Come cambierà l'Italvolley femminile dal 2026? Tra i riposi di Danesi, Egonu, Orro e Sylla, l'addio di De Gennaro e tante potenziali novità

PALLAVOLO - Come cambierà la Nazionale italiana femminile dal 2026? Il quesito sembra diventato più importante dell'oro mondiale appena vinto dalle Azzurre. Conviene allora fare chiarezza, ribadendo anzitutto che non c'è alcuna impellenza di un ricambio generazionale. Ma il futuro è decisamente già roseo, perché le giovanili sono piene di talentuose stelline (che vincono). Ecco lo scenario.

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Il maestoso trionfo dell'Italvolley ai Mondiali femminili 2025 è ancora nella memoria di tutti, non soltanto appassionati del taraflex. La Nazionale allenata da Julio Velasco ha riscritto un'altra pagina di storia negli annali della pallavolo, vincendo il quarto torneo consecutivo da quando Velasco è CT, dopo la Volleyball Nations League 2024, i Giochi Olimpici di Parigi 2024 e la Volleyball Nations League 2025. Oltre ad allungare a 36 l'incredibile striscia di vittorie consecutive in competizioni ufficiali, mettendo sempre più nel mirino il record di 46 successi filati stabilito dall'URSS tra 1967 e 1974. C'è già chi l'ha definita come la squadra più forte di tutti i tempi a livello femminile - impossibile fare un paragone, ma ricordiamo soltanto la Cuba degli anni '90 o il Brasile di inizio Duemila - e chi comincia a ipotizzare intorno ad alcune dichiarazioni del CT.
Al rientro dalla Thailandia, Velasco ha infatti ribadito che diverse giocatrici potranno godere di un meritato riposo nell'estate 2026. In particolare, quelle che finora "hanno tirato la carretta": Anna Danesi, Paola Egonu, Alessia Orro e Myriam Sylla. Queste le quattro principali indiziate, che non saltano un'estate in azzurro da oltre un decennio. Bisognerà poi fare anche i conti col ritiro dalla Nazionale della leggenda Monica De Gennaro, impareggiabile libero destinata a lasciare un vuoto che sarà difficile colmare per qualsiasi sua erede. Tra ipotesi e teorie più disparate, ci sono però anche tantissime certezze in merito a quello che sarà il 2026 dell'Italvolley femminile. La prima è in termini di ambizioni: perché le Azzurre vorranno vincere ancora. Il ricambio generazionale, sebbene già pronto, non è ancora necessario. Ma andiamo con ordine.
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Velasco in esclusiva: "Questa Italia è davvero un gruppo speciale"

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Il riposo di alcune big, ma quando e per quanto?

Velasco ha dichiarato di voler concedere un riposo programmato a quelle atlete maggiormente impegnate con la Nazionale negli ultimi tempi. La lista di nomi ve l'abbiamo già fornita poco sopra, ma potrebbe ulteriormente arricchirsi. Quando avverrà tuttavia questa sosta di alcune stelle azzurre? Verosimilmente nelle prime settimane del calendario 2026 per nazionali, ossia in concomitanza con la Volleyball Nations League. Torneo internazionale che non garantisce alcuna qualificazione ai Giochi Olimpici di Los Angeles 2028, a differenza invece degli Europei 2026. Ecco perché è molto difficile ipotizzare che l'Italia non schieri la sua miglior formazione alla rassegna continentale, in programma tra Azerbaigian, Cechia, Svezia e Turchia. Soltanto la nazionale vincitrice degli Europei 2026 staccherà il pass a Cinque Cerchi. In caso di mancato trionfo europeo, all'Italvolley resterebbero comunque altre due chance di qualificazione olimpica:
  • 1) Tramite i Mondiali 2027, dovendo rientrare tra le prime tre classificate del torneo iridato.
  • 2) Tramite Ranking mondiale al giugno 2028, dovendo rientrare tra le tre migliori squadre non ancora qualificate.
In uno scenario simile sarebbe davvero singolare immaginare che un'Italia-B (o addirittura un'Italia-C) potrà prendere parte a tutte le sfide dell'estate 2026. Ecco perché la VNL 2026 potrebbe diventare un banco di prova per saggiare le qualità di alcune giovani giocatrici chiamate ad ampliare, nel breve o nel lungo periodo, le rotazioni della Nazionale italiana. Il torneo internazionale avrà ragionevolmente luogo tra fine maggio e inizio agosto - come limiti temporali massimi - e, nonostante il lauto premio in palio (1 milione di dollari per la squadra vincitrice), garantirebbe quello spazio necessario a giovani e giovanissimi talenti del taraflex. Restano allora due quesiti principali, cui dover rispondere. Il primo: questa Italia ha davvero bisogno di un ricambio generazionale? E poi il secondo: quali sono le stelle più promettenti, provenienti dalle Under oppure no?
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Orro: "Vogliamo l'oro mondiale, saremo la squadra da battere"

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Nessun ricambio generazionale, ma la pallavolo è sport per giovani

