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Da Vincenzo Nibali alla fuga dei velocisti: le pagelle del Giro d'Italia

Fabio Disingrini

Aggiornato 30/05/2016 alle 14:30 GMT+2

I Fab-Four della Corsa Rosa sono Roi Nibalì, Esteban Chaves, Alejandro Valverde e Steven Kruijswijk; Astana ed Etixx le migliori squadre del Giro. Oltre a Nibali, c'è tanta Italia che sorride insieme a Ulissi, Ciccone, Trentin e a uno straordinario Gianluca Brambilla. Peccato per Kittel e Greipel, che si dividono le volate e scappano col bottino prima delle Alpi, e un grazie speciale all'Olanda

Giro d'Italia 2016: Vincenzo Nibali festeggia a Torino col Trofeo Senza Fine (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

10 e Lode. La mamma di Esteban Chaves

Sant'Anna di Vinadio, 28 maggio 2016, ore 17:25. Vincenzo Nibali scende dalla bici per entrare nel santuario del ciclismo. Ad attenderlo sul traguardo, prima della vestizione rosa, c'è la madre di Esteban Chaves, giunta col marito da Bogotà nella speranza che il suo bambino vinca il Giro d'Italia. Chaves dà tutto e un cuore di mamma lo sa: lei và da Nibali e lo abbraccia sorridente. Suo figlio ha perso solo dal più forte, Carolina Rubio è la più bella lezione sportiva della Corsa Rosa.
VIDEO - Lezione di sport: mamma Chaves abbraccia Nibali

10. Vincenzo Nibali

Consiglio della settimana: svegliarsi il primo giorno senza Giro ripensando a ciò che ha fatto Vincenzo, a iniziare da venerdì. La breccia di Risoul, la presa di Vinadio, la parata di Torino. Tricolore e Tripla Corona, dalle Cime di Lavaredo al Santuario di Sant'Anna, Nibali vince per la seconda volta la Corsa Rosa (2013, 2016) oltre alla Vuelta 2010 e al Tour de France 2014. Prima del trionfo - e di San Michele Scarponi pretoriano della guardia Astana - un Giro azzurro tenebra di crisi, critiche e pressioni. Domani, un'altra Grande Boucle e le Olimpiadi, con l'immaginazione al potere e la sua divina “arte d'inventarsi qualcosa”. Perché «La corsa è una sola e insieme sono cento, sono mille, sono milioni di imprese che viaggiano una accanto all'altra, ognuna con i suoi trionfi e le sue sconfitte». Fabio Genovesi, Tutti primi sul traguardo del mio cuore.
VIDEO - Vincenzo Nibali, la storia di una giornata epica

9. Esteban Chaves

É in questi casi che si deve dire: “Lui è il futuro delle corse a tappe”. Classe Novanta, ultimo di una generazione di colombiani formidabili, scalatori purissimi, danzatori sui pedali. Tre anni fa, al Laigueglia, ha rischiato vita e carriera in una tragica caduta; ieri, a Torino, è salito sul podio col sorriso stanco di chi sa d'aver perso solo dal più forte. Esteban Chaves ha vinto la tappa regina di questo Giro d'Italia, quella dei Passi Dolomitici, e debuttato in maglia rosa a ottant'anni dalla prima volta di Bartali: le stimmate ci sono e saprà presto misurare il dispendio con un po' d'esperienza, ma intanto il Colibrì ha conquistato tutti planando sui traguardi del Giro d'Italia.
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Stage 14 winner Esteban Chaves (Orica-GreenEdge) remains in second place overall at the 99th Giro d’Italia - Photo Credit: ANSA-PERI/DI MEO/ZENNARO

Credit Foto AFP

9. La tregiorni olandese del Giro Gelderland

Il Giro d'Italia diventa De Ronde van Italie e la passione olandese è di quelle incondizionate. Noi facciamo il nostro dovere trasformando il Gelderland nella provincia più calda d'Europa dopo quattro mesi di termometri prossimi agli zero centigradi. I Paesi Bassi rispondono portando Re Guglielmo Alessandro sul palco per l'elezione terrena di Tom Domoulin. Poi la semplicità organizzativa, la bellezza pratica dei Quartiertappa e la munificenza delle hospitality, ma specialmente l'incredibile adesione del pubblico: una fiumana rosa ad Apeldoorn fin dalla cerimonia augurale; 235mila spettatori stimati il secondo giorno fra Arnhem e Nijmegen. In Olanda, la bici è una funzione, una logica esistenziale. In Olanda, la ragione civile delle due ruote va di pari passo con quella atletica, perché il ciclismo è lo sport più simile a un lavoro e ha bisogno per questo del tributo di tutti.

