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Binotto: "Nella Ferrari vedo fame, non solo voglia di vincere. Leclerc e Sainz, nessuna gerarchia"

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Pubblicato 22/04/2022 alle 09:45 GMT+2

GP EMILIA ROMAGNA - Il team principal della Rossa parla al Corriere della Sera in vista dell'attesissima gara di Imola: "Vogliamo riportare la Ferrari a essere un modello per la Formula 1, per gli avversari". E sui piloti: "Leclerc ha le spalle larghe, se va in testa è dura superarlo. Sainz studia, gli piace analizzare i dati. Gerarchie? No, hanno il diritto di esprimersi al meglio".

Mattia Binotto, team principal della Ferrari - Mondiale 2022

Credit Foto Getty Images

"A Imola c'è aria di casa, questa terra trasuda passione. Non so quante volte ci sono venuto per i test, la prima con Berger e Alesi. E dopo con Schumacher. Giocavamo a pallone, mettevamo dei coni come porte. Per Michael ancora prima di uno svago era un modo di fare squadra. Analogie con quel periodo? Vedo tanti parallelismi. Quella Ferrari non vinceva da tanto, aveva costruito le basi in un periodo lungo. Aveva assunto tanti giovani tecnici, fra i quali me. Anche noi abbiamo preso tanti ragazzi, aria fresca. Vedo fame, non soltanto la voglia di vincere singoli GP o un titolo. Molto di più". In un'intervista al Corriere della Sera Mattia Binotto, team principal della Ferrari, descrive il grande entusiasmo che si respira a Maranello dopo lo splendido - e per certi versi inatteso - avvio di Mondiale. "C'è la voglia di riportare la Ferrari a essere un modello per la Formula 1, per gli avversari. Rappresentare un modello, questo significa Essere Ferrari: alimentare il mito del Cavallino essendo un riferimento in ogni campo".

Le vittorie in Bahrain e Australia

"Singoli successi non possono costituire un traguardo. Sappiamo come in un attimo si può passare da una situazione a un’altra. Niente illusioni, dobbiamo crescere. Ma c'è una gran voglia di crescere. Pensare di vincere sempre sarebbe presuntuoso. Ma bisognare essere sempre là davanti a battersi. È questo il nostro obiettivo. Per capirci: un titolo piloti sarebbe straordinario, ma penso che il nostro obiettivo vada oltre: il campionato costruttori rappresenta la solidità di una squadra".

"Se ho mai pensato di mollare tutto?"

"Mai. Sono troppo testone. E sono anche consapevole di non essere l'unico responsabile dei successi o degli insuccessi. Siamo una squadra e mi sento uno dei tanti elementi. Abbiamo reagito tutti insieme, siamo sempre rimasti uniti. E questo mi ha dato la spinta".

Leclerc, Sainz e le gerarchie

"Leclerc ha le spalle larghe, occupa tutta la pista. Se va in testa è dura superarlo: è un mago del corpo a corpo. Sainz studia, è un pilota veloce al quale piace analizzare i dati. Sa adattarsi e crescere, ha bisogno di più tempo. Ma poi arriva anche lui. Entrambi hanno il diritto di potersi esprimere al meglio. In questa fase non c'è bisogno di ordini: senza l'errore a Melbourne, Carlos sarebbe secondo nel Mondiale. E se lui vince toglie punti a Verstappen, il vero rivale".

Su chi teme di più tra Red Bull e Mercedes

"Red Bull, ha una capacità di sviluppo superiore".

Quando si è capito che la Ferrari sarebbe stata competitiva

"Dai dati si intuiva. Dopo il primo giorno dei test a Barcellona ho avuto la conferma. A volte basta un solo run: se il pilota sorride capisci che la macchina è nata bene. Mi hanno insegnato così, ed è vero".

Cosa mi sarebbe piaciuto fare se non fossi diventato team principal di F1?

"Il falegname".
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Ferrari F1-75, il video della nuova monoposto di Leclerc e Sainz

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