chi sta deludendo è invece Uran, e con lui anche due big del calibro di Boonen e Gilbert. Dalla prima parte di Giro arriva poi la conferma dell’Orica GreenEdge e l’appello dei corridori dopo le numerose cadute degli ultimi giorni: #tifatecimarispettateci.
LA PRIMA SETTIMANA DI CONTADOR: BRUTTA CADUTA E LEADERSHIP MATURATA IN FRETTA - Era e resta il favorito numero per la vittoria finale, e - se possibile - dopo la caduta di Castiglione della Pescaia il Pistolero è parso ancora più determinato e combattivo. Già leader della Corsa Rosa dopo 5 tappe, Contador - che fin qui non ha sbagliato niente - ha risposto colpo su colpo agli attacchi dell’Astana di Aru, senza mostrare mai alcun segno di cedimento. Una statistica gioca a suo favore: tutte le volte che ha vestito il simbolo del primato di un Grande Giro ha poi trionfato al termine delle tre settimane di corsa. Il giorno di riposo gli servirà per capire quanto la spalla gli fa ancora male e quale sarà la posizione migliore da tenere in vista della cronometro di sabato prossimo. La sua attenzione è massima, e la condizione - dopo lo spavento di qualche giorno fa - sta per tornare ai suoi massimi livelli. (a.t.)
FRATELLI “DIVERSI” D'ITALIA: VIVIANI, FORMOLO, ULISSI E TIRALONGO - Quattro italiani a braccia alzate sui traguardi della prima settimana della Corsa Rosa: finalmente Elia Viviani a Genova, Davide Formolo al debutto (La Spezia), Diego Ulissi di ritorno e redenzione a Fiuggi e ieri, da veterano, Paolo Tiralongo. Ce n'è per tutti i palati: Viviani ha vinto la prima volata “pura” dopo tanti, anzi tantissimi tentativi nelle due precedenti edizioni del Giro: uno sprint da pistard, saltando sulle ruote di Hofland e Greipel, e una maglia rossa difesa fino al giorno di riposo, aspettando i prossimi arrivi veloci di Forlì e Jesolo. Davide Formolo ha invece centrato la vittoria al primo tentativo, ovvero all'esordio nelle tre settimane: fuga di cento chilometri, attacco in salita, picchiata solitaria e fiamma rossa. L'Ottavo Nano che fa passi da gigante ha 22 anni e, nella splendida cornice delle Cinque Terre, ha già svelato le stimmate del campione. Diego Ulissi, sul traguardo da “piccola classica” di Fiuggi, nessuno se l'aspettava: sospeso dalle corse per 9 mesi dopo la positività al salbutamolo, il corridore della Lampre Merida ha vinto la quarta tappa al Giro d'Italia con buona pace di ruote veloci e detrattori. Infine, Paolo Tiralongo, 38 anni a luglio, il gregario dei campioni (Contador, Nibali, Aru...), l'avolese volante a completare ieri, sul traguardo più meridionale di questa Corsa Rosa, il nostro bellissimo poker nostrano. (f.d)
LA SPREGIUDICATEZZA DELL’ASTANA (DI ARU) E L’ATTENDISMO DEL TEAM SKY (DI PORTE) – Tattiche diverse, obiettivo identico. L’Astana e il Team Sky hanno come fine ultimo quello di vestire la maglia rosa a Milano: con Fabio Aru i kazaki, e con Richie Porte i britannici. Fin qui, però, il modo di correre delle due formazioni è stato completamente diverso. L’Astana - che ora ha 3 corridori nei primi 5 della generale - è sempre davanti: in fuga, alla ricerca di tappe o in appoggio ad Aru, che ogni volta che la strada inizia a salire prova a staccare Contador come se si fosse già nell’ultima settimana. Il Team Sky, invece, ha finora risparmiato tutti i suoi uomini (compreso il suo capitano), lasciando a Saxo-Tinkoff e Astana il compito di controllare la corsa. La sensazione è che i kazaki abbiano spinto un po’ troppo, al contrario dei britannici invece, che sono riusciti nell’intento di far restare il loro capitano a pochi secondi dalla rosa senza sacrificare (o sprecare…) troppe energie. I prossimi giorni non dovrebbero creare grossi scossoni nella generale: tutto sarà invece molto più chiaro a partire da sabato prossimo. Sulla carta, la cronometro sorride a Porte, che nella primavera 2015 ha vinto praticamente tutte le corse alle quali ha partecipato. Ma chi se la sente di dire che gli altri pagheranno dazio? (a.t.)