8. Ulissi, Brambilla, Ciccone e Trentin

Diego Ulissi - due successi diversi” a Praia a Mare (in solitaria) e ad Asolo (allo sprint), 5 vittorie rosa nelle ultime 3 edizioni del Giro - è diventato un formidabile cacciatore di traguardi. Gianluca Brambilla è sbucato sotto il monumento a Ferdinando III di Lorena, trionfando ad Arezzo per un'”impresa da strade bianche”: flame rouge, tappa, maglia e un gregariato in rosa per Jungels che è materia di lirica del ciclismo. Poi c'è Giulio Ciccone che a 21 anni, da esordiente, diventa il terzo più giovane vincitore di tappa dopo Fausto Coppi e Alfredo Martini, disegnando le curve della discesa del Falco con lo splendore impudente dell'adolescenza. E infine Matteo Trentin, che vince a Pinerolo l'ultima tappa "normale” prima del racconto alpino, rimontando Moser per merito di Brambilla e onestamente, del Giro di Gianluca, dovremmo scrivere un libro... Un poker di campioni del ciclismo nostrano protagonisti del Giro d'Italia: cento di questi giorni.
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Giro d'Italia 2016, Giulio Ciccone vince a Sestola la decima tappa della Corsa Rosa

Credit Foto LaPresse

8. Steven Kruijswijk e Bob Jungels

Come sarebbe andato il Giro senza quella rotta rovinosa nella neve dell'Agnello? Saremo spietati ma non ce lo chiediamo, perché nel ciclismo cadere è sbagliare. Con una gittata fuori misura in discesa dalla Cima Coppi, Kruijswijk depone la maglia rosa dopo una settimana dominante: formidabile sulle Dolomiti e praticamente impossibile da staccare. Scalatore di rapporto da una terra strappata al mare, il rosso del Brabante non era nuovo al Giro d'Italia - l'anno scorso fu primo sul Mortirolo e staccò Contador sullo sterrato delle Finestre - e ha fatto una grande scorsa “senza squadra” (escluso Battaglin), con Chaves sul traguardo di Corvara e secondo in cronoscalata per questione di centesimi. La vera sfortuna è stata non averlo sul podio di Torino, perché questo sì che sarebbe stato meritatissimo. Altro scalatore venuto dal nord è Bob Jungels, lussemburghese classe 1992, tre giorni in rosa, sesto finale e maglia bianca del Giro dal suo arrivo in Italia. Voto 8 a lui e alla sua Etixx-Quickstep, che vince la classifica a squadre con 4 successi di tappa (Kittel 2, Brambilla, Trentin) e 3 corridori in maglia rosa.
VIDEO - Sciagurato Kruijswijk: la caduta dal Colle dell'Agnello

7. Alejandro Valverde

Gira e rigira, di riffa o di raffa, l'Embatido vince una tappa di montagna (Andalo) e sale sul podio del suo primo Giro d'Italia facendo la solita corsa cerebrale. Con una settimana spesa a fare (inutili) scattini sui traguardi e un'altra di fuoco incrociato insieme ad Andrey Amador, forse spremuto troppo presto. Sapevamo infine che Valverde avrebbe sudato sulle vette più alte e le salite più lunghe delle Alpi, però qui si parla di un cavallo di razza a cui non piacerà star davanti, ma che è sempre lì a trottare, pardon a pedalare fra i migliori.
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Giro d'Italia 2016, 14a tappa: Alejandro Valverde e Vincenzo Nibali fra i Passi delle Dolomiti

Credit Foto Eurosport

7. Wellens, Roglic, Foliforov, Kluge, Taaramäe e Nikias Arndt

Venticinque anni, enfant prodige del ciclismo belga, Tim Wellens vince a Roccaraso la prima tappa di un grande giro alla maniera dei finisseur, secondo dei 3 successi consecutivi firmati Lotto-Belisol con Greipel. Primoz Roglic della Lotto-Jumbo invece, che da piccolo saltava con gli sci e oggi vola contro il tempo, si prende la sua rivincita nella crono del Chianti Classico dopo aver perso il prologo di un centesimo. A proposito di crono e centesimi, sono 16 quelli che permettono ad Aleksandr Foliforov di vincere la scalata dell'Alpe di Siusi mentre il tedesco Roger Kluge beffa la volata di Cassano d'Adda. Loro, Foliforov e Kluge, regalano ai loro team la prima vittoria in un grande giro, solo che la Gazprom è alla prima partecipazione mentre la IAM Cycling aveva annunciato poche ore prima il suo ritiro. Ci scusiamo infine con Rein Taaramäe - primo estone a braccia alzate al Giro d'Italia, per farlo ha scelto il tappone alpino di Vinadio - e Nikias Arndt (vincitore dell'ultima frazione dopo la squalifica di Nizzolo) per la nostra inosservanza nei giorni dell'amore ai tempi di Vincenzo Nibali.

