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Red Bull imbattibile: perché può davvero chiudere il 2023 vincendo ogni GP

Paolo Sala

Pubblicato 05/06/2023 alle 13:10 GMT+2

FORMULA 1 - Lo step in avanti della Mercedes a Barcellona, che diventa seconda forza ma chiude comunque lontanissima, certifica un dominio da parte della Red Bull tale da permettere di ipotizzare che possa vincere tutte e 22 le gare previste in calendario, il che rappresenterebbe naturalmente un record storico. È davvero possibile fare ciò che nemmeno la McLaren-Honda riuscì a fare nel 1988?

La nuova Red Bull svelata a New York, ecco la livrea della RB19

George Russell l'aveva già buttata lì in Bahrein, a suo dire più serio che faceto: questa Red Bull può vincere tutte le gare del 2023. E dopo il Gp di Spagna a Barcellona-Montmelò, in cui gli altri hanno portato corposi pacchetti di sviluppo ma la superiorità della RB19 è rimasta schiacciante, è forse l'unica vera domanda che resta nell'aria. Può davvero la macchina progettata dallo "Special One" Adrian Newey vincere tutte le gare in calendario? Tecnicamente sì, perché il vantaggio è impressionante e la gestione aiuta l'affidabilità. Su quello statistico l'impresa è più ardua. Vediamo perché.

I precedenti

Epoche di dominio tecnico di un solo team ce ne sono state parecchie, nessuna però sfociata nel 100% delle vittorie in una stagione. Ad andarci davvero vicina fu la straordinaria McLaren MP4/4 motorizzata Honda, che nel 1988 fece sue tutte le gare in calendario con Ayrton Senna e Alain Prost tranne una: il Gp d'Italia a Monza, pochi giorni dopo la scomparsa di Enzo Ferrari, con Ayrton che andò inopinatamente a contatto col doppiato Schlesser alla prima variante, aprendo la strada alla doppietta rossa con Berger e Alboreto. In molti ci videro un segno del destino, certo fu l'episodio che negò alla macchina più dominante della F1 moderna di fare en plein, vincendo infine 15 gare sulle 16 allora in calendario. Non ce l'ha fatta la Mercedes degli ultimi anni, che nel 2016 ne ha vinte 19 su 21 e nel 2015 ne ha fatte sue 18 su 21, e non ce la fece la Ferrari dei primi anni duemila, che nel 2002 arrivò a 15 su 17. Dunque un conto è il predominio tecnico, un altro è non lasciare davvero nulla agli altri.
  • Team con la più alta % di vittorie in una stagione: nessuno ha mai fatto en-plein nella storia della Formula 1
MCLAREN (1988)15/16 (93,75%)
MERCEDES (2016)19/21 (90,48%)
FERRARI (2002)15/17 (88.24%)
FERRARI (1952)7/8 (87,50%)
ALFA ROMEO (1950)6/7 (85,71%)
MERCEDES (2014 e 2015)16/19 (84,21%)
FERRARI (2004)15/18 (83,33%)

Perché sì: vantaggio incolmabile e Verstappen al top

Sul piano strettamente tecnico, come detto, l'impresa è alla portata. La Red Bull è l'unica macchina che va forte sempre e comunque, quale che sia la pista, la mescola di gomme, la temperatura di aria e asfalto. Newey ha azzeccato il concetto dell'effetto suolo come nessun altro, le esperienze nella F1 dei primi anni '80 - insieme all'indiscusso genio - fanno la differenza, la RB19 è letteralmente una monoposto di un'altra categoria rispetto alla concorrenza. E quando, come a Montecarlo, molti valori si appianano e la qualifica diventa decisiva, ci mette il carico un Max Verstappen straordinario, che sembra un tutt'uno con la macchina.
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Max Verstappen festeggia sul podio dopo la vittoria nel GP di Spagna 2023

Credit Foto Imago

Perché sì: la RB19 può andare in gestione

Un vantaggio del genere permette, quanto meno a Max, di andare in gestione durante la gara, senza mai chiedere tutto alla macchina e potendo contare su un ventaglio di scelte strategiche - grazie alla gentilezza della sua Red Bull con le gomme - superiore rispetto agli avversari. E la gestione è naturalmente amica stretta dell'affidabilità, che a livello tecnico può essere l'unica vera variabile in grado di impedire al team anglo-austriaco di primeggiare ovunque.

Perché sì: non ci sono avversari

Gli avversari, andata a vuoto la puntata su Montecarlo, hanno speranze nulle di mettersi davanti alla Red Bull in condizioni normali. La Mercedes ha ritrovato la direzione giusta con la scelta drastica di cambiare progetto, tornando a essere la seconda forza in pista, ma a Barcellona Max non è mai stato nel campo visivo di Hamilton. La Ferrari non ha trovato veri miglioramenti con l'atteso pacchetto evolutivo, l'Aston Martin è sembrata scontare un po' di ritardo proprio negli sviluppi dopo l'inizio sprint. Dunque non c'è un avversario che possa sperare di avvicinare le prestazioni della RB19 nella stagione in corso, anche perché alcuni sono già costretti a guardare al 2024. Un altro elemento che rende possibile l'impresa.

Perché no: calendario troppo lungo

Dopodiché ci sono le statistiche, su cui pesano le incognite, che possono essere tante durante una stagione che si snoda comunque su 22 appuntamenti. Con queste prime sette vittorie la Red Bull è a meno di un terzo del cammino, per fare percorso netto serve dunque fare ancora più di due volte quanto fatto fin qui. In condizioni sempre normali è possibile, ma quindici week end sono tanti e può accadere di tutto tra meteo, affidabilità, qualifiche e possibili penalità nella seconda parte di stagione, quando si sfora il numero degli elementi a disposizione. E qualche circuito 'trappola', da Singapore all'inedito Las Vegas, non manca in calendario.

Perché no: Perez non c'è sempre

Inoltre servirebbe che in caso di problemi a Verstappen ci fosse sempre pronta la toppa con Sergio Perez, cosa che non sempre accade, come raccontano bene Monaco e Barcellona. Il gap fra i due è evidente, ma troppo spesso il messicano è ingaggiato con Mercedes, Aston Martin e Ferrari pur guidando una Red Bull. Il che è un altro elemento che a livello statistico abbassa le possibilità di fare bottino pieno. Un'impresa dunque possibile ma comunque molto difficile. Se alla Red Bull riuscisse, potrebbe davvero rappresentare un unicum nella storia. E uno smacco clamoroso per i costruttori storici.
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