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É un nuovo Froome che rivince il Tour... Con quell'"umanità" che fa bene al ciclismo

Fabio Disingrini

Aggiornato 24/07/2016 alle 11:15 GMT+2

Christopher Froome, alfiere britannico del Team Sky, nato a Nairobi il 20 maggio 1985, cresciuto nella Barloworld sotto l’egida di Claudio Corti, realizza la sua impresa più grande vincendo il suo terzo Tour de France senza quelle "disumane" frullate in salita che tanto avevano infiammato la cultura del sospetto... E con una nuova fantasia che "normalizza" la cura della maglia gialla.

Tour de France 2016: Chris Froome sorride in maglia gialla all'arrivo di Morzine: ha vinto il suo terzo Tour de France

Credit Foto Getty Images

Il tre volte vincitore del Tour de France, Christopher Froome e un successo diverso, più umano in salita, scortato dalla guardia nera del Team Sky; più creativo in discesa, con quella straordinaria picchiata giù dai Pirenei; granitico contro il vento del sud, quando in coppia con Sagan ha seminato i rivali diretti sul traguardo di Montpellier; imbattibile a cronometro, alle spalle di Dumoulin “in linea” e trionfatore nella cronoscalata di Megève.

Momento 1: tappa e maglia gialla giù dai Pirenei

Non sarà bellissimo a vedersi in sella, con quel difetto stilistico di un corridore un po’ “costruito” dalla scienza esatta del positivismo inglese. Non avrà la danza nelle vene dei grimpeur, la grazia degli spagnoli o l'estro degli italiani. La storia moderna dei Pirenei però la scrive lui, Chris Froome, con 15 chilometri di picchiata in solitaria dalla cima dell'ultimo gpm (il Col de Peyresourde) al traguardo classico di Bagnères-de-Luchon, quello della regina pirenaica.
VIDEO: La discesa vincente di Bagnères-de-Luchon
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Il super-attacco di Froome: pedala sulla canna in discesa!

Momento 2: Froome+Sagan coppia dominante

Non solo discesa, ma un’altra straordinaria "invenzione" a ventaglio, esposto al mistral del sud della Francia, in consorzio con quel fenomeno di Peter Sagan: maglia gialla e maglia verde all’attacco della tappa piana di Montpellier per beffare la volata con 11 chilometri di atto di forza e faccia al vento. E al giro di boa, Chris Froome è già padrone del Tour al netto delle salite.
VIDEO: La maglia verde e la maglia gialla alla conquista del Tour
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La maglia gialla e quella verde all'attacco: vince Sagan, Froome è 2°

Momento 3: La folle ora del Mont Ventoux

Nell’attesissima tappa del Monte Ventoso, a poche centinaia di metri dall’arrivo dimezzato di Chalet Reynard, una motocorsa s’inchioda tra due ali di folla travolgendo dietro di sé Richie Porte, Chris Froome e Bauke Mollema. Il britannico rompe il cerchio della ruota anteriore e in preda al panico, mentre si vede sfilare dai rivali diretti, corre verso il traguardo, prende una bici dall'auto neutra (senza riuscire a pedalare) e quando finalmente inforca quella dell’ammiraglia Sky, ha già perso la leadership a favore di un sorprendente Adam Yates. Un’ora dopo però, la direzione di gara neutralizza “a suo modo” l’ordine d’arrivo del breve Mont Ventoux, salvando la maglia gialla.
VIDEO: La disperata corsa di Froome sul Mont Ventoux

Momento 4: La crono dell’ordine e quella del dominio

Ventiquattrore dopo il Mont Ventoux, c’è (per fortuna) una crono che riordina il Tour blindando la maglia gialla, seconda a Pont d’Arc dietro a Tom Dumoulin. La seconda crono è invece una cronoscalata alpina stravinta “in progressione” da Chris Froome (secondo successo di tappa, settimo al Tour dal 2012, quarantesimo giorno in Maillot Jaune, 14 quest'anno) che alla vigilia della due giorni finale si ritrova con quasi 4 minuti di vantaggio su Bauke Mollema, secondo della generale.
VIDEO: Chris Froome stravince la cronoscalata del Tour de France
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Froome domina la cronoscalata e fa il vuoto in classifica

Momento 5: La grande difesa Sky sulle salite del Tour

Pirenei, Jura, Massiccio Centrale, Alpi: nessun ricamo, ma una proprietà dominante di protezione della maglia gialla e una tecnica di accerchiamento contro i rari assalti alla leadership. Il Team Sky è una guardia di otto cavalieri neri che soffocano la corsa in salita con la formidabile presa dei gregari (Vasili Kiryienka, Mikel Nieve, Mikel Landa, Sergio Henao, Geraint Thomas) e la forza inseparabile di Wouter Poels, un pretoriano che tre mesi fa ha vinto la Liegi-Bastogne-Liegi. Unico spavento: la caduta di Froome ai piedi del Monte Bianco e una maglia gialla appena graffiata sulla strada verso gli Champs-Élysées.
Stavolta niente frullate sul Mont Ventoux, dove invece s’è messo di corsa verso il traguardo, o niente scatti pirenaici, come quei settemila metri sopra il cielo quando, a Pierre-Saint-Martin, la sua grandezza si misurava ancora in salita e a cronometro… mentre oggi svela tutta l’integrità dei signori del ciclismo e una Grandeur di forma finalmente "umana" e insieme assoluta. Fino a prova contraria, la maglia gialla resta il simbolo dell'atleta più forte del Tour de France. E detto che la cultura del sospetto sarà sempre un prezzo da pagare per tutte le Maillot Jaune del dopo Armstrong, la "nuova normalità" di Chris Froome disegna un bellissimo arcobaleno nei cieli della Grande Boucle.
VIDEO: Chris Froome sorride in maglia gialla: ha vinto il suo terzo Tour de France
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Chris Froome sorride in maglia gialla: ha vinto il suo terzo Tour de France

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