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Nuoto vasca corta. Da Paltrinieri a Miressi, cosa ci hanno lasciato i Mondiali di Abu Dhabi 2021

Michele Giovagnoli

Aggiornato 22/12/2021 alle 16:48 GMT+1

NUOTO - Un Mondiale vissuto da protagonisti. 16 medaglie, 5 ori, innumerevoli finali conquistate ed un livello medio stellare di tutto il roster, soprattutto al maschile. Questo ciò che resta alla Nazionale Italiana di nuoto in corsia al termine della rassegna in vasca corta di Abu Dhabi.

Focus Alessandro Miressi

Credit Foto Eurosport

Il 10 agosto 2015, esultavamo.. A 3 anni dal fallimento delle Olimpiadi di Londra, in quel di Kazan, il nuoto italiano stabiliva il record di medaglie ad un Mondiale (in lunga). In vasca il bilancio fu di un oro (nei 1500 sl con Paltrinieri),tre argenti (il carpigiano negli 800, Pellegrini nei 200 sl e la 4x200 sl donne) ed un bronzo (la 4x100 sl maschile). Oggi, sei anni dopo, chiudiamo la rassegna in vasca corta di Abu Dhabi con 5 ori, 5 argenti e 6 bronzi. Medaglie vinte dagli eroi del Mondiale da record di Kazan? Zero.
Cos'è cambiato in questi sei anni? Com'è stato possibile tutto ciò?
La risposta è molto semplice: l'Italia ha lavorato, progettato e costruito con competenza. Ha sfruttato il talento di una "generazione dorata" e l'ha messo in condizione di esprimersi al meglio con un capolavoro tecnico che sta avendo il suo culmine nella gestione del ct Cesare Butini. Al pari degli atleti che ci hanno fatto emozionare in questa settimana, cerchiamo dunque di rendere onore anche a tutti gli staff tecnici azzurri che hanno permesso questo capolavoro. Molto, se non tutto, è dipeso da loro.

Tutto cambia perchè nulla cambi

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Gregorio Paltrinieri, Gabriele Detti, Rio 2016, LaPresse

Credit Foto LaPresse

Il movimento azzurro, negli Emirati, ha dimostrato una volta per tutte di poter fare a meno del trio delle meraviglie Detti-Paltrinieri-Pellegrini che l'aveva proiettato in questa nuova era. Quella Nazionale vantava un livello altissimo nel mezzofondo maschile e si affidava ai propri "cavalli di razza" (Pellegrini e Scozzoli su tutti) per riuscire a conquistare scalpi in altri territori. Oggi è la velocità invece a sorriderci. Mora ha stupito nei 50 dorso con l'argento, Rivolta ha illuminato a giorno con l'oro nei 100 farfalla e il bronzo nei 50, "Tete" Martinenghi si è confermato con il doppio argento nelle distanza brevi della rana. Miressi ci ha esaltato, spadroneggiando nel "100 dei Re"; Ceccon ha completato, con il bronzo nei 100 misti, la gara di chi sa fare tutto.
Dalle distanze più lunghe dello stile libero, al maschile, il dominio si è espanso a tutti e quattro gli stili, in maniera omogenea. Il processo non può quindi essere legato esclusivamente al talento dei singoli, è evidente che il movimento stia crescendo nella sua coralità, nei suoi programmi di lavoro, negli standard delle proprie strutture. Deplano, Frigo, Zazzeri e Razzetti, per quanto stratosferici, probabilmente, non si sarebbero laureati campioni mondiali nella Nazionale di Kazan. Burdisso, De Tullio, Ciampi, Di Liddo, Di Pietro e Carraro non avrebbero mai rischiato di non essere nemmeno nominati nel bilancio finale.

Le piramidi si costruiscono al contrario

Nei college americani, i nuotatori più richiesti e più pagati sono i velocisti di talento dello stile libero. Su di loro, si possono costruire risultati, garantendo solidità alle staffette e spostando in avanti il limite dell'intera formazione negli allenamenti di massimo carico anaerobico. Oggi, con un Miressi stellare, un Zazzeri solido ed un Ceccon in rampa di lancio, l'Italia maschile ha ormai riconquistato lo status di favorita nella "veloce" a stile libero, la staffetta degli "uomini-jet".
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Miressi Ceccon Zazzeri Frigo Italia staffetta Tokyo 2020

Credit Foto Getty Images

Con un percorso che ha avuto il suo apice nell'argento olimpico di Tokyo, la 4x100 stile maschile guidata dal neo-tricampione del Mondo Miressi ha saputo confermarsi con l'argento anche in quel di Abu Dhabi, sfiorado l'oro di 16 centesimi. La 4x50 sl è cresciuta allo stesso modo, guadagnandosi un'oro mondiale stratosferico ed insperato, coinvolgendo atleti diversi da coloro che avevano impressionato a Tokyo. Bacino ampio, vivaio florido, concorrenza sana ed allenamenti collegiali costanti: le staffette si costruiscono così. Se poi c'è tutto questo talento, beh, poi si vincono anche.