APPELLO AL PUBBLICO DEL GIRO D'ITALIA: #TIFATECIMARISPETTATECI - A Genova, una specie di pazzo in fixed-bike ha attraversato il circuito cittadino provocando una maxi-caduta nella pancia del gruppo, il ritiro di Wagner e il ferimento di almeno altri cinque corridori. Il giorno dopo, sulla discesa di Barbagelata, Domenico Pozzovivo perde il controllo della sua bici e cade rovinosamente sull’asfalto: è qui che uno spettatore cerca di rialzare il corridore per spostarlo dalla carreggiata rischiando gravi conseguenze. Il soccorritore aveva buoni(ssim)i propositi e nessuna competenza di primo intervento: fortuna che l’auto medica è arrivata dopo pochi istanti. A Castglione della Pescaia, uno spettatore sporge oltre le transenne la sua macchina fotografica, centra col teleobiettivo la spalla sinistra di Daniele Colli e gli frattura l'omero: lo sprinter milanese cade e coinvolge nel suo incidente altri dieci corridori fra cui Alberto Contador, che si lussa la spalla. Colpa di chi deve preoccuparsi della sicurezza della Corsa Rosa? Certo che no, ma soltanto dell'imprudenza di un pubblico che sembra aver perso il beneficio identitario del ciclismo, preferendo un selfie o uno scatto (fotografico) di vanto sui social-network. Ecco perché l'Assocorridori ha pensato proprio a Twitter per diffondere il suo “decalogo del tifoso” #Tifatecimarispettateci. (f.d)
URAN-BOONEN-GILBERT: E’ CORSA A TRE PER IL PIU’ DELUNDENTE – Sono soprattutto loro i bocciati della prima settimana della Corsa Rosa. La generale ci consegna un Rigoberto Uran non ancora battuto, ma sicuramente ridimensionato nelle ambizioni. Gli ultimi due anni lo hanno visto sempre secondo al Giro, ma la generale 2015 lo mostra in affanno, 8° a 2’10’’ dalla maglia rosa. Già due le giornate storte, con l’intermezzo di Campitello Matese, dove sembrava invece in ripresa. Ora il riposo, poi qualche giorno di tranquillità, quindi appuntamento a sabato, con la cronometro, fondamentale dove Uran (alle prese con una fastidiosa bronchite) parte avvantaggiato rispetto a Contador e Aru: i 59.4 km di Valdobbiadene ci sveleranno le sue reali ambizioni. Con Uran, le delusioni più grandi di questo inizio di Giro sono poi probabilmente Boonen e Gilbert, se non altro per il rispetto che si deve a questi due grandi campioni. Il fiammingo non si è mai visto, e voci di corridoio lo danno per ritirato dopo il giorno di riposo; il vallone, che ci si aspettava di vedere davanti in alcune delle nervose tappe di questa prima settimana, ha provato se non altro ad andare in fuga, ma le gambe - è evidente - non sono quelle dei giorni migliori. (a.t.)
IL DEJAVU ROSA DELLA ORICA-GREENEDGE – Come l'anno scorso a Belfast, la squadra australiana stravince la cronoprologo sull'incantevole pista ciclabile di San Lorenzo al Mare e regala la prima maglia rosa di questa edizione a Simon Gerrans. Dove? A Sanremo, ça va sans dire, dove l'argento mondiale aveva già vinto la Classicissima nel 2012 e chissà che alla vigilia del Giro, nella serata di gala che ha presentato le squadre, non abbia fatto una bella puntata al Casino. Inizia così il passaggio interno della maglia rosa in casa Orica: Michael Matthews sale sul palco a Genova e vince con i gradi del leader a Sestri Levante (Bling già 6 giorni in Rosa lo scorso anno) e Simon Clarke taglia il traguardo a braccia alzate a La Spezia. Non ha vinto, ma “si consola” con la maglia rosa prima del gancio sull'Abetone: è la quattro giorni quasi perfetta degli aussies passisti. (f.d)
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