Considerando la rosa che ha appena vinto i Mondiali, soltanto tre giocatrici avevano almeno 30 anni: Yasmina Akrari (32), Monica De Gennaro (38) e Myriam Sylla (30). Due - Carlotta Cambi e Anna Danesi - erano invece di due anni più giovani. Una doveva (e fino al 18 dicembre dovrà) ancora compierne 27. Le altre otto sono tutte nate dal 2000 in poi, con Stella Nervini più giovane del gruppo (10 settembre 2003). Sicuramente non si può attendere e rimandare oltre il graduale inserimento di promesse che già scalpitano - e da tempo - a livello giovanile, eppure non c'è affatto questa impellenza di "svecchiare" il gruppo per ricostruire da zero, come magari si era fatto tra 2015 e 2016. Sia poi chiaro che quella del periodo 1994-1998 è una generazione destinata a restare molto probabilmente impareggiabile, sebbene la pallavolo ci regali atleti fenomenali ogni tot anni. Bisognerà comunque fare i conti con l'addio di De Gennaro, una Sylla da "centellinare" per le grandi occasioni e la necessità di dare spazio ai talenti in rampa di lancio. Proviamo a ragionare allora ruolo per ruolo.
Partendo dall'opposta. Perché Kate Antropova ha soltanto 22 anni e, per almeno altri 10, pare intenzionata a dominare i taraflex di tutto il mondo. Alcuni, tra cui il mitologico CT brasiliano Zé Roberto, si sono spinti a sostenere che la curva ascendente del suo talento porterà Antropova a vette inesplorate, perfino da una leggenda come Egonu. Da tifosi italiani, speriamo ovviamente che ciò accada ma, anche qualora Kate si limitasse a restare tra le cinque migliori al mondo nel ruolo, la Nazionale avrebbe già così un posto due potenzialmente inarrestabile. Al centro della rete bisogna verosimilmente pensare a chi potrà accompagnare Sarah Fahr (24 anni il 12 settembre 2025) nei prossimi anni. Linda Manfredini (classe 2006) e Matilde Munarini (classe 2004) sono già nel giro della Nazionale maggiore da diversi mesi. Oltre a loro, attenzione però pure a Princess Atamah (2005), Dalila Marchesini (2006), Maia Monaco (2006) e, guardando ancora più in là, Arianna Bovolenta (2008), Alice Guerra (2008) e Veronica Quero (2007).
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Fahr: "Con Velasco l'Italia ha imparato a gestire la pressione"

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In posto quattro le incognite maggiori e forse più importanti per questa Italia. Perché Elena Pietrini ha soltanto 25 anni e, nella stagione 2025-26, sarà chiamata a un suo ritorno ad altissimi livelli con la maglia di Milano, tra Serie A1 e Champions League. Con lei a roster, la Nazionale troverebbe una clamorosa attaccante di palla alta, perdendo tuttavia continuità in ricezione. L'obiettivo dello staff azzurro è quello di trovare una banda di equilibrio che possa rendere anche ad altissimi livelli. In tal senso, come nomi, non si scappa: Stella Nervini e Rebecca Piva rappresentano il futuro più prossimo. Poi spazio alle giovanissime, di fatto. Stella Caruso e Ludovica Tosini, entrambe nate nel 2008, rappresentano le più rosee speranze per potenzialità attuali e margini di crescita (oltre che doti fisiche, entrambe oltre l'1,90 di altezza). C'è poi Merit Adigwe, opposta di soli 19 anni - è nata il 24 agosto 2006 - che a livello di Under ha dominato in lungo e in largo nell'ultimo triennio. Chiusa in posto due (per ora), una sua trasformazione in martello potrebbe avere grandi risvolti, per Conegliano e Nazionale.
Infine due ruoli capitali, specie per questa Italvolley: palleggio e libero. Partiamo dal secondo. La Federazione e Velasco faranno di tutto per convincere Moki a proseguire nella sua monumentale carriera in azzurro; qualora non ci riuscissero, guai a disperare. Eleonora Fersino (2000) è nel giro della Nazionale da tantissimo tempo e, a 25 anni, pare più che pronta a raccogliere il pesante testimone da De Gennaro. In ottica ancora più futura, Anna Bardaro (2005) e Carola Bonafede (2007) sembrano - a oggi - le principali candidate per un ruolo chiave nell'Italia che verrà. Quanto al primo, il palleggio, bisogna anzitutto spendere due parole su Alessia Manda. Secondo chi vi scrive, la sedicenne veneta (26 maggio 2009) è destinata a una carriera luminosa. E, per impatto sul gioco di squadra, ricorda già Orro, con tutte le dovute distinzioni del caso. Manda non è comunque l'unica giovanissima di belle speranze. Con lei ci sono pure Asia Spaziano e Caterina Schillkowski, entrambe nate nel 2007 ed entrambe già dotate di versatilità importante.
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Velasco: "Non avrei mai immaginato di vincere tutto ma queste ragazze sono speciali"

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Il futuro della pallavolo femminile italiana pare insomma decisamente roseo, considerando anche le tantissime medaglie (specie d'oro) vinte dalle selezioni giovanili (le Under). Inutile forzare la mano e trasformare questo elenco di "stelline" azzurre in una lista di chi comporrà la Nazionale del futuro. Incognite e variabili sono infatti davvero troppe - e talmente aleatorie - da impedire di prevedere il futuro. In parole più semplici: chi oggi è dominante con avversarie di pari età e livello tecnico, non è detto che lo sia anche al piano superiore. La continuità nel progetto del Club Italia, che sarà guidato in panchina da Juan Manuel Cichello - già assistente-allenatore in Nazionale maggiore - e Monica Cresta, assicura che il CT Velasco abbia intenzione di programmare fin da subito i prossimi 10-15 anni del volley italiano al femminile. L'attualità ci "dice" tuttavia che l'Italvolley ha bisogno di qualche innesto specifico. Non di un ricambio generazionale in toto. Almeno non per ora. Anche perché, negli sport olimpici, il ricambio solitamente comincia all'inizio del quadriennio che porta ai Giochi...
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Danesi: "Velasco ha un’aura gigantesca. Il segreto di questa Italvolley è l'umiltà"

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