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Federer contro Nadal: la finale del tennis come esperienza religiosa

Fabio Disingrini

Aggiornato 28/01/2017 alle 18:06 GMT+1

Infinite Jest. Come in un futuro indefinito, si svolge la finale che conserva il destino del tennis moderno: è Federer-Nadal come Borg contro McEnroe o Sampras contro Agassi, fino all'origine del mito.

Roland Garros 2011, Rafael Nadal & Roger Federer

Credit Foto LaPresse

C’erano una volta Björn Borg e John McEnroe con le loro leggendarie finali di Wimbledon. Il primo aveva portato il gioco di resistenza da fondo campo alla massima espressione, con un rovescio a due mani che sembrava uscito da una mazza da hockey e invece ha fatto la rivoluzione. L’altro stava elevando il tennis d’attacco alla sua forma più completa con la carezza della volée più bella del mondo. C’erano una volta, e ci sono ancora, Roger Federer e Rafael Nadal diarchi del nuovo millennio: poesia in movimento e potenza brutale, sfida esemplare di talento e forza, disputa dei sacramenti e cavalleria rusticana. Federer che fa dell’arte di giocare a tennis un’invenzione costante, Nadal che è il più straordinario corpo atleta della storia sportiva.
Roger Federer, lui e il suo segreto inaccessibile, qualcosa che ha che fare col mistero e la metafisica. Qualcosa che gli ipertrofici pettorali di Nadal non potranno mai custodire. (Giorgio Porrà)

Pete Sampras: US Open 2002

La nuova storia di Roger Federer è quella di Petros Sampras agli US Open del 2002, dead man walking dalle colonne del New York Times. Pete ha 31 anni, non vince uno slam dal suo settimo Wimbledon e proprio al Championships ha appena subito la peggior sconfitta della sua carriera: contro lo svizzero George Bastl che non vincerà più altre partite in un major. A Flushing Meadows, Sampras ha la testa di serie numero 17 e mentre le sorelle Williams cavalcano fino all’epilogo, lui batte Greg Rusedski al quinto set, poi Tommy Haas, Andy Roddick e Sjeng Schalken. In finale, Pete Sampras e Andre Agassi giocano il trentaquattresimo match di una magnifica storia americana. Sarà l’ultimo della carriera di Pete.
Avvicinandomi alla rete, sono sicuro di aver perso con il migliore, con l’Everest della prossima generazione. Compatisco i giovani che dovranno battersi con lui. Compatisco il giocatore destinato a essere l’Agassi di questo Sampras. Anche se non lo cito per nome, Pete è in cima ai miei pensieri quando dico ai giornalisti: è semplicissimo. La maggioranza delle persone ha dei punti deboli. Federer non ne ha. (Andre Agassi)
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Andre Agassi et Pete Sampras - US Open 2002

Credit Foto Eurosport

Rafael Nadal: l'uomo caduto sulla terra

La storia di Rafael Nadal è invece quella dell’uomo caduto sulla terra e rialzatosi con l’anima della fenice. Simbolo di metodo, riserbo e determinazione, storia di chi torna in finale a Melboure tre anni dopo un difetto di normalità impossibile da sostenere. Aveva battuto Federer in semifinale per la ventitreesima volta in 33 incontri. Lui che per Roger è come la kryptonite per Superman. Lui che ha fatto di Federer l’ultimo eroe romantico del tennis postmoderno. Nel bene e nel male, nella vittoria e nella sconfitta. Qualcosa che non si fonda sui sentimenti espressi, ma perché ciascuno possiede esattamente ciò che manca all'altro.
Nadal è la materia nera che di rado Federer restituisce alla luce. (André Scala)

Pro Federer: c'era una volta il top-spin

Federer ha vinto l’ultimo confronto con Nadal nel suo giardino di Basilea, ma non batte Rafa in uno slam da dieci anni ed era Wimbledon. Il gioco di Roger è un mestiere evolutivo, ma come tutti gli altri superstiti del rovescio a una mano, non ha mai saputo scollegare contromisura il gancio mancino di Nadal, il top-spin più letale di ogni epoca della racchetta, un’arma di distruzione temprata nella fucina della biomeccanica, con un tiro di cinquemila giri al minuto e il peso di una straordinaria rotazione a carico della gamba sinistra. Quel colpo non c’è più, o meglio ha perso d’effetto, ed è qui che Federer potrà aprire una breccia di magnifico controbalzo misurando i durissimi cambi d’altezza.
Nadal è stato la mia sfida più complicata. Mi ha portato al limite e poi oltre. Ecco perché sono il primo tifoso di Rafa e questa finale slam, qui ed ora, è qualcosa d'irreale. (Roger Federer)
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Switzerland's Roger Federer reacts after a point against Germany's Mischa Zverev

Credit Foto AFP

Pro Nadal stile gatling: il cannone passante

Nell’ultimo triennio però, Roger ha fondato larga parte delle sue vittorie sul serve&volley e la grazia del volo: un metodo che dovrà superare la perfezione per non esporsi al fuoco di Nadal, brutale contro ogni avversario col passante in corsa. Non bastasse, Nadal ti fa giocare sempre la volée più complicata in avanzamento, pronto a urlare il suo Vamos che è come il grido di battaglia dell'ultimo dei mohicani. Del servizio di entrambi - di quanti punti faccia Federer con la prima di servizio e Rafa con la nuova seconda “modello Moya” - e di come il rovescio sia diventato la misura del loro tennis abbiamo già parlato. Di come Grigor Dimitrov, che per elezione terrena sarà l’edere gentilizio di Roger, abbia retto a una guerra di logoramento in semifinale, non ancora.
Penso che Nadal non sia l'avversario ideale per nessuno, perché trovarsi di fronte un giocatore che non accetta mai l'idea di perdere non è la cosa più facile del mondo. (Rino Tommasi)
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Rafael Nadal

Credit Foto AFP

La nuova misura del rovescio

Sì perché da fondo campo o Rafa è più urticante dell'iprite o l’avversario come carne da cannone. Grigor però è uscito dalla trincea misurando le rotazioni di Nadal senza perdere timing nè precisione, giocando un rovescio basso e rapido sulle palle lavorate e chiudendo con il dritto contro quelle alte. Nadal va attaccato in risposta sul servizio esterno e mosso in uscita dalla battuta spingendo in accelerazione lungolinea. Così Dimitrov ha retto fino al quinto set: il resto è materia al di sopra delle nostre capacità valutative. Ora che scritto il capitolo 34 di Sampras contro Agassi, la storia vuole l’atto 35 di Federer contro Nadal. Basterà a noi tristi mortali lo spettacolo della bellezza.
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