6. Marcel Kittel e André Greipel

Re veloci di toccata e fuga, sono The Fastest Men on Two Wheels, imprendibili in volata, vincono 5 tappe dall'Olanda (Kittel ad Arnhem e Nimega) al mare Adriatico (tris di Greipel a Bibione dopo Benevento e Foligno), ma scappano col bottino ritirandosi dalla Corsa Rosa. Marcel Kittel, recidivo - nel 2014 vinse le tappe irlandesi di Dublino e Belfast senza partire da Bari - si ritira al termine dell'ottava frazione, sfiancato dalle prime “salitelle”, senza successi al Giro sul suolo italico (!). Andre Greipel fa perfino peggio, annunciando il suo abbandono su Facebook alla vigilia della sua terza vittoria. Kittel ha portato la maglia rosa in Italia, Greipel ha lasciato in divisa rossa: chissà se avrebbero fatto lo stesso con una maglia gialla (o verde) sulle spalle... Un 6 da compitino: bravi ma non si applicano.
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Giro d'Italia 2016: Marcel Kittel vince a Nimega la seconda tappa della Corsa Rosa in Olanda

Credit Foto Eurosport

5. Tom Dumoulin

Prima maglia rosa del Giro per elezione terrena: incoronato dal suo re, l'uomo d'Olanda cede la maglia a Kittel sui traguardi veloci, se la riprende in Italia, attacca Nibali sul primo arrivo in salita, sembra in stato di grazia. Poi però bastano un fondo sterrato e due scalate in doppia cifra per farlo saltare, sfiancato dalla durezza di un Giro certamente sottovalutato e da una fatica al di sopra delle sue proprietà (si ritira per dolori al soprasella nel corso del'11a tappa). Corridore moderno, velocissimo a cronometro, già sesto alla Vuelta: classe Novanta, ci vuole un po' di “palestra di strada” per provare a vincere un grande giro.

5. Il Team Sky

Da Sky de France a Euskyltel... Dopo Wiggins, aggrappato ai freni sui passi appenninici, e Richie Porte che s'era scordato di leggere il regolamento, anche Mikel Landa sale in ammiraglia, sfinito da un virus intestinale: tre capitani fuori dal Giro, tre “scomparse” del Team Sky dai radar della corsa rosa, escluso il vice Uran secondo nell'anno di Nibali (un anno dopo, al Tour de France, Vincenzo diventa Dantesque sui pavé fangosi della Roubaix, mentre Froome cade 3 volte e si ritira nell'Enfer du Nord...). D'accordo che Landa non ha colpe specifiche ed è costretto al forfait, ma la squadra non è altezza perché i migliori sono in California o ad allenarsi con Froome per il Tour. Troppo laboratorio, poca strada: la Corsa Rosa è fatta per cuori implacabili e fortuna che c'è Mikel Nieve - un veterano del circuito, scalatore puro - a lasciare un "segno nero" sul Giro vincendo la “Prealpina” e sfilando in extremis la maglia azzurra a Cunego. A proposito Damiano, che peccato!

4. La diaspora dei velocisti

Non solo Kittel e Greipel. Ewan, Demare, Howard, Ershov, Hofland, Roelants, oltre agli italiani Pelucchi, Sabatini, Bertazzo, Ruffoni ed Elia Viviani, quest'ultimo fuori tempo massimo ad Arezzo con van Poppel e Filosi. Una volata di gruppo che lascia il Giro prima delle grandi salite e peggiori fatiche (le Dolomiti) rinunciando i migliori alla classifica a punti e tutti al red carpet di Torino. Poi ci sono le nostre ruote più veloci: Sacha Modolo - che non concede il “bis del bis 2015” - e Giacomo Nizzolo che al Giro colleziona piazzamenti (9 volte secondo) e nemmeno a Torino riesce a sfatare il tabù per squalifica, ma si consola con un'altra maglia rossa... Lui sì, dopo tanta apnea alpina.
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Giro d'Italia 2016, Giacomo Nizzolo è la maglia rossa della 99a Corsa Rosa

Credit Foto LaPresse

4. La Tinkoff

Dal trionfo a Milano di Alberto Contador, a zero vittorie di tappa e Rafal Majka quinto finale, staccatissimo dai Fab-Four di questo Giro d'Italia. L'unico merito della squadra russa - scavalcata sia dalla Katusha dello sventurato Zakarin e di Rein TaaramTaaramäee (Sant'Anna di Vinadio) che dalla debuttante Gazprom di Alexander Foliforov (Alpe di Siusi) - è quello di chiudere la Corsa Rosa unica senza ritiri, però un team che vanta Contador, Kreuziger e Peter Sagan non può presentarsi così scarico in Italia da detentore del Giro.
VIDEO - Vincenzo Nibali rovescia il Giro d'Italia
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