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Marcell Jacobs a Che Tempo Che Fa dopo l'oro nei 60: "Quando ho avversari più forti mi esalto. Bolt? Pazzesco che..."

Stefano Dolci

Aggiornato 20/03/2022 alle 23:33 GMT+1

ATLETICA - A 24 ore dalla vittoria dell'oro nei 60 metri ai Mondiali Indoor di Belgrado, Marcell Jacobs ai microfoni di Che Tempo Che Fa svela qualche retroscena e racconta qualche segreto dietro questa performance: "Rispetto a Tokyo qui sapevo che era più complicato perché i favoriti erano altri. Ma quando so che ho degli avversari più forti di me mi esalto. Io erede di Bolt? E' Incredibile".

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Il magico 2021 dello sport italiano lo ha visto assoluto mattatore con i due storici ori olimpici nei 100 e con la staffetta 4x100 a Tokyo 2020 ma Marcell Jacobs anche nel 2022 non smette di vincere e dimostrare di essere il più veloce spinter del pianeta. Lo sprinter delle Fiamme Oro, nella serata di sabato, ha scritto un’altra pagina di storia dell’atletica italiana mettendosi al collo la medaglia d’oro nei 60 metri indoor, vinta al fotofinish con un 6”41 che gli ha permesso di riscrivere il record italiano ed europeo sulla distanza.
Un traguardo inatteso, perché i favoriti sulla distanza quasi dimezzata erano altri, ma maturato grazie alla solita leggerezza e consapevolezza nei propri mezzi come ha confidato ai microfoni di ‘Che Tempo Che Fa’ su Rai 3: "Rispetto a quello che c’era stato a Tokyo, che avevo quella bella sensazione, qui sapevo che era totalmente un'altra gara, che era complicato e che i miei avversari, soprattutto i due statunintensi (Coleman e Barcy, ndr), erano lì per battermi e confermarsi loro i numeri uno, sopratutto perchè quello che è arrivato secondo era il campione del mondo in carica e colui che ha il record del mondo sulla distanza. Io sapevo quelli che erano i miei mezzi, le mie capacità e sapevo che dovevo dare veramente tutto, ma quando so che ho degli avversari più forti di me mi esalto e riesco a tirare fuori anche quell'1% in più che serve per mettere la testa davanti agli altri. Ora non ho più avversari più forti di me? Io non mi esalto. Bisogna comunque sempre rimanere coi piedi per terra".
Jacobs ha anche provato a spiegare che cos’è la velocità e cosa c’è dietro quei pochissimi istanti di una gara di sprint: “Quei 6.41 o quei 9.80 per voi sono pochi attimi, per noi invece sono la vita, cerchiamo sempre di limare dei centesimi e dietro quel tempo c'è un mondo, una vita. La corsa ti dà adrenalina, sembra semplice ma non lo è”. Inevitabile poi una battuta su Usain Bolt che lo ha definito il suo erede negli scorsi mesi: “E' veramente fantastico, anche perchè io ho seguito ogni sua cosa quindi essere nominato il suo erede è qualcosa di veramente incredibile”.
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"Fuori dalla pista sono pigro, se c’è un ascensore lo prendo"

Nel corso dell’intervista c’è stato tempo anche per parlare della sua biografia in uscita nelle prossime settimane ‘Flash’ (edito da Piemme) e in cui ha svelato il suo percorso e qualche suo segreto.
"Spiegherò che bisogna avere dei sogni e viverli fino in fondo. Nessuno ti regala niente, non bisogna aspettarsi di trovare le porte aperte ma poi si aprirà il portone più importante. Il libro racconta più i miei insuccessi che i successi, perché sono quelli che mi hanno aiutato a vincere. Una cosa che non si conosce di me? A Tokyo non mi sono mai adattato al fuso orario. Al di fuori della pista io sono un pigro, un gran dormiglione. Mi godo tutti quei momenti che posso vivere in lentezza. Striscio i piedi quando cammino, sto sul divano e a letto il più tempo possibile. Le scale non le faccio mai, se c'è un ascensore io lo prendo...”.
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