ISL, nuove prospettive

Tra le rivoluzioni di quest'annata così particolare, ascoltando le interviste a bordo vasca di tutti i protagonisti, una sigla è spuntata sulle labbra di tutti: ISL. La "Diamond League" del nuoto globale ha decuplicato il numero di appuntamenti dei campioni della vasca e del cloro. Meno tempo per allenarsi dunque ma più occasioni per testarsi in competizioni di alto livello che precedano i grandi appuntamenti "istituzionali". Uno svantaggio per alcune nazionali che non avevan certo problemi di "competitività" (vedi gli USA) ma un vantaggio per chi come noi, nell'era pre-Kazan, ha sempre avuto un deficit in questa componente.
La ISL, e più nello specifico la formazione a tinte azzurre degli Acqua Centurions (eredità ultima della Divina Pellegrini), hanno poi permesso di compattare ulteriormente i rapporti di amicizia e convivialità del roster, portato a condividere un numero ben maggiore di giorni e trasferte insieme. C'è chi poi in questa competizione, volando in Canada e confrontandosi con nuove metodologie di allenamento nel team dei Toronto Titans, ha poi trovato la propria redenzione. Chiedere ad Alberto Razzetti, vero exploit dell'ultimo anno e mezzo del nuoto azzurro ed esempio lampante di chi forse non sarebbe riuscito ad emergere in un clima di maggiore pressione e minore ambizione come quello della Nazionale che fu.

Medaglie diverse

Delle 16 medaglie giunte nella rassegna appena conclusasi, due, hanno di certo avuto un valore specifico più alto delle altre: si parla degli ori nei 100 stile libero maschili di Miressi e nella 4x100 mista maschile del quartetto Mora-Martinenghi-Rivolta-Miressi. La prima è la fiammata nipponica di Jacobs traslata nello scacchiere delle 8 corsie. Rappresenta il punto più alto raggiungibile da un singolo atleta nel mondo del nuoto, il successo nella gara da cui tutti partono, che tutti guardano e che chiunque ha sognato di dominare.
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Alessandro Miressi

Credit Foto Getty Images

La seconda, invece, è il massimo risultato che una selezione nazionale possa raggiungere: la consapevolezza di possedere il quartetto di uomini più veloci nei quattro stili. L'Oscar alla regia del nuoto, il riconoscimento che il lavoro è stato completo, competente, clamorosamente fruttuoso. Teniamoceli stretti, questi premi, perchè difficilmente li riceveremo nuovamente entrambi nella stessa rassegna.

Roma 2022, "capitolo opportunità"

La stampa nostrana non ha esaltato a dovere le imprese di questa Nazionale magica, troppo è passato in sordina. Gli appassionati si sono rammaricati ma non hanno gridato allo scandalo, hanno le spalle larghe d'altronde. Sperano tuttavia che il giusto merito possa essere riconosciuto a questa generazione di fenomeni, in vista anche degli Europei di agosto previsti a Roma e dei più vicini Mondiali in vasca lunga di Fukuoka, in calendario dal 22 al 29 maggio 2022.
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Benedetta Pilato, argento nei 50 rana in quel di Abu Dhabi

Credit Foto Getty Images

La Nazionale azzurra lascia dunque Abu Dhabi da terza potenza del medagliere, dopo aver beffato corazzate un tempo inavvicinabili come Russia. Gran Bretagna, Giappone e Cina. Mancavano alcune stelle, è vero, ma la storia la scrive chi c'è. Ce lo ha insegnato Gregorio Paltrinieri, nell'agosto del 2015, quando qualcuno ha provato a sminuire il suo successo nei 1500 sl per l'assenza di Sun Yang. Ce lo insegnò e noi esultammo, esaltati, di quell'oro. Non dimentichiamoci dove tutto è partito, oggi che siamo giunti a questi risultati. Non dimentichiamoci di esultare, anche oggi, come sei anni fa, perchè probabilmente lo stiamo facendo troppo poco.
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