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Eurolega, infortuni e partite rinviate: perché Milano ha perso ritmo e chimica

Daniele Fantini

Aggiornato 19/11/2020 alle 11:40 GMT+1

Le due sconfitte consecutive incassate contro Valencia e Stella Rossa Belgrado sono il diretto risultato di una serie di fattori che hanno incrinato l'ottimo sistema costruito da coach Messina nei primi due mesi di stagione. Gli infortuni che hanno falciato il perimetro e la perdita di ritmo per le tante partite rinviate hanno inciso sul calo di intensità in difesa e di chimica in attacco.

Malcolm Delaney, AX Armani Exchange Milano-Stella Rossa mts Belgrado, Eurolega 2020-21

Credit Foto Getty Images

"Non so dire se aver giocato poco ha inciso sulla nostra prestazione, certamente ci sono tanti fattori che possono entrare nella testa dei giocatori, ma di qui in avanti non credo che le cose cambieranno quindi è importante non farsi condizionare" - coach Ettore Messina, post-partita Milano-Stella Rossa.
Ritmo e continuità sono parole-chiave all'interno di ogni stagione, per qualsiasi squadra. A maggior ragione in una situazione, come quella dell'Olimpia, che si snoda attraverso un calendario fittissimo di impegni e tante avversarie di livello. L'Eurolega moderna, con il format a girone unico, è un campionato esigente, faticoso, sfibrante, che richiede 34 partite giocate alla morte, attacco e difesa. "Riposare", seppur in maniera forzata come successo nelle ultime settimane per i problemi legati alla pandemia, aiuta? Probabilmente no. E, sicuramente, non in questo momento della stagione, quando le squadre sono ancora in via di assemblamento e hanno necessità di mettere minuti nelle gambe per acquisire quelle dosi di chimica, fiducia, coesione e compattezza che, una volta consolidate, potranno allora essere propedeutiche per inserire un minimo di pilota automatico nelle settimane successive. Ma l'avvio, come in ogni aspetto della vita, è il momento più importante per gettare basi solide. Quell'avvio che, suo malgrado e per contingenze esterne, a Milano sta mancando.
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Corey Walden, #2 of Crvena Zvezda mts Belgrade in action during the 2020/2021 Turkish Airlines EuroLeague Regular Season Round 9 match between AX Armani Exchange Milan and Crvena Zvezda mts Belgrade at Mediolanum Forum on November 18, 2020 in Milan

Credit Foto Getty Images

Uno splendido sistema incrinato

Le potenzialità dell'Olimpia si sono viste in maniera chiara tra settembre e ottobre, quando un inizio molto anticipato della preparazione aveva permesso alla squadra di assorbire in maniera rapida i concetti di coach Messina e aprire la stagione con 17 vittorie consecutive tra amichevoli, Supercoppa, campionato ed Eurolega. Nonostante Milano sia stata una delle poche squadre di Coppa ad aver ristrutturato il proprio roster in maniera abbondante all'interno di una sessione di mercato asfittica a causa della pandemia e della mancanza di giocatori disponibili in uscita dalla NBA, la chimica e il sistema di responsabilità offensive si stavano ben delineando assieme a una coordinazione difensiva di livello eccellente, la migliore dell'ultimo ventennio con i picchi raggiunti da Lino Lardo prima e Luca Banchi poi.
Ma gli infortuni che hanno falciato quasi in un colpo solo i 3/5 del quintetto base (Delaney, Punter e Micov) sommati agli impegni a singhiozzo per i rinvii delle gare di Eurolega hanno incrinato il programma proprio nel suo momento migliore, quand'era vicino a raggiungere quell'apice che avrebbe probabilmente innescato un'altra lunga serie di vittorie. Ora il sistema è da riassemblare, ma con le giuste dosi di fiducia e serenità: i cocci non sono rotti, ma soltanto disallineati, e sarà sufficiente ricalcare le stesse orme già tracciate nelle scorse settimane per levigare la superficie.

Difesa e attacco: cos'è mancato a Milano

I vuoti aperti sul perimetro (ai tre già citati si sono poi aggiunti anche Moraschini e Datome) hanno scompaginato quegli equilibri di cui abbiamo parlato in precedenza, su entrambi i lati del campo. La prima linea difensiva ha sofferto molto nelle due sconfitte con Valencia e Stella Rossa, non certo un caso considerando l'importanza di Moraschini nella figura di stopper (il cui peso è finito poi a ricadere in maniera pesante sulle spalle del solo Shavon Shields) e l'ottimo quanto sorprendente impatto di Malcolm Delaney e Kevin Punter, con quest'ultimo quasi spiritato dalla gestione Messina dopo gli esordi molto languidi nella propria metacampo nell'annata bolognese. Nelle tre sconfitte di Eurolega, Milano ha incassato 86.3 punti di media, ben 12.3 in più rispetto alle tre gare vinte (74.0, ma sarebbero 15.3 punti in più se escludiamo l'overtime di Monaco): il dato complessivo pone l'Olimpia al quintultimo posto per punti subiti nell'intero torneo (80.2), numeri che non sono supportati, al momento, da un attacco adeguato, capace di produrne soltanto 78.1 e di piazzarsi al 12° posto nella speciale classifica.
Già, perché anche l'attacco ha faticato, e parecchio, ritrovandosi improvvisamente senza i suoi migliori interpreti sul perimetro, ravvivando le difficoltà della scorsa stagione, quando l'Olimpia non poteva contare sulla presenza di due grandi terminali come Delaney e Punter, capaci sia di creare dal palleggio che di aprire il campo con la qualità del tiro da fuori. Le responsabilità sono tornate a gravare sulla testa e sulle mani di Sergio Rodriguez, sì eroico nella vittoria sul Real Madrid, ma già visto molto più efficace nel suo ruolo naturale di sesto uomo extra-lusso in uscita dalla panchina. Da non sottovalutare, nella sconfitta specifica contro la Stella Rossa, anche l'assenza di Gigi Datome, equilibratore per eccellenza della squadra per quella sua capacità di adattarsi nel ruolo di 4 tattico per la costruzione di quintetti più leggeri ma con enorme potenza di fuoco offensiva.
Ora l'infermeria si sta svuotando e le partite stanno tornando con la normale frequenza, ed è lecito aspettarsi una graduale ripresa nelle prossime settimane, riscoprendo i vecchi equilibri. Perfette e ben dosate, a riguardo, le parole di coach Messina nel post-partita contro la Stella Rossa: "Adesso si tratta di redistribuire minuti, compiti, responsabilità, protagonismo. Non è facile rifare queste cose mentre si gioca, ma dobbiamo farlo".

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