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Ferrari pavida e col mal di gomme (dure), Ricciardo ora punta al ritorno in Red Bull al posto di Perez?

Paolo Sala

Pubblicato 30/10/2023 alle 14:06 GMT+1

ANALISI GP MESSICO - Nella gara di casa il messicano rischia di essersi chiuso le porte per il 2024, mentre Daniel Ricciardo punta decisamente a riprendersi il posto che aveva lasciato nel 2019. Ferrari nuovamente in difficoltà sulla gestione gomme, ma anche troppo conservativa nel tenere entrambi i piloti sulla medesima strategia dopo la bandiera rossa.

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Se quattro anni fa Daniel Ricciardo volle fuggire da un team Verstappen-centrico, in cui non vedeva alcuno spazio per poter emergere, oggi il panorama che si staglia dinanzi al pilota australiano è tangibilmente cambiato. La deludente esperienza in McLaren, e poi l'anno di purgatorio come terza guida Red Bull, lo hanno naturalmente portato a rivedere le priorità, e oggi quel ruolo scomodo di compagno di Max Verstappen torna a essere altamente desiderabile. Nonché decisamente raggiungibile, vista la crisi tecnica di Sergio Perez che, proprio nella gara di casa che doveva rinsaldarne le certezze, ha combinato un pasticcio che rischia seriamente di costargli il posto nel team campione del Mondo. Se Ricciardo, che sembra aver smaltito la brutta frattura al polso rimediata in Olanda, riuscirà a confermare nelle ultime tre gare la propria risalita, è probabile che in Red Bull si decida di affiancarlo nuovamente a Max lasciando libero in Alpha Tauri il volante per il promettente Liam Lawson, che lo ha più che degnamente sostituito nelle cinque gare precedenti la trasferta americana.

FERRARI ANCORA COL MAL DI GOMME

In casa Ferrari il bilancio è luci e ombre: deludente se si guarda alla prima fila tutta rossa delle qualifiche di sabato, salvabile se si pensa che con un Lando Norris meno ingenuo nel Q1 il podio di Leclerc sarebbe stato quasi certamente una chimera. La SF-23, dopo i segnali positivi espressi a Singapore ma anche a Suzuka, è tornata a soffrire, in Messico come ad Austin, non solo la parte mista e tecnica del circuito - curve veloci notoriamente indigeste alla rossa - ma anche la gestione delle gomme. Niente male, almeno per Leclerc, il primo stint su mescole medie, decisamente sotto tono il secondo con le dure, che doveva dare ai ferraristi il margine per attaccare nel finale di gara e si è invece tramutato in una zavorra. Resta un problema strutturale della macchina, che in queste condizioni ha anche meno opzioni strategiche rispetto ai diretti avversari.

STRATEGIA PAVIDA

Ciò detto, la strategia scelta in Messico dal muretto di Maranello non ha convinto. Vero che le dure garantivano una maggior durata per una macchina che tende a degradare troppo le coperture, e vero pure che la squadra era rimasta scottata dall'azzardo di Austin sulla macchina di Leclerc, finito decisamente male. Ma dopo la bandiera rossa di Città del Messico aveva davvero poco senso rimettere in pista i due piloti con la stessa identica strategia, sarebbe stato decisamente più logico differenziarla montando a uno dei due le medie, visto che in gioco non c'era la vittoria del Gp e viste le posizioni ravvicinate dei due. Forse anche questo è un segno che in Ferrari, realmente, non vedono l'ora di chiudere questo disgraziato 2023 prima possibile, e con meno rischi possibile. L'ultimo avamposto per provare un colpo resta Las Vegas, dove si correrà fra tre settimane.
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HAMILTON PUNTA MAX

Il Gp del Messico ha anche restituito alla Formula 1 un Lewis Hamilton scintillante, in grado di rimettere a posto il frizzante compagno George Russell e di issarsi come primo inseguitore di Max Verstappen, con l'obiettivo di divenirlo anche in classifica se riuscisse a sopravanzare il declinante Perez. Ritrovata un po' di competitività sulla sua Mercedes, soprattutto dopo l'introduzione a Austin del nuovo fondo, Lewis è tornato a spingere, e c'è da giurare che abbia una voglia matta di provare a tornare a occupare il gradino più alto del podio, che gli è negato dal Gp dell'Arabia Saudita del 2021. Il 2022 è stata l'unica stagione nella sua carriera trascorsa senza nemmeno una vittoria, il 2023 rischia di ripetere il copione e Lewis è determinato a provare a evitarlo. Il colpo può averlo in Brasile, dove la Mercedes va sempre forte e dove una gara magari non del tutto lineare potrebbe dargli la chance giusta per mettersi alle spalle, almeno una volta, il cannibale Verstappen.

ALONSO MUSO LUNGO

Situazione opposta per l'altro 'vecchietto' della Formula 1, Fernando Alonso. Che aveva iniziato la stagione da primo avversario della Red Bull, con prestazioni che hanno fatto spesso urlare a una smagliante seconda giovinezza, per ritrovarsi ora a lottare nelle ultime posizioni. L'Aston Martin ha fatto l'esatto opposto della McLaren, che arrancava a inizio anno ed è ora la seconda forza in campo, e Fernando sembra essere stato travolto a livello motivazionale dal vicolo cieco imboccato dal team. In Usa e Messico ha fatto persino peggio del disastrato compagno Stroll, forse in Fernando inizia a farsi strada l'idea di essere stato illuso da sir Lawrence, che gli aveva promesso una macchina in grado di lottare per il Mondiale. Del resto fa parte della carriera di Alonso, costellata di successi da campione vero e scelte spesso sbagliate, o intempestive. Anche lui, c'è da giurarci, non vede l'ora di chiudere la stagione e voltare pagina.
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