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Australian Open - Il mito Nadal, il primato di Medvedev, chi vincerà la finale a scapito di Djokovic?

Fabio Disingrini

Aggiornato 29/01/2022 alle 22:22 GMT+1

Australian Open - È una finale storicamente ardua da pronosticare: Rafael Nadal per essere il primo tennista di sempre a vincere 21 Slam; Daniil Medvedev per diventare il numero 1 del ranking mondiale. E comunque vada, sarà a scapito di Novak Djokovic.

Rafael Nadal - Daniil Medvedev | Australian Open 2022, men's final | Eurosport Premium Content, visual by Fabien Esvan

Credit Foto Eurosport

Sarà una finale storica. Storica per Rafael Nadal che prima dell'Australian Open non disputava un match al meglio dei cinque set dalla triste semifinale del Roland Garros, saltati Wimbledon e Flushing Meadows per l’infortunio cronico al piede sinistro che si chiama sindrome di Müller-Weiss, o displasia dello scafoide tarsale.

ALL'ANGOLO SINISTRO, RAFAEL NADAL

A settembre Rafa era un trentacinquenne in stampelle con la gamba operata e ingessata. A dicembre ad Abu Dhabi erano solo esibizioni e le perse entrambe, contro Murray e Shapovalov, prima del covid sintomatico. In Australia, 156 giorni dopo la sua ultima partita ufficiale, ha vinto il torneo di Melbourne e a Melbourne, dopo 10 partite (4+6), è ancora imbattuto. E stavolta anche in Spagna l’autorevole Nacho Albarrán, su As, scrive che di parola da spendere ne è rimasta una sola ed è Milagro.
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Nadal fa cose disumane e sovrumane da sempre ed è per questo che, divisa tutta la carriera con Federer e Djokovic, domenica potrebbe diventare il primo tennista di sempre a vincere 21 Slam, superandoli nella disputa dei sacramenti. Solo fuori dal campo, palesemente smagrito e sì pure un po’ invecchiato, ha ammesso un pensiero fragile: che non era nemmeno certo di poter tornare. Tra lezioni di vita e fatica d’umiltà, tocca a noi confessarci: che senza Federer e senza Djokovic, malgrado Rafa abbia respinto Berrettini in semifinale, non siamo ancora pronti a rinunciare a tutti loro.
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ALL'ANGOLO DESTRO, DANIIL MEDVEDEV

E poi c’è Daniil Medvedev, che dopo aver infranto il Grande Slam di Djokovic a New York vuole fargli la guerra fredda, conquistando anche il primato di un ranking mondiale che nemmeno ci ricordiamo da quando batte bandiera serba. Vuole scrivere un’altra storia al contrario, come il tennis che recita nella sua trama imprecisa e ingannevole. Ingannevole sì, illogica mai.
Così ci risiamo con le feste rovinate battendo Kyrgios a Melbourne e provocando il pubblico, o sfuriando col giudice di sedia contro l’odiato Tsitsipas: però è vero che si detestano senza troppe incongrue inutili incoerenze. Così ci risiamo con questa faccia incava da sergentino insolente e i suoi occhi vacui, i capelli spettinati, le gambe che sembrano trampoli a sostegno d'una rabbia di pelle e ossa.
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Un attore nato per vincere l’oscar del miglior antagonista con quel gioco diversamente brutto e il suo giro di spin che ti senti sporco addosso, con quel rovescio che nasce inquinato e finisce velenoso, fatale come la battuta di due colpi in canna (prima e seconda di servizio) dal distacco minimo. Un fucile che spara pallettoni dritti dall’alto e ti piega le corde o scava buche intorno, che prima o poi ci cadi dentro. Che fare della bruttezza un talento è bravura speciale… E Daniil Medvedev ci ha vinto il primo Slam.
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CHI VINCE QUESTA FINALE?

E questa finale? Difficile pronosticarla, impossibile scrivere chi la vincerà per i molti alibi che seguono in frasi sparse. Daniil e Rafa giocano un tennis diametralmente opposto e diversamente fisico: basi che nel corso del match sapranno essere vicendevolmente nocive.
Loro sono i massimi interpreti “del far giocar male l’avversario” con quei colpi rimandati sempre diversi dall'altra parte di una rete altissima, che rimbalzano in punti sempre diversi, che schizzano ad altezze sempre diverse ed espiantano i rivali d'ogni appoggio. Anche tatticamente, mostrano un notevole spirito d’adattamento al tennis nemico, cui aderiscono assuefatti e multiformi, spegnendone le funzioni primarie.
Hanno servizi diversi e ugualmente efficaci: più potente il Medvedev, più subdolo quello di Nadal. Vano dire che gli scambi non li mollano mai e ne vedremo di lunghissimi, corsi e tirati, “giocati e rigiocati” per fare un punto. Sembrano fisicamente integri in fondo a uno Slam australe: Daniil ha l’età dalla sua, l’altro i superpoteri.
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Nel torneo entrambi l'hanno vista brutta ai quarti - Rafa ha giocato cinque set (e perso 4 chili) con Shapovalov, il russo li ha dovuti rimontare ad Auger Aliassime - e speso gli stessi parziali (4) in semifinale: Nadal ha faticato in risposta con Berrettini, Medvedev ha dovuto domare anche sé stesso oltre a Tsitsipas.
Il pubblico tiferà solo per Nadal e anche questa è una grande notizia per entrambi. Quando Rafa ha vinto lo US Open nel 2019 contro Medvedev (6-4 al quinto), s’è capito soprattutto che Daniil sarebbe tornato. Dei loro 4 precedenti (3 vinti da Nadal) questo ci sembra l’unico davvero significativo. Meglio guardare avanti e già sapere che sarà storico e/o speciale.
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Tennis 360, Ep.12. Medvedev e lo 'small cat'. Nadal e la prova di forza

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