Kyrgios/Kokkinakis-Ebden/Purcell 7-5 6-3: il duo australiano vince la finale di doppio maschile agli Asutralian Open

Hanno conquistato il pubblico di Melbourne grazie a giocate circensi, racchette spaccate e siparietti con i giudici di sedia, ma non solo. Hanno vinto meritatamente. Nick Kyrgios e Thanasi Kokkinakis, ribattezzati dal fervore australiano come i “5K” o ancora meglio gli “Special K”, sono riusciti ad arrivare fino in fondo: hanno tramortito le migliori coppie del tabellone di doppio maschile, soprattutto grazie a quell’insuperabile arma che è l’attrazione magnetica con la folla, l’interazione spigliata e randomica con le ignare comparse della loro buffa realtà, e l'apoteosi sollevata dai loro stessi colpi sul cemento rovente.

Kyrgios e Kokkinakis sono riusciti a piegare l'atmosfera istituzionale di un campo Slam a quella di un assolato playground, fino alla finalissima con i connazionali Matthew Ebden e Max Purcell. 7-5 6-4 il punteggio che permette al dinamico duo di festeggiare il titolo in una giornata ad alta concentrazione aussie – Ashleigh Barty aveva esultato nella finalissima femminile poco prima.

"Vincere è il nostro secondo obiettivo. Il primo è divertirci", avevano dichiarato durante la loro rocambolesca ascesa. Missione compiuta dunque, con l’ulteriore onore di aver vinto meritatamente, da ragazzi cresciuti assieme, e col vanto di aver riportato quattro giocatori australiani in una finale di doppio maschile agli Australian Open. L’Happy Slam infatti, non vedeva una finale di doppio maschile con quattro giocatori di casa dal 1980: al tempo Edmondson/Warwick si imposero su McNamara/McNamee.

Il primo set si apre subito su ritmi sostenuti: Ebden e Purcell, anche loro padroni di casa, rispondono con calma olimpica al chiasso di una platea– paradossalmente – ostile. Senza strafare, con estrema linearità, i due underdogs reggono le stoccate folli di Kyrgios e Kokkinakis fino alla stretta finale. Dal nono game però, Thanasi Kokkinakis decide di cominciare a macinare con il suo dritto poderoso. Superato il primo assedio ai vantaggi, Ebden e Purcell crollano all’undicesimo game: Kokkinakis insiste nel punire il lato più fragile dello schieramento avversario, quello occupato da Matthew Ebden, strappando il break decisivo alla quarta palla break del gioco.

Il servizio di Matthew Ebden è destinato all’avaria anche nel secondo set. La sua prima non supera quasi mai i 150 km/h, e ciò permette a Kokkinakis di preparare la freccia letale, che si conficca tra le maglie del duo avversario al settimo game. Il break a zero spinge così Kyrgios e Kokkinakis verso un titolo insperato, a tratti isterico, ma al contempo stesso intriso di genio e meravigliosa spontaneità.

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