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Paola Egonu fra razzismo, omofobia e Italvolley: "A volte mi chiedo perché dovrei rappresentarvi"

Marco Arcari

Aggiornato 03/02/2023 alle 16:05 GMT+1

PALLAVOLO - Paola Egonu è protagonista di un'intervista-confessione su Vanity Fair. La stella dell'Itavolley affronta diversi temi, a cominciare dal razzismo e dalle ostilità di una società che non tollera ciò che è "diverso". L'opposta Azzurra si sofferma anche sul problema della salute mentale e delle rinunce che si trovano a vivere gli sportivi d'élite, oltre al sogno della maternità.

Egonu sempre impressionante: diagonale potentissima nei 3 metri

A pochi giorni dalla sua presenza al Festival di Sanremo, dove sarà co-conduttrice nella serata di giovedì 9 febbraio 2023, Paola Egonu si è raccontata a 360° alla collega Nina Verdelli di Vanity Fair. Una sorta di confessione, più che una semplice intervista, in cui la fenomenale opposta dell'Italvolley e del VakifBank Istanbul ha cercato di raccontare chi è fuori dal campo e ha affrontato diversi temi, legati non soltanto alla sua vita professionale. A cominciare ovviamente da quello del razzismo, elemento che tanto ha scosso l'ultima estate della Nazionale, conclusasi con una stupenda medaglia di bronzo ai Mondiali 2022 ma anche con un dilemma, tuttora irrisolto, sulla futura presenza di Egonu in maglia Azzurra. Un termine, quello del razzismo, quasi da non nominare, perché "quando ne parli qualsiasi cosa dici ti si ritorce contro".
"A quattro anni ho capito di essere diversa. Ero all’asilo e, con un mio amichetto, stavamo strappando l’erba del giardino: ci facevano ridere le radici. La maestra ci ha messo in castigo. Per tre volte le ho chiesto di andare in bagno. Per tre volte mi ha risposto di no. Alla fine ci sono andata di corsa, senza permesso. Troppo tardi: mi ero fatta tutto addosso. La maestra mi ha riso in faccia: "Oddio, fai schifo! Ma quanto puzzi!" E, per il resto del giorno, non mi ha cambiata. Ho dovuto attendere, sporca, l’arrivo di mia madre nel pomeriggio. Ancora oggi, venti anni dopo, fatico a usare una toilette che non sia quella di casa mia".
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Egonu sostiene che, oggi come oggi in Italia, non ci sia meno razzismo di quando fu maltrattata all'asilo, anzi. "A volte con mia sorella ci chiediamo se sia opportuno per noi mettere al mondo dei bambini. Io so già che, se mio figlio sarà di pelle nera, vivrà tutto lo schifo che ho vissuto io. Se dovesse essere di pelle mista, peggio ancora: lo faranno sentire troppo nero per i bianchi e troppo bianco per i neri. Vale la pena, dunque, far nascere un bambino e condannarlo all’infelicità?".
Nel fiume di parole e di tematiche affrontate, c'è spazio ovviamente anche per qualche rimpianto derivante dalle rinunce e dai sacrifici necessari per vivere da tanto tempo una vita al vertice della Pallavolo mondiale, nonostante i soli ventiquattro anni d'età: "So solo che ho ventiquattro anni e che della vita mi sto perdendo momenti preziosi, con la famiglia, con gli amici. Non sono neanche potuta andare al funerale di mio nonno perché ero alle Olimpiadi [i Giochi di Tokyo 2020, ndr]".
Poi il ritorno sullo sfogo estivo, che "alcuni hanno scambiato per un capriccio" quando "invece c’era altro dietro alle mie lacrime. Sacrifico tutto, tut-to. E, spesso, non viene apprezzato. Per esempio da quelli che mi insultano chiedendo perché sono italiana. Non sanno niente di me, di noi atlete. Non sanno quanto fatichiamo, quanto siamo stanche, quanto non ci sentiamo all’altezza, quanto a volte vorremmo solo prenderci una pausa da tutto, ma non possiamo. Allora poi succede che qualcuno mi dice la frase sbagliata e io mi domando: perché mai dovrei rappresentare voi?".
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C'è spazio anche per ritornare sulla sua precedente relazione con la pallavolista Katarzyna Skorupa, un rapporto amoroso che i suoi genitori avevano preso male perché "preoccupati di quello che avrebbero pensato gli zii o i vicini di casa. Poi hanno capito che la mia non era una scelta. Chi opterebbe per uno stile di vita che ti mette contro tutti? Certe cose capitano e basta". Una relazione non compresa, quasi neanche tollerata, dalla società in generale: "Io me ne fregavo, baciavo la mia fidanzata anche in pubblico. Le reazioni, però, non sono sempre state gradevoli. Il problema è che la gente non pensa agli affari propri. Io dico, cosa vieni a giudicare me, o una coppia omosessuale che cresce i figli con amore, quando è pieno di famiglie tradizionali disfunzionali? È un mondo di m...da, me lo lasci dire. Spero che presto arrivi l’Apocalisse".
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